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L’esponente del M5S che ha bruciato il libro di Augias, intervistato da Libreriamo, dichiara ”Non mi pento”

“Lo shock per un libro bruciato è positivo, a mio avviso. E' un buon segno, e non può che rallegrarsene chiunque abbia a cuore la cultura”. E’ quanto affermato dall’esponente del Movimento 5 stelle di Zagarolo Francesco Neri, al centro dell’attenzione negli ultimi giorni per aver postato sul suo profilo Facebook la foto del libro di Corrado Augias...

In esclusiva per la nostra testata, Francesco Neri, del Movimento 5 stelle di Zagarolo, al centro dell’attenzione negli ultimi giorni per aver postato sul suo profilo Facebook la foto del libro di Corrado Augias mentre bruciava nel camino di casa, spiega le motivazioni del suo gesto

MILANO –  Libreriamo non può essere in nessun modo vicino a chi brucia i libri. E soprattutto con chi si rende protagonista di bruciare il libro dello scrittore di cui non si condividono le idee. Proprio per questo abbiamo voluto dimostrare che l’ascolto dell’altro è un bene comune anche quando non si condividono gesti, parole o pensieri. Da qui, l’idea di intervistare Francesco Neri l’esponente del Movimento 5 Stelle di Zagarolo (Roma), che ringraziamo per la disponibilità, al quale abbiamo offerto l’opportunità di spiegare le ragioni del suo gesto. Ma, ciò che ci ha spinto a farlo è lanciare un messaggio chiaro a tutti coloro che pensano che l’estremo e lo shock siano l’unico modo per farsi “notare”: non  si fa un servizio alla cultura e ai libri con la violenza e/o peggio con la volgarità. Lo stesso Francesco Neri, per questa intervista, ha deciso di non apparire con una sua immagine, ma di essere rappresentato “visivamente” dalla sua libreria di casa.

Ma prima dell’intervista andiamo ai fatti: la scorsa settimana Francesco Neri ha postato sul proprio profilo Facebook la foto del libro di Corrado Augias, ”I segreti d’Italia”, tra le fiamme del camino di casa. La “colpa” di Augias era stata quella di aver criticato, durante l’intervista a ”Le invasioni barbariche” con Daria Bignardi, Alessandro Di Battista, deputato del M5s, intervistato poco prima di lui. Un gesto che Francesco Neri ci spiega in questa intervista.

Partiamo con una domanda semplice: perché ha bruciato il libro di Corrado Augias?
Ho comprato il libro di Augias direttamente dall’autore quando venne a Zagarolo. Autografato.  Augias, persona lucida, concreta, di grande cultura. Io amo i libri, me ne circondo, da sempre.  Amo i libri perché sono il simbolo del sapere, in simboli, trasmesso. Provo profonda indignazione invece per la menzogna. E ancor di più quando questa approfitta della conoscenza per essere più incisiva. Io, che non rappresento altri che me stesso,  non sono d’accordo. Chi sa, deve  usare il suo sapere  per gli altri. La conoscenza se è finalizzata solo al nostro tornaconto personale è poca cosa, se è finalizzata all’inganno del prossimo è il male assoluto. In quel camino io ho voluto bruciasse l’ipocrisia. Il nostro male più grande.

Immaginava che il gesto avesse tutto questo clamore?  
Assolutamente no. Come avrei potuto? Sono un privato cittadino, né eletto, né pubblico. Scrivo molto su Facebook e sul mio blog, che non pubblicizzo, che non ha visitatori e non ne cerca. E’ più un ProMemoria. Ma il gesto era rivolto, come le molte cose che pubblico, a una cerchia tutto sommato ristretta di persone. Di solito non più di qualche centinaia. Anche se le condivisioni possono portare a divulgazioni pressoché illimitate in effetti, ancorché non conoscibili ex ante, e in realtà neanche ex post.

Crede di doversi scusare con coloro che sono rimasti scioccati dal suo gesto, a prescindere dalle motivazioni?  
“Credo di no. In tutta sincerità. Lo shock per un libro bruciato è positivo, a mio avviso. E’ un buon segno, e non può che rallegrarsene chiunque abbia a cuore sia la cultura, sia i destini del paese e, non vorrei dire paroloni, dell’umanità tutta. Però lo shock è il primo arcoriflesso: Poi è doveroso entrare nel merito.  Bruciare un libro ci inorridisce, non certo per il valore della carta, un euro circa, ma per il sapere in esso contenuto. Il sapere, è importante? La domanda è quasi offensiva, nella smaccata ovvietà della risposta. Si, è importantissimo, certamente. Sapere le cose, la storia, sapere dei luoghi, sapere chi siamo, sapere la tecnica, sapere le regole, sapere cosa vogliamo, sapere chi abbiamo davanti, chi sono, cosa vogliono, sapere le lingue, le tradizioni, sapere dei cibi, dei vini, sapere dell’arte.  Sapere suonare, sapere leggere, saper discernere, sapere chi erano i nostri genitori, sapere cosa ci dicevano, sapere dove sono seppelliti, sapere cosa direbbero, sapere che moriremo, sapere…”
Francesco Neri prosegue nel suo intervento sottolineando l’importanza di utilizzare il sapere e la conoscenza nella maniera giusta. “Il sapere, è tutto? NO. Il sapere è l’arma più potente che abbiamo. Dipende però da come lo usiamo. Per vincere, per prevaricare, per ottenere, per abbindolare, per farci belli, per diventare ricchi, per non pagare, per non pagare il giusto? Per truffare, per rubare? Per rubare la verità mentendo sapientemente? Per approfittare degli altri? nelle cose pratiche come negli affetti, nelle finte amicizie? Per mentire a noi stessi? Sappiamo, per dare, o per prendere? di più, sempre di più. Sappiamo davvero di che cosa ha bisogno il bambino, ancora puro, che in noi si agita e non lo ascoltiamo, e siamo infelici? Non ho dato risposte, ho solo posto domande. Spero quelle giuste. Le risposte ognuno deve darsele da se, e trarne le conseguenze.  

A quasi una settimana dal gesto, lo rifarebbe ancora, o esprimerebbe il suo dissenso in altro modo?   
Sembra facile, invece questa è una risposta impossibile. Sinceramente, non lo so. Mi spiace un po’, ma è proprio così.  

Infine, vorremmo lasciarle lo spazio per esprimere, qualora fosse d’accordo, l’importanza di leggere i libri e promuovere la cultura in Italia…  
Citerò il mio mito Mujica, presidente dell’Uruguay: ‘Una nazione deve investire in tre cose: istruzione, istruzione, istruzione’.  Proprio stamane postavo un link sulla ‘criminale’ decisione del nostro governo di tagliare l’insegnamento della storia dell’arte.  Ho usato la parola ‘criminale’. E’ forte ? scioccante ? Spero di si. Ognuno deve essere scioccato da decisioni di così basso livello culturale, sociale, umano, oltreché economico: si vuole far dimenticare a un popolo che ‘possiede’ il 70% delle opere d’arte del mondo ? e che è seduto su un tesoro inestimabile ? Forse per poterglielo rubare meglio ? A questo punto non mi stupirei neanche di quello.   Sono in corso in Italia un Economicidio, un Biocidio, ora si aggiunge un Culturicidio.  Se non ci ribelliamo dell’Italia, il paese bello tra i paesi belli non rimarrà nulla. Bisogna impedirlo. Voglio impedirlo. Fosse anche l’ultima cosa che faccio.

7 febbraio 2014

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