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Grand Tour, quando gli intellettuali europei si innamoravano dell’Italia

L'Italia era una delle mete del Grand Tour, il viaggio intrapreso dai giovani intellettuali e aristocratici alla scoperta dell'Europa continentale.

L’Italia è da sempre una meta amata dai viaggiatori, sin da quando nel Medioevo si partiva alla volta dei pellegrinaggi per arrivare a Roma. Nel corso dei secoli le abitudini sono cambiate, ma la passione per i luoghi della cultura non si è mai esaurita, tanto che nel XVII e nel XVIII secolo nasce una nuova abitudine fra chi può permettersi di viaggiare e che apre la strada al concetto di turismo: il Grand Tour.

Cos’era il Grand Tour

Con Grand Tour si intende un lungo viaggio che veniva intrapreso dai giovani aristocratici con l’obbiettivo di scoprire luoghi, cultura, politica e tradizioni artistiche dei paesi europei.

I giovani rampolli dell’alta società europea sceglievano la loro meta per affinità e gusti personali, ma anche a seconda di ciò che volevano approfondire o affinare maggiormente.

Fra le mete predilette, insieme all’Italia figurava anche la Francia. Il paese d’Oltralpe era frequentato soprattutto dai britannici, che vi si recavano per imparare le buone maniere e per scoprire i segreti della moda.

Il fascino dell’Italia

Ma il luogo prediletto da gran parte dei partecipanti al Grand Tour era proprio l’Italia. Le famose citazioni di Goethe dedicate alla Sicilia, così come quelle di Stendhal e di Johnson, sono frutto proprio del Grand Tour, il primo esempio di turismo di massa della storia.

Scopriamo insieme quali erano le tappe più ambite del viaggio in Italia nel XVII e nel XVIII secolo rileggendo alcuni stralci tratti da “Viaggio in Italia” di Goethe.

Roma

“Sì, sono arrivato finalmente in questa capitale del mondo! Se l’avessi visitata quindici anni or sono, in buona compagnia, sotto la scorta di un uomo davvero intelligente, mi stimerei certo fortunato. Ma poiché dovevo visitarla da solo, e vederla coi miei occhi soltanto, è bene che tanta gioia mi sia stata concessa così tardi”. (Roma, 1º novembre 1786)

Caput mundi. Anche Goethe, nel suo “Viaggio in Italia”, racconta le aspettative, lo stupore e la passione che Roma suscita nel suo cuore. Da sempre meta di pellegrinaggi per via dell’importante ruolo all’interno della religione cattolica, Roma costituisce una delle tappe imprescindibili del Grand Tour soprattutto a causa delle splendide testimonianze artistiche e culturali presenti in città.

Le rovine che attestano la ricchezza dell’Impero Romano, le chiese dalla bellezza stupefacente, le opere d’arte… Tutto a Roma contribuiva a stregare i giovani intellettuali e aristocratici europei che vi si recavano per la prima volta. Ma non è l’unica tappa italiana prediletta dagli avventori del Grand Tour.

Napoli e Pompei

“Oggi ci siamo dati alla pazza gioia e abbiamo dedicato il nostro tempo a contemplare meravigliose bellezze. Si dica o racconti o dipinga quel che si vuole, ma qui ogni attesa è superata. Queste rive, golfi, insenature, il Vesuvio, la città, coi suoi dintorni, i castelli, le ville!

Al tramonto andammo a visitare la Grotta di Posillipo, nel momento in cui dall’altro lato entravano i raggi del sole declinante. Siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno! Ricordai pure con commozione mio padre, cui proprio le cose da me vedute oggi per la prima volta avevano lasciato un’impressione incancellabile”. (Napoli, 27 febbraio 1787)

Il bel tempo, le attrazioni, la meraviglia del Vesuvio e del mare, di un golfo stupefacente… Anche Napoli e i suoi dintorni suscitavano la curiosità dei giovani viaggiatori che vi si recavano sia per scoprire il mistero di Pompei, incapsulato nel tempo e nella lava solidificata, sia per vedere Napoli e le sue meraviglie.

Goethe dedica delle pagine interessanti alla visita a Napoli. Racconta di un luogo soleggiato, in cui lo svago è all’ordine del giorno e si mescola con lo stupore generato da bellezze naturali e architettoniche. Insomma, nulla di inimmaginabile per noi che, spesso, decidiamo di recarci in vacanza a Napoli e nei paesi limitrofi per godere di sole, mare e bellezza.

Sicilia

“La Sicilia Ã¨ un preannuncio dell’Asia e dell’Africa, e trovarsi in persona nel centro prodigioso cui convergono tanti raggi della storia del mondo non è cosa da poco”. (Napoli, 26 marzo 1787)

Questa volta non parliamo di una città ma di un’intera regione. Per Goethe, la Sicilia è una rivelazione. I motivi sono molteplici ma riguardano soprattutto il richiamo esotico che l’isola esercita con il suo passato che si perde fra le numerose dominazioni e le influenze che esse hanno lasciato sulle città. Agrigento, Palermo, Caltanissetta, Messina, Taormina, Siracusa… sono soltanto alcune delle località visitate dai rampolli del Grand Tour del XVII e del XVIII secolo.

Venezia

“Oggi mi sono fatta un’idea ancora più approfondita di Venezia, acquistandone la pianta. Dopo averla studiata più o meno, salii sul campanile di San Marco, dal quale lo sguardo abbraccia uno spettacolo unico.

Era circa mezzogiorno e il sole splendeva luminoso, tanto che non ebbi bisogno del cannocchiale per distinguere esattamente cose vicine e lontane. La marea copriva la laguna, e quando mi volsi a guardare il cosiddetto Lido […] vidi per la prima volta il mare e su di esso alcune vele”. (Venezia, 30 settembre 1786).

Venezia è tuttora una delle mete turistiche più ambite al mondo. Ed è forse la città che più ha cambiato pelle dall’epoca del Grand Tour a ora.

La città lagunare è una delle località che più ha risentito del turismo di massa e che oggi è giudicata da alcuni autoctoni invivibile per via del traffico e del flusso di turisti, tanto che ultimamente ha fatto discutere la proposta di inserire un ticket giornaliero per gli avventori che vi fanno il loro ingresso.

Ai giovani aristocratici europei Venezia doveva sembrare un anello di congiunzione fra occidente e oriente ma, soprattutto, una città in cui le emozioni fluiscono liberamente. Un luogo romantico nel senso pregnante del termine. Ed è proprio con la parola romanticismo che terminiamo questo breve itinerario italiano. Perché è da questa visione sognante, emotiva e spirituale, da questa sete di conoscenza, di cultura e di arte che ha preso il via il Grand Tour.

 

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