Malessere di novembre? La formula di Nietzsche per trasformare il buio e il freddo in energia e felicità

9 Novembre 2025

Scopri come superare il “malessere di novembre” con la filosofia dell’Amor Fati di Nietzsche: trasformare buio e freddo in energia e benessere.

Malessere di novembre? La formula di Nietzsche per trasformare il buio e il freddo in energia e felicità

Il “malessere di novembre” è un fenomeno reale e diffuso. Con l’arrivo del buio e del freddo, è comune registrare un calo di energia, un aumento dell’apatia e il desiderio istintivo di “rintanarsi”. La causa non è una colpa individuale, ma una programmazione biologica profonda. Il corpo umano è ancora “settato” come quello dei nostri antenati: per istinto, associa il buio e il freddo alla difesa, al pericolo, al letargo. È un meccanismo di sopravvivenza.

Ma, nella società contemporanea, grazie a luce artificiale, riscaldamento, sicurezza, i pericoli delle società tradizionali sembrano meno diretti. Il “malessere” che si prova è quindi il frutto di una reazione istintiva vecchia a un mondo nuovo.

Come si “riprogramma” questa reazione?

Il filosofo Friedrich Nietzsche offre la formula più potente: l’Amor Fati. Non è una teoria astratta, ma un “trucco” mentale potentissimo: “Amare il proprio destino“.

In pratica, si smette di affrontare il buio e il freddo come nemici, e si inizia ad amarli come alleati. Si smette di subire la stagione e si inizia a usarla. È un cambio di prospettiva che trasforma l’apatia in energia, la tristezza in gioia, felicità, benessere.

Il pensiero di Nietzsche per trasformare il buio e il freddo in opportunità

Il “malessere di novembre” non è una semplice suggestione. Le più importanti organizzazioni legate alla salute e alle psiche riconoscono da tempo l’impatto dei cambiamenti stagionali sulla salute mentale, come nel caso del Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), un fenomeno documentato e direttamente collegato alla riduzione dell’esposizione alla luce solare.

Di fronte a questo fenomeno, che ci spinge istintivamente alla passività, la filosofia di Nietzsche offre una formula proattiva. Non cerchiamo questa soluzione nelle sue prime opere critiche, ma nei testi in cui delinea la sua filosofia del “sì” alla vita.

Di fronte a questo fenomeno, che ci spinge istintivamente alla passività, la filosofia di Nietzsche offre una formula proattiva. Non cerchiamo questa soluzione nelle sue prime opere critiche, ma nei testi in cui delinea la sua filosofia del “sì” alla vita.

Ci rifacciamo principalmente a due libri chiave: La Gaia Scienza, dove introduce il concetto, e la sua opera-testamento, Ecce Homo, dove lo definisce esplicitamente. È qui che troviamo la formula dell'”Amor Fati, la chiave per trasformare il “necessario” (il buio, il freddo) in “bello”.

La mia formula per la grandezza nell’uomo è l’amor fati: che non si voglia nulla di diverso, né nel futuro, né nel passato, per tutta l’eternità. Non soltanto sopportare il necessario, e meno ancora dissimularlo […], ma amarlo.
– Friedrich Nietzsche, Ecce Homo, “Perché sono così accorto”, 10

Questo cambio di prospettiva che trasforma il negativo in positivo è definito reframing (o ristrutturazione cognitiva). È un concetto chiave della psicologia, reso popolare da studiose come Carol Dweck, che permette di trasformare le sfide in opportunità. Il reframing consiste nel cambiare il significato soggettivo di un evento modificando il proprio modo di percepirlo, ad esempio, vedendo il bicchiere “mezzo pieno” invece che “mezzo vuoto”.

L'”Amor Fati” di Nietzsche è la versione più radicale e potente di questo principio: non solo “trovare il lato positivo” (il reframing), ma amare attivamente la condizione data (il buio, il freddo) per trasformarla in energia.

Vediamo come applicare questa “ristrutturazione” filosofica ai due nemici della stagione.

Amare il buio: da “Prigione” a “Laboratorio”

La reazione istintiva e socialmente incoraggiata al buio è vederlo come un limite, una fine. È il coprifuoco che spinge all’isolamento passivo, spesso riempito da consumi mediatici, il binge-watching, l’abitudine di guardare più episodi di una serie televisiva consecutivamente, in un periodo di tempo prolungato e superiore al normale. per “ammazzare il tempo”.

L'”Amor Fati” rovescia la prospettiva. Sfida ad amare ciò che accade e ciò che si presenta come necessario, come potrebbe essere il buio. Come scrisse Nietzsche ne La Gaia Scienza:

Voglio imparare sempre più a vedere ciò che nelle cose è necessario come il bello: — così sarò uno di coloro che fanno le cose belle. Amor fati: sia questo d’ora in poi il mio amore! Non voglio far guerra al brutto. Non voglio accusare, non voglio nemmeno accusare gli accusatori. Distogliere lo sguardo sia la mia unica negazione! E, tutto sommato e in complesso: voglio un bel giorno essere soltanto uno che dice sì!
– Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza, Aforisma 276

Il buio è “necessario”. Per “renderlo bello” bisogna “distogliere lo sguardo”, cambiare prospettiva, smettere di vederlo come una prigione e iniziare a usarlo come un laboratorio.

