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Pier Luigi Bersani ”L’Italia deve tornare ad essere fabbrica di cultura”

L'Italia deve tornare ad essere fabbrica di cultura, rafforzando l'identità nazionale, la sua autorevolezza e riconoscibilità. E' quanto sottolineato all'interno del suo programma da Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico e candidato alle primarie del Centro Sinistra...

Per il segretario Pd la cultura italiana è alla base per costruire e cementare nuove funzioni di cittadinanza, pluralismo, partecipazione e per riattivare crescita economica del Paese

 

MILANO – L’Italia deve tornare ad essere fabbrica di cultura, rafforzando l’identità nazionale, la sua autorevolezza e riconoscibilità. E’ quanto sottolineato all’interno del suo programma da Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico e candidato alle primarie del Centrosinistra. L’Onorevole pone la cultura alla base per costruire e cementare nuove funzioni di cittadinanza, pluralismo, partecipazione e per riattivare crescita economica ed occupazione.

 

PROMUOVERE LA CULTURA – Secondo il segretario PD il primo passo da fare consiste nel cambiare l’idea che si ha di dimensione pubblica, spesso vista come un male necessario. “La dimensione pubblica, fatta di luoghi, istituzioni e funzioni, deve essere capace di promuovere e favorire la cultura come bene a cui tutti hanno diritto, interpretando così i principi costituzionali”. Principi che, secondo Bersani, non contraddicono criteri di economicità nella conservazione, gestione e promozione dei beni, e che non misurano il valore, il senso e l’esperienza culturale esclusivamente in termini di incassi, biglietti staccati, copie vendute. “Si torni a riconoscere il valore educativo, formativo e creativo della risorsa culturale, la qualificazione del territorio e il capitale sociale che grazie ad essa si costituisce, il nodo di relazioni sociali che consente di creare”.

 

INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE CULTURALE – Per realizzare tutto questo, secondo Bersani occorrono investimenti e riforme. In particolare, vanno estesi gli incentivi fiscali che tanti benefici hanno prodotto nel settore cinematografico, anche per le casse dello Stato. “Il nostro paese deve essere un luogo adatto alla di produzione culturale e non solo un mercato di distribuzione. Il governo deve prevedere politiche industriali che stimolino lo sviluppo della produzione culturale, favorendo l’innovazione e la sperimentazione. Soprattutto chi opera in questo settore deve finalmente essere considerato a tutti gli effetti un lavoratore, vedendo riconosciute professionalità, diritti e tutele”.

 

CULTURA UGUALE INNOVAZIONE – L’Onorevole Bersani sottolinea come l’intero sistema cultura necessiti di riforme vere, in grado di rendere funzionali gli strumenti di governo ormai invecchiati e di interpretare in modo razionale la sfida del federalismo, superando la ormai logora contrapposizione tra centralismo e decentramento. “Riforme che riguardino il sistema di tutela, ma anche il cinema e lo spettacolo dal vivo. Riforme che ridiano una prospettiva a questo settore e che spazzino via la retorica populista del governo, fondata sulla irricevibile equazione Cultura=Inefficienza=Spreco=Inutilità=Privilegio, per affermare invece nella prossima agenda di Governo il binomio Cultura=Innovazione per la Crescita quale perno di un nuovo Patto sociale”.

 

23 novembre 2012

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