Scrittore d’avanguardia, fu condannato per plagio negli anni ’60
MILANO – Si e’ spento per un attacco cardiaco nella sua casa di Castell’Arquato all’eta’ di 92 anni il ‘pensatore libertario’ Aldo Braibanti, figura schiva e davvero anomala nel panorama dei migliori intellettuali italiani del dopoguerra. La morte, avvenuta serenamente in compagnia del suo cane Lado e di pochi amici e’ stata resa nota solo oggi, a due giorni dal decesso, per esplicita volonta’ dello stesso Braibanti.
LA VITA – Figlio di medico condotto, esponente di una cultura piacentina e padana a cui molto teneva, ecologo ante litteram, poeta, teatrante, letterato e cineasta di talento multiforme, Braibanti (nato a Fiorenzuola d’Adda il 17 settembre 1922) era cresciuto all’ombra di poeti amatissimi come Foscolo e Leopardi ma anche nel mito di un genio universale come Leonardo. Aveva studiato a Firenze dove nel 1940 era passato in clandestinita’ aderendo ai movimenti partigiani di Giustizia e Liberta’ e poi del Partito Comunista. Arrestato due volte e torturato dalla Banda Carita’, nel 1947 dava il suo addio alla politica attiva costituendo nel ‘torrione’ di Castell’Arquato una comunita’ di intellettuali e artisti come i Fratelli Bussotti, Roberto Salvatori, Giorgi ed altri tra cui il giovanissimo Marco Bellocchio con il quale collaboro’ alla fondazione dei ‘Quaderni Piacentini’.
PIETRA DELLO SCANDALO – Trasferitosi a Roma negli anni ’60 divenne la pietra dello scandalo per uno dei processi piu’ clamorosi dell’epoca; quello che lo vide condannato per plagio nei confronti del giovane uomo che lo aveva accompagnato a Roma. Dopo quattro anni di processo fu condannato al carcere, caso unico nella storia del diritto europeo e in suo favore insorsero intellettuali come Pasolini, Moravia, Eco, il giovane amico Carmelo Bene. Studioso delle formiche, autore di raffinati collages, di opere teatrali rivoluzionarie spesso anticipatrici dell’estetica del ’68, cineasta e sceneggiatore per passione (l’ultimo lavoro e’ stato ‘Blu cobalto’), Aldo Braibanti lascia una traccia profonda e segreta nella cultura italiana oggi rintracciabile soprattutto in due raccolte di scritti: i quattro volumi de ‘Il circo’ e l’antologia poetica ‘Frammento frammenti’.
9 aprile 2014
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