Vi trovate a Palermo questo fine settimana? Fra buon cibo, arte, mostre imperdibili e beni culturali che raccontano la storia di una città ricchissima, non vi annoierete di certo! Ecco una breve guida con le attrazioni da visitare e i cibi tipici da gustare nel capoluogo siciliano!
Le attrazioni da visitare a Palermo
Palermo è una città ricchissima di luoghi meravigliosi, che raccontano l’avventurosa storia della città, a partire dalla storica via Maqueda coi suoi edifici signorili, i localini che pullulano di gente e il teatro Massimo che si staglia imponente sulla piazza, e dai Quattro Canti, la piazza ottagonale che unisce i punti nevralgici del centro, la via Maqueda e l’antico quartiere del Cassaro, oggi noto come via Vittorio Emanuele.
Il Palazzo dei Normanni, che è attualmente la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, è un’altra delle mete imprescindibili se vi recate a Palermo. Maestoso, elegante e strabordante di storia, questo luogo racconta la ricchezza del periodo arabo normanno in tutte le sue meravigliose stanze, fra cui spicca la celebre Cappella Palatina, la basilica in stile siculo-normanno che con i suoi mosaici viene spesso ospitata nelle pagine dei libri di storia dell’arte.
Per completare la vostra visita nel centro storico di Palermo, non potete non passare davanti alla Fontana Pretoria ed entrare nella Cattedrale della città, nella zona alta del Cassaro.
I cibi tipici
Durante il vostro giro non mancheranno i momenti perfetti per assaporare i piatti tipici di Palermo che, insieme alle attrazioni artistiche e monumentali, costituiscono una tappa imprescindibile per chi voglia addentrarsi nella cultura di questo luogo dalla storia ricchissima. “Pani ca mievusa”, pane panelle e crocché, le “stigghiole”, la “pasta c’anciova e a muddica” e lo sfincione sono alcuni dei cibi più sfiziosi e saporiti che potrete gustare durante la vostra permanenza.
E a proposito di sfincione, questo fine settimana non potete perdervi il Festival dello Sfincione, che vedrà sfidarsi Bagheria, Monreale, Balestrate e Palermo nella produzione di un prodotto tipico della Sicilia occidentale che cambia molto spostandosi da un paese ad un altro.
“Il tempo dell’attesa”, una mostra fotografica da non perdere a Palermo
“Il tempo dell’attesa” di Lia Pasqualino è una mostra visitabile a Villa Zito che racconta in maniera estesa e profonda il rapporto con la fotografia come mezzo espressivo. La mostra – a cura di Giovanna Calvenzi – è dedicata all’originalità dello sguardo e delle varie declinazioni dell’ormai trentennale attività della fotografa di origini palermitane, raccogliendo oltre un centinaio di foto in esposizione.
Figura di rilievo nel panorama della fotografia italiana contemporanea, Lia Pasqualino ripercorre con questa mostra i diversi generi in cui si è cimentata: dal reportage, al ritratto alla fotografia di scena, nel teatro come nel cinema.
La ricerca fotografica di Lia Pasqualino è sentimentalmente legata alla Sicilia e a Palermo, dunque all’intenso distillato umano che vi abita e al mistero del volto che vi si rivela, e in ogni suo scatto si compone una narrativa fatta non solo di osservazione, ma anche di messa in scena, come si coglie nella sorprendente serie di ritratti in posa, intitolata Attraverso, in cui ogni soggetto è ritratto dietro il vetro di una finestra.
Allieva di Letizia Battaglia, con la quale ha condiviso un periodo di apprendimento nei quartieri palermitani, guidata da un’estrema discrezione e sensibilità, Lia Pasqualino osserva la realtà attraverso la macchina fotografica, ma attraverso quest’arte le facce ritratte, i corpi messi in esposizione, più si concretizzano e prendono forma sotto i nostri occhi e più appaiono lontani e indecifrabili.
Ferdinando Scianna, infatti, ha evidenziato la qualità speciale del silenzio che contrassegna lo sguardo di Lia Pasqualino. Quel silenzio che da sempre appartiene al ritratto, e attraverso cui si misura la relazione irripetibile tra la persona ritratta, l’emozione, la memoria, e, appunto, il tempo coagulato nello scatto.
Il percorso espositivo comprende circa 140 fotografie di vario formato, foto di scena – incluse quelle del backstage del film di Roberto Andò – marito della fotografa -“La Stranezza”, videoproiezioni e una sezione dedicata a Letizia Battaglia.