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Milano, i 10 luoghi da scoprire del capoluogo lombardo

C’è una Milano nascosta che attende solo voi. Oltre al Duomo, alla Scala, alle boutique di lusso di via della Spiga e di via Montenapoleone, avrete una città intera tutta da scoprire. Luoghi scomparsi o pressoché dimenticati , il capoluogo lombardo...

“Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c’è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro. Ma queste seduzioni sono fomite, eccitamento continuo al lavoro, sono l’aria respirabile perché viva la mente; ed il cuore, lungi dal farci torto non serve spesso che a rinvigorirla”

(Giovanni Verga)

MILANO – C’è una Milano nascosta che attende solo voi. Oltre al Duomo, alla Scala, alle boutique di lusso di via della Spiga e di via Montenapoleone, avrete una città intera tutta da scoprire. Luoghi scomparsi o pressoché dimenticati , il capoluogo lombardo ci sorprende nuovamente. Definita come ‘la città più nascosta d’Italia’, Manuela Alessandra Filippi, autrice del libro ‘Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti di Milano‘ ne è convinta. ‘Come tutte le gentildonne che si rispettino, Milano non è abituata a mettersi in mostra e a dare confidenza agli sconosciuti. Ci vuole garbo, discrezione e passione per scoprirla”.

 

Noi ve ne proponiamo 10.

1. LA VIGNA DI LEONARDO – Leonardo da Vinci fu alla corte degli Sforza dal 1482 al 1500. Il più grande capolavoro donato alla città è ovviamente il Cenacolo. Ma, a seguito della presenza del maestro, Milano è anche l’unica città del mondo ad avere un vigneto nel bel mezzo del suo centro storico. L’originaria vigna di Leonardo, come da recenti scoperte, è ancora intatta, e si trova nel cortile interno della Casa degli Atellani, su corso Magenta. Visitarla è molto difficile, ma qualora vi riusciste, vi sentireste trasportati al 1490, anno in cui il vigneto originario fu impiantato.

2. LA CHIESA DI SAN PAOLO CONVERSO, ‘scuola’ per Caravaggio – In piazza Sant’Eufemia, vicino corso Italia, si trova una chiesa Cinquecentesca edificata su volere della nobile Ludovica Torelli, contessa di Guastalla. La contessa decise di abbandonare la vita mondana e, fattasi chiamare ‘Madonna Paola’, vendette tutti i suoi beni per costruire la chiesa e fondarvi l’ordine delle Madri angeliche di San Paolo. Non fu molto fortunata: le monache decisero di dedicarsi alla clausura totale e Madonna Paola, in disaccordo con la scelta, abbandonò l’ordine e ne fondò un altro. Al suo posto arrivò la nobildonna Giulia Sfondrati: fu lei che commissionò a tre fratelli, Giulio, Antonio e Vincenzo Campi, le decorazioni interne della Chiesa. Opere, specie le ultime di Antonio, nelle quali i chiaroscuri sono molto marcati: pare che il giovane Caravaggio abbia indugiato a lungo, da giovane, sulle pitture interne della chiesa.

3. UNA PASSEGGIATA AI NAVIGLI – Raggiungiamo via San Marco, nella zona della città che un tempo più assomigliava a una piccola Venezia. Lungo la strada possiamo vedere ancora la Conca delle Gabelle, o Conca della Coronata, un complicato sistema idraulico che permetteva alle imbarcazioni di superare il dislivello fra il naviglio della Martesana e gli altri canali – pare che al suo progetto lavorò anche Leonardo. Poco più in là, la Garitta, per il controllo del livello delle acque, e il Ponte delle Gabelle, realizzato nel Quattrocento in pietra di ceppo. Al termine della via, la Chiesa di San Marco, la chiesa di Milano più grande dopo il Duomo. L’edificio ospita un affresco raffigurante un drago, mostro mitologico entrato fra le leggende meneghine, tanto da meritarsi il posto d’onore nello stemma cittadino.

