Sei qui: Home » Poesie » Ezra Pound, le poesie più celebri dell’autore americano

Ezra Pound, le poesie più celebri dell’autore americano

Ezra Pound è stato un celebre poeta americano ma che visse prevalentemente in Europa. E' Ritenuto uno dei principali autori del movimento letterario del modernismo

Ezra Pound  è stato un celebre poeta americano. Visse tuttavia prevalentemente in Europa. Ritenuto uno dei principali autori del movimento letterario del modernismo, Pound ha influenzato in maniera significativa la lirica inglese, introducendovi al contempo elementi orientali, occidentali, americani ed europei. Fu inoltre promotore della diffusione delle opere di Dante e Guido Cavalcanti presso il pubblico inglese. Oggi, in occasione dell’anniversario della sua nascita, abbiamo selezionato alcune delle sue poesie più celebri.

Soffitta

Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi.

Vieni, amica, e ricorda

che i ricchi han maggiordomi e non amici,

E noi abbiamo amici e non maggiordomi.

Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati.

L’aurora entra a passettini

come una dorata Pavlova,

E io son presso al mio desiderio.

Ne ha la vita in sé qualcosa di migliore

Che quest’ora di chiara freschezza,

l’ora di svegliarsi in amore.

 

Francesca

Venivi innanzi uscendo dalla notte

recavi fiori in mano

ora uscirai fuori da una folla confusa,

da un tumulto di parole intorno a te.

Io che ti avevo veduta fra le cose prime

mi adirai quando sentii dire il tuo nome

in luoghi volgari.

Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero

e che il mondo inaridisse come una foglia morta,

o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,

per poterti ritrovare,

sola.

 

Histrion

Nessuno mai osò scrivere questo,

ma io so come le anime dei grandi

talvolta dimorano in noi,

e in esse fusi non siamo che

il riflesso di queste anime.

Così son Dante per un po’ e sono

un certo Francois Villon, ladro poeta

o sono chi per santità nominare

farebbe blasfemo il mio nome;

un attimo e la fiamma muore.

Come nel centro nostro ardesse una sfera

trasparente oro fuso, il nostro ‘Io’

e in questa qualche forma s’infonde:

Cristo o Giovanni o il Fiorentino;

e poi che ogni forma imposta

radia il chiaro della sfera,

noi cessiamo dall’essere allora

e i maestri delle nostre anime perdurano.

 

L’albero m’è penetrato nelle mani

L’albero m’è penetrato nelle mani,

La sua linfa m’è ascesa nelle braccia,

L’albero m’è cresciuto nel seno –

Profondo,

I rami spuntano da me come braccia.

Sei albero,

Sei muschio,

Sei violette trascorse dal vento –

Creatura – alta tanto – tu sei,

E tutto questo è follia al mondo.

 

A lume spento

Rendi forti i vecchi sogni

Perché questo nostro mondo non perda coraggio

A lume spento

 

© Riproduzione Riservata