Taranta, 7 cose da sapere su una danza che è cultura e tradizione

16 Agosto 2025

La Taranta è un ballo, anzi una danza che riempie le strade e la vita della Puglia, soprattutto d'estate e che conquista turisti da tutte le parti del mondo. Una danza che è festa, bellezza, piedi nudi, amore, tradizione, insomma, è una delle colonne portanti della cultura e della belle

taranta puglia danza

La Taranta è un ballo, anzi una danza che riempie le strade e la vita della Puglia, soprattutto d’estate e che conquista turisti da tutte le parti del mondo. Una danza che è festa, bellezza, piedi nudi, amore, tradizione, insomma, è una delle colonne portanti della cultura e della belle di questa terra.

Spettacoli ce ne sono ovunque, da giugno a settembre.

A Melpignano, piccolo comune di 2000 anime in provincia di Lecce si tiene il 23 agosto da ormai quasi trent’anni quello che è stato ribattezzano IL CONCERTONE della Notte della Taranta. Siamo alla 28ª edizione del più grande concerto dedicato alla musica popolare tradizionale in Europa.
Ma non è un concerto o, meglio, non è solo un concerto.

La Taranta infatti è la rappresentazione visiva, in danza, di un territorio, del suo modo di essere, di festeggiare, di corteggiare, di comunicare. Un linguaggio che va conosciuto, studiato e compreso.

7 cose da sapere sulla Taranta

1 – È una danza, in trance, che ha radici profonde da rintracciare nel fenomeno del tarantismo che solo in un secondo momento è culminato nella celebre Notte della Taranta. Una costante è la presenza del tamburello, che guida e fa letteralmente esplodere la danza. L’etnologo Ernesto de Martino avrebbe tanto da dire in merito. Risalgono agli anni ’60 i primi racconti fatti dai media che con curiosità iniziarono a dare spazio a questi rituali legati a superstizioni ancestrali.

2 – È una tradizione, la cui matrice è composta da due elementi che oggi sono alla base del tarantismo attuale: la danza (dalla pizzica alla tarantella) e la musica, intesa come sonorità. Solo però alla fine degli anni ’80 si capii che poteva essere valorizzata come risorsa territoriale.

3 – Negli anni la taranta e tutto quello che si porta dietro è anche diventata patrimonio culturale capace di identificare il Salento, Melpignano stesso, questo piccolo comune che apparteneva alla storica regione della Grecìa Salentina, isola linguistica di nove comuni in cui si parlava il grico, antico idioma di origine greca.

4 – È un film. Anzi due. Pizzicata, del 1996 e Sangue vivo del 2000, entrambi diretti da Edoardo Winspeare. C’ho che fino a quel momento era sempre stato visto come sintomo di arretratezza inizia a essere trattato con il rispetto che si deve alle radici.

5 – È un festival, nato nel 1998 per volere dell’Unione dei comuni della Grecia Salentina e dell’Istituto Diego Carpitella. Il festival che culmina nella Notte della Taranta è caratterizzato dalla presenza di un maestro concertatore. Quest’anno è la volta dell’americano David Krakauer. In passato hanno ricoperto quel ruolo nomi del calibro di Ludovico Einaudi, Carmen Consoli, Fiorella Mannoia, Stefano Bollani, Goran Bregović. Dal 2000 il Festival si è fatto itinerante e dal 2004 si è dotato dell’Orchestra Popolare.

6 – È uno spettacolo televisivo trasmesso dalla Rai (in diretta quest’anno su Rai3, Rai Radio2, RaiPlay e Rai Italia). L’edizione 2025 vede tra i protagonisti l’Etoile Nicoletta Manni e il Primo Ballerino Timofej Andrijashenko, del Teatro alla Scala. Tra gli ospiti: Kathleen Tagg, SarahMK e Yoshie Fruchter, Ermal Meta (canterà Mediterraneo dal suo ultimo album Buona fortuna, e Lule Lule in lingua arbereshe), TARA, potente voce italiana di origine palestinese e Serena Brancale (canterà Anema e core e All’acque, all’acque, una ‘pizzica’ della tradizione barese). Ospite d’eccezione quest’anno è Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro che nel piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani, interpreterà Lu rusciu de lu mare insieme a un altro dei più importanti brani della tradizione salentina, Quannu te llai la facce.

7 – È un appello civile. Quest’anno Giuliano Sangiorgi presenterà proprio durante la Notte della taranta il videoclip di Lu Carcaluru, brano inedito scritto in una koinè salentina, una lingua evocativa, quasi poetica. Una metafora esistenziale, con cui Giuliano affronta la drammatica scomparsa degli ulivi, causata dall’epidemia di ‘Xylella fastidiosa’. Un messaggio potente, un appello civile e culturale, nato in collaborazione con la fondazione Sylva, un’organizzazione no-profit che si occupa di rigenerazione ambientale attraverso la riforestazione.

Sono notti magiche. Sono legami, fili invisibili che tengono unito un popolo. Riti ai quali spesso anche lo straniero si converte, inconsapevole che da quel momento non potrà più farne a meno.

Consigli di lettura:
The Passanger. Puglia (Iperborea)
La terra del rimorso, Ernesto De Martino (Einaudi)
Musiche tradizionali del Salento, Maurizio Agamennone (Squilibri)

Di Nadia Afragola

© Riproduzione Riservata