4. PERSONAGGI ILLUSTRI AI NAVIGLI – Non tutti sanno che il Convento di San Marco, retto dai padri agostiniani, fra il gennaio 1770 e il marzo 1773, ospitò a più riprese il giovane Wolfgang Amadeus Mozart: una piccola targa, di fianco a un portone, ne ricorda ai passanti il soggiorno. All’incrocio fra via Melchiorre Gioia con via De Marchi, dove il naviglio Martesana si interra definitivamente, troviamo la Cassina de’ Pomm (Cascina delle mele), locanda con mulino del Quattrocento sul naviglio della Martesana. Nel Settecento fu albergo e osteria frequentata, fra i tanti, da Giacomo Casanova e da Stendhal. Oggi, la cascina ospita un pittoresco caffè, ogni primavera ombreggiato da un pergolato di glicine; a fianco, il giardino pubblico per una passeggiata nel verde.

5. LA BIBLIOTECA DEI TESORI – Spostiamoci in Piazza Pio XI per visitare la Biblioteca Ambrosiana. Fondata da Federigo Borromeo nel 1607, fu una delle prime biblioteche pubbliche al mondo. Fra i tanti volumi custoditi, il Codice Atlantico e il Ritratto di Musico, due fra le opere di Leonardo più celebri.

6. LA BICOCCA DEGLI ARCIMBOLDI – Anche in passato si sentiva la necessità di abbandonare per qualche periodo la città e la sua frenesia e ritirarsi in zone più tranquille. Da qui nasce, nella seconda metà del Quattrocento, la Bicocca degli Arcimboldi, sull’attuale viale Sarca. Si tratta di una villa gentilizia milanese, edificato sulla antica via che collegava Milano a Como e lungo la quale, a quel tempo, abbondavano il verde e i boschi.

 
7. SAGRESTIA E CAMPANILE DI SAN VITTORE AL CORPO – In via San Vittore, vicino al Museo della scienza e della tecnologia dedicato a Leonardo Da Vinci, si trovano una chiesa e un complesso monastico cinquecentesco, costruiti sui resti del mausoleo imperiale voluto da Massimiano in epoca paleocristiana. La particolarità della chiesa di San Vittore è la possibilità di accedere alla sua torre campanaria, da dove si può godere di una vista insolita della città e magari respirare l’atmosfera di un’associazione ancora attiva: quella della Federazione campanari ambrosiani.

8. PALAZZO LOMBARDIA – È quantomeno difficile considerare ‘segreto’ un grattacielo che svetta ormai da anni nel cielo della città. Eppure, forse non tutti sanno che ogni domenica, dalle 10 alle 18, è possibile visitare i 39 piani che ospitano la Regione Lombardia, ammirando lo splendido panorama che si offre alla vista dal Belvedere.

 

9. IL FORO ROMANO, dove Costantino emanò il suo editto – Nascosti sotto il palazzo dell’Ambrosiana, nell’omonima via, si trovano i resti del Foro romano dove venne emanato un editto fondamentale per lo sviluppo del cristianesimo: l’editto dell’imperatore Costantino, nel 313 dopo Cristo. Sulle rovine del Foro sorse prima una chiesetta dedicata alla Santissima Trinità, poi una, più grande, che prese il nome di Santo Sepolcro. Su un lato della chiesa, infine, fu edificata per volere di Federico Borromeo la prima biblioteca pubblica del mondo moderno, la Biblioteca Ambrosiana.

10. I LUOGHI DI VERDI – A Milano il maestro visse i suoi anni più importanti. Abitò in un appartamento di via Andegari, a poche centinaia di metri dal Teatro alla Scala – l’abitazione è andata perduta. Potete però visitare la casa di Alessandro Manzoni, al civico 1 di via Morone: fra i due regnava una stima reciproca e fu proprio Verdi a scrivere la messa da Requiem in onore dello scrittore. Nonostante fosse poco mondano, il Verdi milanese frequentò alcuni salotti buoni: il suo preferito fu sempre quello di Clara Maffei, ospitato nei sfarzosi ambienti di Palazzo Olivazzi Trivulzio, al 21 di via Bigli (proprietà privata). Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901, nella suite 105 del Grand Hotel et De Milan; si dice che i milanesi, per non disturbare le ultime ore del maestro, avessero coperto di paglia la strada sotto le sue finestre per attutire i rumori delle carrozze. Verdi fu un grande filantropo. Nel 1896 fondò la Casa di Riposo per Musicisti, al civico 29 di Piazza Buonarroti, ancora oggi attiva: potete visitare la cripta di Verdi, le sale museali e il salone d’onore.

 

12 aprile 2015

 

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