Il “Super-Potere” della Concentrazione

Il buio elimina le distrazioni esterne. Diventa la condizione perfetta per il deep work (lavoro profondo). È il momento ideale per avviare progetti complessi, studiare nuove competenze o padroneggiare strumenti che la socialità estiva non permette di affrontare.

L’Introspezione Creativa

Invece di “subire” il tempo in casa con lo scrolling passivo, lo si può “usare” per l’introspezione attiva. Si può pianificare, scrivere, generare idee. Si trasforma così un tempo “morto” in un tempo “creativo”.

L’Azione (Amor Fati)

Si smette di vedere il buio come un nemico che “toglie” tempo e si inizia a usarlo come un alleato che “regala” concentrazione.

Il freddo come stimolo a ricarsi fisicamente

L’istinto ancestrale di fronte al freddo è la “difesa”, ovvero cercare riparo, restare immobili, conservare energia. È una reazione passiva.

L'”Amor Fati” è un atto di volontà attiva. Sfida ad amare il freddo. Non significa esporsi al pericolo, ma smettere di vederlo solo come un fastidio da cui fuggire. Come si ama il freddo? Usandolo come stimolo.

La “Sveglia” fisiologica

Invece di rintanarsi nel comfort passivo del riscaldamento, si può usare lo stimolo del freddo. Una breve camminata energica nell’aria pungente del mattino agisce come una “scossa” biologica che risveglia il sistema nervoso, rilascia endorfine e dà più energia di un caffè.

L’allenamento della volontà

Lo stesso Nietzsche esaltava la “grande salute” nel libri quinto, paragrafo 382 de La Gaia Scienza, spesso legata a un corpo temprato.

Noi uomini nuovi, senza nome, difficili da capire, noi figli precoci di un avvenire non ancora dimostrato — abbiamo bisogno per un nuovo scopo anche di un nuovo mezzo, cioè di una nuova salute, di una salute più robusta più smaliziata più tenace più temeraria più allegra di ogni salute che c’è stata finora…la “grande salute” — una salute che non solo si ha ma che costantemente si conquista e si deve conquistare, perché sempre di nuovo la si sacrifica e la si deve sacrificare!
– Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza, Aforisma 382

In sintesi, la “grande salute” non è quella di chi non è mai stato malato, ma quella di chi ha avuto il coraggio di ammalarsi, di soffrire e di guarire, diventando così più forte e più “lieto” (più “gaio”, appunto) di prima.

Scegliere di affrontare attivamente il freddo, invece di lamentarsene passivamente, è un piccolo ma potente esercizio di “Volontà di Potenza”: è la mente che domina l’istinto di pigrizia.

Il freddo come generatore di felicità, ovvero il piacere attivo del “Nido”

Qui l'”Amor Fati” si fa più sottile e gioioso. Il freddo esterno è ciò che dà valore al calore interno. Tutta la felicità legata all’atmosfera, al comfort, all’intimità, non esisterebbe senza il suo opposto fuori dalla finestra.

È il freddo che trasforma la “casa” in un “nido”.

Il “nido”, sociologicamente, non è solo un riparo fisico. È il luogo della sicurezza, della ricarica e, soprattutto, della connessione umana.

L'”Amor Fati”, in questo caso, significa amare l’opportunità di questa “reclusione scelta”. Non è più la “difesa” passiva e solitaria dell’istinto ancestrale. È una scelta attiva di piacere e condivisione.

Questa non è la negazione passiva di chi si lamenta del brutto, ma l’affermazione attiva di chi “fa le cose belle”. È l’applicazione della parte più gioiosa dell’Aforisma 276 de La Gaia Scienza, dove Nietzsche conclude:

E, tutto sommato e in complesso: voglio un bel giorno essere soltanto uno che dice sì!

Questo “sì” gioioso e attivo trasforma il freddo in un pretesto perfetto per:

Il piacere mentale
Godersi finalmente quel libro o quella ricerca, senza la “fretta” sociale di dover uscire.

Il relax rituale
Trasformare la visione di un film o della serie TV preferita in un rito condiviso, con una bevanda calda e una coperta.

La riconnessione
Usare la “scusa” del freddo per invitare amici a cena, giocare in famiglia, o semplicemente conversare, riscoprendo una socialità più lenta e profonda, impossibile nei mesi estivi.

Si ama il freddo perché fa da cornice perfetta a questi piaceri. Si trasforma la reclusione passiva in intimità attiva, l’isolamento in connessione.

L’Energia come Atto di Volontà

Il “malessere di novembre” non è un destino inevitabile imposto dalla stagione. È, come si è visto, il risultato di una scelta passiva: la scelta di obbedire a un istinto obsoleto di “difesa”.

La formula di Friedrich Nietzsche, l'”Amor Fati”, non è altro che l’atto di ribellione a questa passività.

È la scelta attiva di usare le condizioni necessarie (buio e freddo) a proprio vantaggio, trasformando il “necessario” in “bello”, come scrive il filosofo. La felicità e l’energia in autunno non si trovano aspettando la primavera, ma amando attivamente l’autunno.

È così che si smette di “sopravvivere” alla stagione e si inizia a viverla.

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