Sei qui: Home » Società » ”Vicino Lontano”, il festival che affronta i tabù della modernità

”Vicino Lontano”, il festival che affronta i tabù della modernità

Totem e Tabù: 100 incontri nuotando controcorrente nel mare del conformismo: questo il programma dell’undicesima edizione del festival Vicino Lontano, che si è svolto a Udine dal 7 al 10 maggio...

UDINE – Totem e Tabù: 100 incontri nuotando controcorrente nel mare del conformismo: questo il programma dell’undicesima edizione del festival Vicino Lontano, che si è svolto a Udine dal 7 al 10 maggio.  Attraverso parole chiave come sesso, cibo, terrorismo, guerra, democrazia, immigrazione, povertà, America, Europa la manifestazione, nata intorno al Premio Letterario Tiziano Terzani, ha condiviso con i suoi protagonisti il tentativo non di dare risposte,  ma di porre le domande di cui non conosciamo l’esito, per allargare l’area della nostra consapevolezza.

I PROTAGONISTI – La ricerca è partita, tra gli altri, da Riccardo Iacona, volto televisivo fra i più noti del panorama del giornalismo d’inchiesta italiano,  da Marzio Barbagli, sociologo tra i più qualificati del mondo scientifico italiano; da Vincenzo Camporini, vice presidente dell’Istituto Affari Internazionali; dal filosofo politico Carlo Galli con una riflessione su una crisi globale di fatto permeata dalla guerra,  dal socioeconomista e politologo Colin Crouch, professore emerito all’Università di Warwick; ai protagonisti si sono intrecciati vari temi come La Libertà di espressione, anche digitale: “Terrorismo e propaganda in Rete. Sopra o sotto il tappeto?” sul quale si sono confrontati  l’esperta di cybercrime e cybersecurity Francesca Bosco, il direttore di AGL Andrea Iannuzzi e il giornalista e scrittore Fabio Chiusi. E ancora si è discusso sul “ tabù da sfatare” del romanzo porno soft di Irene Cao  e sui limiti della satira con Stefano Andreoli, curatore di Spinoza.it , blog irriverente di successo che con il suo spirito tagliente vuole disturbare ed urtare il senso comune.

IL PREMIO TERZANI A DAVID VAN REYBROUCK – Molti incontri e molti autori, con alcuni momenti particolarmente significativi, uno di questi è stato la premiazione a Congo, l’emozionante reportage del giornalista belga David Van Reybrouck, edito in Italia da Feltrinelli,  che ha vinto l’edizione 2015 del Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani, perché «rappresentazione “decisiva” ed esemplare di quel grande Paese e dell’intero continente africano», come ha sottolineato la Giuria presieduta da Angela Terzani Staude e composta da Giulio Anselmi, Enza Campino, Toni Capuozzo, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Álen Loreti, Ettore Mo, Carla Nicolini, Paolo Pecile, Valerio Pellizzari, Peter Popham, Marino Sinibaldi.

L’OPERA VINCITRICE – Definito come “il più grande reportage africano dai tempi di Ryszard Kapuściński” – il grande giornalista e scrittore polacco morto nel gennaio 2007, fra i fondatori della giuria del Premio Terzani – Congo è un’opera voluminosa: 700 pagine che muovono dal gigantesco estuario del fiume Congo, per secoli area di accesso al continente africano di colonizzatori, missionari e predatori di ogni risma. Pagina dopo pagina, attraverso centinaia di interviste con congolesi di tutte le età e le etnie, attraverso indagini storiografiche e archeologiche, l’autore ci conduce con una scrittura asciutta e coinvolgente nel cuore del Paese e del continente africano. “Il libro – ha affermato Angela Terzani annunciando il vincitore – è completamente in sintonia con l’approccio di Tiziano al suo mestiere: quello dello studioso, dell’esploratore e del cercatore della “verità”.  Una verità che, secondo lui, non deve basarsi esclusivamente sui fatti, ma captare ciò che sta dietro ai fatti per poter parlare all’immaginazione del lettore e coinvolgerlo come fosse una storia che lo riguarda personalmente. L’opera di David Van Reybrouck fa esattamente questo. Con la curiosità di un archeologo e l’attenzione di un antropologo, con lo scrupolo dello storico e l’elegante sensibilità di un poeta, con l’efficacia del giornalista d’inchiesta e il talento di un potente narratore, Van Reybrouck ci conduce per mano alla scoperta di un paese, di un popolo, di un continente”.

Alessandra Pavan

11 maggio 2015

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata