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La politica e l’insostenibile leggerezza del linguaggio

Un tempo ci si indignava contro il linguaggio violento e volgare della mala Tv o contro le pubblicità choc. A guardare bene cosa accade oggi nel linguaggio utilizzato dalla politica italiana, quello precedente sembra roba da educande...

Tutti i giorni il teatrino della politica riserva litigi, insulti, parolacce continue che niente hanno a che fare con il buon gusto. Ci stiamo dimenticando che bambini e ragazzi vivono tutti i giorni questo malcostume che potrebbe avere degli effetti non controllabili dal punto di vista educativo. Per questo chiediamo a tutti di abbassare i toni

MILANO – Un tempo ci si indignava contro il linguaggio violento e volgare della mala Tv o contro le pubblicità choc. A guardare bene cosa accade oggi nel linguaggio utilizzato dalla politica italiana, quello precedente sembra roba da educande. Da qualsiasi parte arriva, non è nostro stile il patteggiamento, oggi ci sembrerebbe opportuno di riportare il modo di rivolgersi al prossimo in un territorio decisamente più dignitoso.

Tutti i giorni assistiamo inerti, con la complicità dei riflettori mediatici, ad una fortissima dose di aggressività da parte dei responsabili della nostra politica e soprattutto ad uno smisurato utilizzo di parolacce e doppi sensi che poco hanno a che fare, almeno a nostro avviso, con la politica e con il dibattito democratico.

La politica per l’importanza che riveste dal punto di vista sociale e mediatico dovrebbe avere maggior responsabilità. In questo momento ci sembra invece che il teatrino della “Casta” si è trasformato in una sorta di arena dove a dominare sono litigi continui, violenza nel linguaggio, volgarità senza limiti.

Di fatto, ci si dimentica che ciò che dicono i nostri politici ha una incredibile capacità di influenzare comportamenti e atteggiamenti, nel bene e nel male, che possono creare emulazione, soprattutto da parte di coloro che noi definiamo le fasce più deboli della popolazione, per primi i ragazzi e i bambini, senza dimenticare chi per preparazione umana è maggiormente sensibile a trovare giustificazioni facili per comportamenti “devianti”.

Ciò che ci mette in allerta è ormai la frequenza con cui litigi e aggressioni verbali si susseguono. Malgrado la fine della campagna elettorale, una tra le più cruente degli ultimi anni, il clima che si respira è quello più da osteria di piratesca memoria, che quello di persone che avranno la responsabilità di governare la cosa pubblica.

Per questo riteniamo sia opportuno abbassare subito i toni e adottare un maggior senso di responsabilità nell’utilizzo del linguaggio da parte dei responsabili dei vari partiti politici italiani. Diciamo ciò perché crediamo sia rispettoso nei riguardi dei cittadini e dell’opinione pubblica nazionale e internazionale porsi dei limiti nel modo di dibattere e rivolgersi all’altra parte politica.  

A seguire la politica attraverso i media nazionali oggi ci sono anche i ragazzi e i bambini, ma soprattutto una miriade di persone facilmente “influenzabili” nel trovare giustificazione alla violenza verbale e non solo. Tutto ciò ci sembra assurdo, soprattutto per chi come noi si è posto l’obiettivo di migliorare il senso civico della nostra Italia, stimolando l’interesse alla lettura e ai libri. Ciò che accade è il frutto di un sistema messo in piedi da coloro che ci hanno governato dalla nascita della Repubblica ad oggi, i quali hanno sempre inserito la cultura e la scuola non come pilastri su cui fondare la crescita di una nazione, confinandoli invece all’ultimo posto.

Certo se gli italiani leggessero di più, al pari di altre nazioni dove il senso civico fa parte del vissuto quotidiano dei cittadini, forse la politica non si permetterebbe questi facili costumi e soprattutto di non avere rispetto dei circa 60 milioni di italiani che giornalmente sono costretti a subire questa barbarie!

 

Saro Trovato

 

2 marzo 2013

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