Viaggi culturali alla scoperta delle meraviglie dell’Italia. C’è una Napoli che non si visita nei tour turistici, che non si fotografa nei vicoli pieni di luci o nei tramonti sul mare. Una Napoli più intima e feroce, dove la vita pulsa con violenza e poesia. È la Napoli raccontata da Matilde Serao, scrittrice e giornalista tra le più straordinarie del panorama letterario italiano a cavallo tra Otto e Novecento.
La sua città, mai neutrale, mai semplice sfondo, è protagonista assoluta delle sue pagine, un corpo vivo attraversato da fame, superstizione, dignità e lacrime.
Curiosità su Matilde Serao: lo sapevi che…
Fu la prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano, Il giorno.
Visse gran parte della sua vita a Napoli, ma lavorò anche a Parigi e a Roma.
Scrisse oltre 40 romanzi e raccolte, molti dei quali a sfondo sociale.
Fu tra le prime a usare la cronaca nera e la microstoria urbana come forma letteraria.
Fu nominata più volte per il Premio Nobel, senza mai vincerlo, probabilmente per motivi politici e di genere.
Viaggi culturali: la Napoli di Matilde Serao, tra miseria, poesia e verità
Matilde Serao ha raccontato Napoli come nessuno prima di lei. Ne ha mostrato le piaghe e la grandezza, le superstizioni e la spiritualità, la fame e l’orgoglio.
Oggi che Napoli è di nuovo al centro di narrazioni: letterarie, cinematografiche, giornalistiche, vale la pena tornare alle sue pagine. Perché la città vista dai suoi occhi non è solo il teatro di mille storie: è una ferita ancora aperta, un canto straziante e bellissimo che non smette di farsi sentire.
Un cuore napoletano e una mente europea
Matilde Serao nasce a Patrasso, in Grecia, da madre greca e padre napoletano, ma Napoli la conquista presto e per sempre. È qui che fonda giornali, scrive romanzi, si batte per i diritti delle donne e della stampa, ed è sempre qui che torna, con la mente e con il cuore, ogni volta che racconta l’anima popolare del Sud.
Giornalista d’inchiesta, cronista acuta e romanziera instancabile, Serao ha uno stile diretto, nitido, emotivamente denso. Sa restituire la vita come si presenta: senza maschere, con le sue contraddizioni, le sue tragedie e la sua struggente bellezza.
Il ventre di Napoli: la verità sotto la superficie
Se c’è un testo che ha definito la Napoli seraiana, è senza dubbio Il ventre di Napoli, pubblicato per la prima volta nel 1884. Un’opera ibrida, a metà tra reportage e affresco letterario, nata dopo l’epidemia di colera che colpì duramente la città.
Serao racconta i quartieri più poveri: i bassi, i vicoli, i tuguri, con uno sguardo empatico ma impietoso. Non c’è pietismo, non c’è compiacimento nel mostrare il dolore: c’è un’urgenza civile.
“Vi è un popolo nel ventre di Napoli che non ha voce, che non ha parole per raccontare la sua fame e la sua disperazione. Io provo a farlo.” L’opera fa scalpore. È la prima volta che la “questione meridionale” viene messa nero su bianco da una donna, in un linguaggio che non è accademico né neutro, ma incarnato, quotidiano, partecipe.
Donne, bambini, superstizione: Napoli come teatro umano
Nelle sue cronache e nei suoi romanzi, Serao racconta la Napoli delle donne, spesso madri stremate o vedove abbandonate, e dei bambini cresciuti troppo in fretta.
Napoli è città femminile e madre, ma anche strega e matrigna. Le protagoniste delle sue storie, come nella raccolta Terno secco, sono figure indimenticabili: superstiziose, resistenti, a volte disperate, sempre profondamente vere.
Serao descrive le pratiche divinatorie, le lotterie del lotto, i rituali magici del popolo napoletano non per folclore, ma per mostrare la fame di speranza che attraversa le classi più povere.
La religione si confonde con la superstizione, la miseria con il sogno: tutto è fuso in un’unica visione del mondo che ha radici antiche e dolori presenti.
Il romanzo sociale e l’occhio della giornalista
Matilde Serao non è solo la cronista dei quartieri bassi: è anche un’autrice politica. La sua Napoli è una città stratificata, dove l’aristocrazia e la borghesia convivono con il popolo in un equilibrio precario. Romanzi come La conquista di Roma e La ballerina mostrano anche la mobilità sociale, i giochi di potere, il cinismo delle istituzioni.
Ma è sempre Napoli il punto di partenza, la matrice originaria. Come giornalista, Serao fonda nel 1904 Il Giorno , uno dei giornali più importanti dell’epoca, e fa della cronaca urbana una forma di denuncia e di narrazione. La sua scrittura si fa strumento di resistenza, di consapevolezza, di dialogo tra cultura e società.
Passeggiata seraiana: itinerario letterario tra le vie di Napoli
Seguire le tracce di Matilde Serao oggi significa attraversare una Napoli che resiste alla trasformazione. Ecco alcuni luoghi chiave:
Il Rione Sanità, epicentro delle sue storie di miseria e di riscatto.
Via Toledo, il cuore borghese e commerciale della città, spesso teatro delle contraddizioni sociali che Serao racconta.
Castel Capuano, ex sede del Tribunale, simbolo della giustizia spesso cieca nei suoi romanzi.
Il quartiere Chiaia, dove si muovono i personaggi più borghesi e cinici.
Il cimitero delle Fontanelle, simbolo della morte onnipresente nei suoi testi, ma anche del legame profondo tra vivi e morti nella cultura napoletana.
Una voce da riscoprire
Matilde Serao è stata la prima donna a dirigere un quotidiano in Italia. È stata candidata al Nobel per la Letteratura sei volte. Eppure, troppo a lungo, è rimasta una figura marginale nel canone italiano.
Forse perché troppo donna, troppo meridionale, troppo scomoda. Ma la sua voce, lucida, dolente, profetica, oggi risuona più attuale che mai.
In tempi di crisi, di migrazioni e di lotte sociali, rileggere Serao è un atto politico. Napoli è cambiata, certo, ma il “ventre” di cui lei parlava esiste ancora, in forme nuove e in altri luoghi.