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La fine è un nuovo inizio – di Christiana Marinas

Ad ogni passo un mucchio di polvere tendeva ad alzarsi in aria sparendo nell’oscurità senza avere

Capitolo 1: Quasi reale
Ad ogni passo un mucchio di polvere tendeva ad alzarsi in aria sparendo nell’oscurità senza avere il tempo di assaporare l’unico momento di gloria della sua esistenza. Il corridoio infinito, e l’aggettivo non era usato a caso perché quel percorso era davvero senza fine, era illuminato dall’alto, come se piovessero fiamme. Nulla rendeva però possibile identificare un confine delle pareti o del soffitto, forse semplicemente era tutto indefinito quanto insensato. Leah stava ascoltando il suono dei suoi passi camminando ad occhi chiusi lungo il passaggio della terra di mezzo. I suoi piedi non stavano toccando il pavimento dell’inferno, non quello della terra, tanto meno i territori celesti. Era nel cunicolo aerospaziale, che permetteva a chiunque di attraversare i tre posti creati in seguito alla battaglia. Il ricordo della lotta le faceva ancora sentire il ghiaccio sotto la pelle. Ricordava ogni dettaglio come se lo stesse rivivendo incessantemente, anche in quel momento. Pensando al passato la prima cosa che ricordava era il gelo e non perché fosse freddo, ma perché era priva di emozioni, priva di calore o desideri, era semplicemente il contenitore di un’anima persa ed incompleta. Lucy l’aveva lasciata senza troppe spiegazioni. Il ragazzo si era limitato a spiegarle che il loro amore era finito e che era pronto a grandi cose, ma senza di lei, perché Leah sarebbe stata solo d’intralcio. Le parole dure di lui si scontravano contro il suo fragile corpo privo di armature. Non le era mai successo di sentirsi in quel modo e quindi quel gelo le era impossibile paragonarlo a qualche cosa, era semplicemente un vuoto. In quel momento era inconsapevole che sarebbe stato solo uno dei tanti colpi mortali con cui però sarebbe vissuta per sempre, anche se senza il suo cuore. Quel piccolo pezzo di se che negli umani era indispensabile in lei sembrava non esserci più, come se si fosse disintegrato al contatto con la realtà. La ragazza era diventata lentamente un estranea per gli altri e per se stessa. Se ne era andata in esilio volontariamente senza pensarci troppo, lo aveva deciso proprio quel pomeriggio. Non aveva senso vivere senza di lui fingendo che sarebbe andato tutto bene. Era troppo abituata alla completezza ed alla perfezione per poter sopportare qualsiasi sconfitta. Poteva concludere la sua personale condanna in qualsiasi momento, ma era sopravvissuta da sola sulla terra vivendo tra le ombre ed osservando le abitudini degli umani per anni. Si sentiva ormai parte di quella terra perduta ed abbandonata a se stessa. Sarebbe rimasta nella bolla di sapone invisibile che si era creata con il suo distacco da tutto e tutti se non fosse stato per gli eventi imprevisti che le erano arrivati sotto forma di messaggio angelico. Nella sua testa era scattato l’allarme e quasi inconsapevolmente si era trasportata a casa, nel regno di cui faceva parte per assistere a quell’urgenza celeste. Il ‘bip’ che aveva sentito scattare dentro di se le aveva ricordato che era stata programmata dal suo sovrano e quella programmazione le impediva tutt’ora di riportare alla mente dei ricordi, ma non quelli. Quelli erano vividi come il sangue.

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