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Gabriele Albertini, ”La cultura non è un costo, ma una filiera di per sé produttiva”

Costruire ''infrastrutture per la cultura'' attraverso sinergie tra pubblico e privato, valorizzare con benefici fiscali chi vuole investire in cultura, sia che si tratti di biblioteche sia che si parli dei nuovi strumenti digitali. Sono queste le linee guida per una rinascita culturale in Lombardia secondo Gabriele Albertini...

Il candidato alla presidenza della Regione Lombardia e al Senato con l’Agenda Monti per l’Italia parla del suo impegno nei confronti della cultura e degli spazi ad essa dedicati come scuole e biblioteche

 

Libreriamo sta conducendo un’inchiesta in vista delle prossime elezioni del 24-25 febbraio, chiedendo ai vari candidati il loro impegno nel valorizzare la cultura. Riportiamo l’impegno per la cultura dell’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia e al Senato con l’Agenda Monti per l’Italia


MILANO – Costruire “infrastrutture per la cultura” attraverso sinergie tra pubblico e privato,  valorizzare con benefici fiscali chi vuole investire in cultura, sia che si tratti di biblioteche sia che si parli dei nuovi strumenti digitali. Sono queste le linee guida per una rinascita culturale in Lombardia secondo Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia e al Senato con l’Agenda Monti per l’Italia. L’ex sindaco di Milano illustra il suo impegno nei confronti della cultura e degli spazi ad essa dedicati come scuole e biblioteche.

All’interno del suo programma, che ruolo ricopre la cultura?
La cultura ha un ruolo prioritario nel nostro programma. Il nostro paese ha la più alta densità culturale e artistica del mondo, ma questa potenzialità può non bastare. Il nostro patrimonio è studiato più all’estero che nel nostro paese, e molto spesso la cultura è vista come un costo che non genera produttività. La cultura, nel mio programma, ha un ruolo fondamentale anche nella crescita e nella formazione dei giovani. Vogliamo rivitalizzare il contributo delle università e delle imprese del territorio la grande tradizione lombarda degli istituti tecnici superiori, in grado di sintetizzare al meglio il rapporto fra cultura scientifica e tecnologica, contribuendo a rafforzare e rivitalizzare la cultura tecnica del nostro Paese.
 Se dovesse vincere le elezioni, quale sarebbe il suo primo impegno nei confronti della cultura?
Occorre privilegiare un dialogo che possa valorizzare tutte le eccellenze della nostra cultura. Così da incentivare la costruzione di “infrastrutture per la cultura”, con sinergie tra pubblico e privato, com’è successo a Cremona con la costruzione del Museo del Violino, un progetto di grandissimo livello che proietta la città tra le protagoniste dello scenario musicale mondiale. Occorre valorizzare con benefici fiscali chi vuole investire in cultura.

 Crede si sia fatto abbastanza in passato per salvaguardare e promuovere la cultura nella Regione, dalla lunga e rinomata tradizione editoriale?
Credo che ci sia ancora molto da fare per salvaguardare e promuovere la cultura nella regione. Nell’ambito dell’editoria occorre mantenersi al passo con i tempi e con il progresso tecnologico. Accanto a una valorizzazione delle biblioteche e degli incredibili pezzi di storia che contengono, occorre rendere sempre più fruibili per tutti gli strumenti degli “e-book”, amplificando e migliorando  il ruolo delle biblioteche digitali.

   
Qual è il suo impegno nei confronti di centri di cultura come scuole, biblioteche, librerie, teatri?

La Regione dovrà essere capofila di un progetto che metta a sistema le competenze delle università, nonché dei musei, fondi e biblioteche, teatri, attraverso risorse pubbliche e private per attivare specifici progetti di formazione, ricerca, conservazione e restauro e valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale. Perchè la Lombardia, essendo la prima regione italiana per numero di siti riconosciuti dall’Unesco (9 su 45), deve diventare un polo internazionale di studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano.

Quali pensa siano le priorità, alla luce anche di un appuntamento fondamentale per il territorio come l’Expo?
L’Esposizione Universale lascerà in dote un’area completamente infrastrutturata, Noi vogliamo che questa zona diventi un’autentica Silicon Valley della Lombardia destinata ad essere polo attrattore di start up di giovani ricercatori italiani e stranieri. Questo strumento, oltre che luogo di eccellenza per la ricerca, potrà prevedere un museo del libro e uno spazio di proiezione per film di alto valore culturale al di fuori dei circuiti di distribuzione commerciali.

 Cosa risponde a chi afferma che ci sia una scarsa considerazione nei confronti della cultura da parte dell’attuale classe politica?
Spesso è così ma la mia storia personale e politica testimonia il contrario.  La cultura non può essere vista come un costo sulle amministrazioni ma piuttosto come una filiera già di per se produttiva. E’ questo concetto su cui vogliamo puntare Vogliamo promuovere accordi per la defiscalizzazione decennale degli oneri regionali e comunali per opere di mecenatismo volte al sostegno delle attività culturali e musicali come già avviene ad esempio negli Stati Uniti d’America. Oppure con accordi tra cooperative sociali e realtà del terzo settore per utilizzare come custodi museali giovani disoccupati e coloro che hanno perso il lavoro per la crisi.

Quali sono le sue letture ed i suoi scrittori preferiti?
Rileggo spesso “I promessi sposi” ed “Il Gattopardo”, Dostoevskij, Tolstoy, Bulgakov, tra gli autori stranieri. Potrà sembrare una civetteria ma ritorno spesso sui “classici” studiati al liceo, le basi della nostra civiltà. Altro che “Barbari”!

 

18 febbraio 2013

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