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Parco delle Lettere, Milano punta al verde pubblico per valorizzare la cultura

Valorizzare il verde urbano, non solo come ‘polmone’ della città e spazio creativo, ma anche – e soprattutto - centro vitale di cultura e luogo ispiratore di creatività artistica. Nasce con questa idea il progetto Parco delle Lettere di Milano...

Un’idea di cultura (nel) verde, per una città più vivibile e creativa: ornare parchi e giardini pubblici di installazioni e arredi innovativi e attrattivi, funzionali ad attività spontanee e organizzate, individuali e collettive, collegate all’espressione artistica e letteraria. E’ questo il progetto di Parco delle Lettere ideato dall’Associazione Non Profit “Quarto Paesaggio”

MILANO – Valorizzare il verde urbano, non solo come ‘polmone’ della città e spazio creativo, ma anche – e soprattutto – centro vitale di cultura e luogo ispiratore di creatività artistica. Nasce con questa idea il progetto Parco delle Lettere di Milano ideato dall’Associazione Non Profit “Quarto Paesaggio”. L’iniziativa, lanciata da pochi mesi, ha già raccolto diverse adesioni. Per capire meglio di cosa si tratta, ecco cosa ci ha raccontato Giorgio Tassoni, presidente di “Quarto Paesaggio”

Promuovere la lettura nel verde delle città, soprattutto in una come Milano. Perché? Ed è davvero fattibile?

Milano ha profonde radici verdi: è stata fondata come ‘nemeton’, bosco sacro dei Celti, ed ha attinto la sua identità dall’acqua che l’ha attraversata per secoli. L’amore per il verde è diffuso tra i milanesi ma espresso soprattutto nella dimensione privata. Quanti piccoli tesori verdi sono nascosti nei cortili milanesi! Il verde pubblico ha avuto un recente impulso da parte di associazioni locali e anche dall’amministrazione comunale, in seguito alla trasformazione postindustriale della città. Milano è anche una capitale dell’editoria e il luogo in cui si legge molto. Come? Dove? Anche nel verde, sebbene i lettori si debbano adattare a panchine e sedili spesso inadeguati e assediati dall’onda pressante del traffico. Il verde è ancora una parentesi nel racconto incessante della metropoli. L’idea di Quarto Paesaggio è di aprire queste parentesi, farle diventare centri non solo di ricreazione bensì anche di creazione artistica e letteraria, dando valore sociale ad attività individuali che spesso si  nascondono nel privato, quasi che la lettura sia un atto clandestino e inadatto alla città. Al contrario! La città vive anche della lentezza e della bellezza che può sorgere da un’ispirazione verde.

 

Quali sono gli obiettivi di questo progetto?

Il Parco delle Lettere vuole attrezzare parchi e giardini pubblici con arredi e strutture naturali ed ergonomiche, per offrire ai cittadini luoghi funzionali alla creatività artistica e letteraria. Luoghi che possono diventare sede di iniziative socio-culturali durature nel tempo, in modo che il verde sia riconosciuto come centro culturale, parte viva della città e motore di incontro, scambio, condivisione: valori che stanno alla base dell’idea di sostenibilità, senza la quale la città è destinata a degradarsi e impoverirsi.

Quando e dove si inizia?

Il progetto è stato lanciato solo da pochi mesi – la nostra associazione è nata nel gennaio di quest’anno – ma ha già raccolto l’adesione del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e dell’Associazione di creativi autoproduttori Milano Makers. Il Comune di Milano ha espresso interesse e sostegno attraverso l’Assessorato al Benessere, Sport, Verde e Qualità della vita. Stiamo costituendo un partenariato per ottenere finanziamenti da fondazioni e sponsor per il primo modulo del progetto: Design Verde, che comprende la progettazione e la realizzazione degli arredi e delle installazioni con criteri ecologici ed ergonomici. Il risultato di un seminario universitario e di un concorso di idee tra designers e artigiani porterà nella primavera del 2015 alla presentazione dei prototipi e quindi alla loro realizzazione e installazione in alcuni luoghi verdi, innanzitutto i giardini di alcune biblioteche comunali (Sormani, Parco Sempione, Vigentina) e alcuni nuovi parchi cittadini (Biblioteca degli Alberi, Segantini, Vettabbia). Il Parco delle Lettere sarà una funzione diffusa che caratterizzerà l’intera città, in una progressiva estensione degli arredi. Non ci sono preclusioni e limiti, solo vincoli da rispettare riguardo alla configurazione degli ambienti verdi e la loro cura e manutenzione. Sarebbe bello inaugurare i primi ‘insediamenti’ nel periodo di EXPO 2015. Siamo impegnati a conseguire questo obiettivo.

Avete lanciato anche il concorso “Green Fiction” di cosa si tratta?

Il concorso letterario gratuito Green Fiction è una delle iniziative che accompagnano e promuovono il Parco delle Lettere. La prima edizione 2014 è dedicata al tema ‘il verde e la città’ e richiede l’invio di racconti di lunghezza massima di 10 cartelle (20.000 battute) entro il 15 ottobre all’indirizzo info.greenfiction@gmail.com. Il regolamento del concorso è consultabile e scaricabile sul nostro sito www.quartopaesaggio.org. L’idea è quella di far emergere le esperienze e le sensibilità verso il verde, facendole diventare un prodotto editoriale. Un tentativo di creare una comunità di testimoni del valore e del significato che il verde – un bosco, un giardino, un orto, un fiore – può assumere nella sfera sentimentale e in quella sociale. I racconti migliori saranno pubblicati in un unico volume da Quarto Paesaggio e presentati il 14 novembre, nell’ambito di BookCityMilano 2014. L’autore del racconto più bello riceverà anche un premio consistente in un week end per due persone in una località verde – ma non pensate a un camping!

Attraverso questo progetto avete unito due grandi elementi forse troppo sottovalutati: il bello e la cura degli spazi verdi, e la diffusione della lettura. Secondo Lei, in che situazione si trova l’Italia sotto questo punto di vista? Cosa bisogna valorizzare e come?

Come tutti sanno, l’Italia è il paese più bello del mondo ma spesso dimentica di esserlo, perché non è più capace di leggere e vivere la bellezza come patrimonio comune e risorsa per tutti i talenti. Si parla molto di ‘industria culturale’, di ‘giacimenti culturali’, ma si dimentica – nei piani regolatori (dove li fanno), nella gestione del territorio, negli indirizzi della pubblica amministrazione come nelle attività produttive – che la cultura non è cosa da museo: è vita, incontro, scoperta, elaborazione continua. La cultura va coltivata come un giardino. E dove se non nel verde, con il verde, è possibile e seducente (ri)scoprire la bellezza di coltivare le proprie aspirazioni? Lo ha detto anche Kafka, rilassandosi nella foresta boema: ‘Nei boschi ci sono cose su cui riflettere, sulle quali si potrebbe stare per anni sdraiati sul muschio’. Abbiamo bisogno della natura, del verde, per sentirci ancora parte di un insieme dinamico e vitale, solo così saremo in grado di mettere al primo posto la bellezza e la conoscenza. E affrontare con successo le sfide che attendono il nostro paese: non solo il declino economico ma anche, e forse peggiore, il degrado sociale, la povertà culturale. In conclusione, valorizzando la nostra sensibilità, la nostra creatività attraverso l’incontro con la natura verde, possiamo progettare un paese in cui vivere non è sopravvivere.

13 settembre 2014

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