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Giovanna Marinelli, le sorti della Cultura di Roma di nuovo in mano a una donna

Il Comune di Roma ha finalmente un nuovo assessore alla cultura: Giovanna Marinelli. Dopo 50 giorni di silenzio è stata eletta lei, ''la donna del teatro''. Un'altra donna alla guida della Cultura capitolina...

Il Comune di Roma ha finalmente un nuovo assessore alla cultura: Giovanna Marinelli. Dopo 50 giorni di silenzio è stata eletta lei ”la donna del teatro”. Un’altra donna alla guida della Cultura capitolina dopo le dimissioni di Flavia Barca perché non sussistevano più ”le condizioni necessarie – aveva dichiarato l’ex assessore – per affrontare un così delicato e strategico ruolo istituzionale e garantire alle politiche culturali di Roma quell’impulso che il rilancio socio-economico della Capitale richiede’

La Marinelli è stata dal 2001 al 2008 a capo del Dipartimento cultura del Comune e braccio destro dell’assessore alla cultura più amato di Roma, Gianni Borgna.  Fino al 2010 inoltre è stata a capo del Teatro di Roma per poi lasciare l’incarico anticipatamente “per motivi famigliari.” Suoi, molti saggi sul teatro e sulla necessità di lavorare sulla domanda più che sull’offerta. L’augurio di tutti è che finalmente la Capitale riesca ad avere un piano di sviluppo culturale adeguato all’importanza che riveste a carattere internazionale.

Quello che attende la Marinelli è un compito molto arduo. Analizzata brillantemente da Francesco Merlo in un reportage pubblicato su La Repubblica, quella in cui naviga la città eterna è una situazione catastrofica. La Casa del Jazz è diventata parte dell’azienda speciale del Palaexpo e, dopo mesi di vuoto, da luglio ha un direttore artistico ad interim, non definitivo, Mario De Simoni già direttore generale di PalaExpo. Nel frattempo il bel prato, tolto insieme alla villa al boss della banda della Magliana, Enrico Nicoletti e restituito alla collettività invece di ospitare grandi nomi del jazz contemporaneo, fa da cornice alla Festa dell’Unità (fino al 26 giugno): incredibile, ma vero.

Nella Capitale ci sono tanti bei contenitori vuoti che rischiano di crollare. Resiste il Macro a Testaccio, mentre senza un direttore artistico la sede di via Nizza sta affondando sempre più. Se, lasciando quelle che sono i grandi appuntamenti, si decide di entrare in un museo casualmente ci si trova dentro al niente oppure alla presentazione di una vettura all’ultima moda con musica più adatta a una discoteca che ad un museo.

Quest’anno il sindaco Marino ha di che rimanere chiuso nella sua stanza per non sentire le proteste sull’estete romana. Dopo diciassette anni, Roma non vedrà più piazza Vittorio illuminarsi con i grandi schermi cinematografici, né ci sarà più la programmazione “I grandi festival’ (Locarno, Cannes, Venezia, Pesaro). I fondi stanziati, infatti, sono per l’ANEC insufficienti (meno della metà di quanto necessario) per mettere su la macchina organizzativa. Tanti i grandi esclusi dai finanziamenti per l’estate romana e niente di nuovo all’orizzonte.

 

Federica Rondino

21 luglio 2014

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