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La solitudine del lettore di oggi, orfano di librai e critici

''Leggere un libro è un'arte difficile e complessa'', scriveva Virginia Woolf in un saggio del 1925 dall'emblematico titolo ''Come leggere un libro''. Inizia così un articolo del New York Times che fotografa la difficile situazione dei lettori oggi...

Con la lenta scomparsa dei librai e dei critici di professione e un’editoria che punta solo sui best seller, i lettori oggi si trovano sempre più abbandonati a se stessi e privi di figure di riferimento capaci di guidarli

MILANO – “Leggere un libro è un’arte difficile e complessa”, scriveva Virginia Woolf in un saggio del 1925 dall’emblematico titolo “Come leggere un libro”. Inizia così un articolo del New York Times che fotografa la difficile situazione dei lettori oggi. Bombardati come siamo da messaggi e pubblicità, sempre impegnati a controllare smartphone, email e tablet, trovare il tempo per leggere libri è difficile. Tra una proposta che si appiattisce sempre di più verso i best seller e la scomparsa di figure tradizionali come il critico e il libraio, la lettura, da sempre una questione privata, lo è diventata ancora di più.

UN MERCATO EDITORIALE INCAPACE DI SCOMMETTERE – Il mercato del libro ha registrato un calo di vendite nel 2013, ma se i profitti per le case editrici sono rimasti pressoché invariati, grazie anche all’esplosione del settore degli e-book, si è assistito a un taglio dei costi che si è tradotto in minore spazio per i titoli così detti di fascia media. Di questa sorta di borghesia del libro, fanno parte tutti quei titoli che probabilmente non sono destinati a diventare best seller, ma che segnano l’avvento di nuovi scrittori e nuove idee. Si è cercato di tirare la cinghia anche sulla promozione dei libri e in genere sulle condizioni dei contratti. Ma se a un autore viene chiesto di scrivere in metà del tempo e a paga ridotta, quante probabilità ci sono che il suo lavoro sarà un capolavoro?  

LIBRERIE IN CRISI – Le cose non migliorano quando i libri lasciano le case editrici. La riduzione dei costi, messa in atto soprattutto da colossi come Amazon, ha portato moltissime piccole librerie a chiudere i battenti, mentre prosperano le grandi catene. Questo significa sempre meno possibilità per i lettori di interagire con persone competenti in fatto di libri come i librai (categoria che sta scomparendo lentamente). Anche il critico letterario di professione, oggi, ha i suoi bei problemi. Sui quotidiani c’è sempre meno spazio per le recensioni, il giornalismo on-line paga meno e in generale che bisogno c’è di una figura specializzata quando su ogni blog o sito si possono trovare migliaia di opinioni?

CAVALCARE L’ONDA – C’è anche chi non piange la scomparsa dei vecchi circoli letterari, animati da uomini di mezza età, con gusti prevedibili e antiquati. L’amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, ha cercato di cavalcare la disillusione generale quando ha annunciato il lancio del Kindle Direct. A suo avviso il mercato degli e-book, dove è possibile gestire da soli il proprio lavoro senza passare per i canali tradizionali, apre la strada a “una cultura del libro del tutto diversa, dove non ci sono esperti che possono dirti che la tua storia non funziona”. Ma essere tristi per la scomparsa dei critici di professione non significa necessariamente difendere il vecchio ordine e i vecchi valori.

IL MESTIERE DI SCRIVERE – Anche il mondo della scrittura è diventato un mare magnum in cui si trova di tutto. Ci sono gli scrittori veri, quelli che hanno bisogno dei lettori perché sono proprio loro a dare un senso alle loro parole. Ma ci sono anche quelli che scrivono per guadagnare. Per queste persone vendere è più importante che entrare in sintonia con chi legge. E poi ci sono gli scrittori dilettanti, tutti quelli che pensano che per scrivere un libro non serva grande impegno o grandi capacità. Milioni di proposte e nessuna dritta dagli esperti, per i negozianti oggi è sempre più difficile scegliere. In tanti si appiattiscono sui best seller, vanno sul sicuro. Così tutta una produzione mediana, nuova, sperimentale non trova spazio e non arriva mai tra le mani dei lettori.

Roberta Turillazzi

23 gennaio 2014

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