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Ecco come legalità e giustizia possono battere la mafia

Palazzo dei Congressi. Tante le persone che hanno affollato l'Aula Pacinotti per assistere alla presentazione del libro ''L'uomo d’onore non paga il pizzo'' di Roberto Mazzarella, in occasione del Pisa Book Festival...

Numerose le persone che hanno partecipato alla presentazione del libro “L’uomo d’onore non paga il pizzo” di Roberto Mazzarella al Pisa Book Festival. Insieme all’autore, sono intervenute nel dibattito la giornalista Maddalena Maltese e l’Assessore alla legalità di Pisa Marilù Chiofalo

PISA – Palazzo dei Congressi. Tante le persone che hanno affollato l’Aula Pacinotti per assistere alla presentazione del libro “L’uomo d’onore non paga il pizzo” di Roberto Mazzarella, in occasione del Pisa Book Festival. Presenti la giornalista Maddalena Maltese e l’Assessore alla legalità del Comune di Pisa Marilù Chiofalo. Tante le domande poste dai giovani intervenuti.

L’UOMO D’ONORE NON PAGA IL PIZZO – Con quest’opera l’autore affronta il tema di come si alimenta la mafia, quali sono le principali attività e di quali aiuti e collaborazioni si avvale. Inoltre attraverso una ricca documentazione, comprese anche numerose interviste e ordinanze-sentenze, l’autore Roberto Mazzarella disegna una lucida radiografia del fenomeno mafia.

INTERVENTO DELLA GIORNALISTA MADDALENA MALTESE – “Il pizzo – ha spiegato la giornalista Maddalena Maltese – non è soltanto la cifra che paghiamo ma sono tutti quei piccoli compromessi a cui cediamo ogni giorno e che ci preparano a fare quello più grande”. Continua la giornalista Maddalena Maltese: “Da questo libro è nato un blog che tratta numerosi temi. Lo scopo è quello di raccontare una società che vive la legalità per giungere alla giustizia: una legalità che deve essere fatta per le persone e non per le norme. Il pregiudizio è alimentato dalla non conoscenza, le piaghe di un popolo non vanno giudicate ma conosciute”. Conclude la giornalista Maddalena Maltese: “La società civile che non fa il cambiamento può però essere il cambiamento”.

L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE ALLA LEGALITA’ MARILU’ CHIOFALO – Lo Stato e la mafia vanno in parallelo; “infatti – ha spiegato l’Assessore Chiofalo – le regole e l’organizzazione sono simili, ad essere differenti sono i fini”. Continua l’Assessore Chiofalo: “La nostra Repubblica è fondata sul lavoro e lo Stato cerca di aiutare i cittadini nella ricerca di una occupazione affidando questo compito ai Centri di Collocamento i quali forse, dopo diverso tempo, trovano un lavoro alle persone che si rivolgono loro. La mafia invece è meglio organizzata perché, alle persone che si comportano in un certo modo, fornisce immediatamente lavoro”. Ancora l’Assessore Chiofalo : “ L’articolo 3 della nostra Costituzione definisce la diversità una ricchezza. Per una comunità mafiosa invece la ricchezza è rappresentata dalle cose dove anche le persone sono cose”. Conclude l’assessore Chiofalo : “La scuola, e quindi la conoscenza, serve per battere la mafia; infatti se non si conosce non si può scegliere e se non si può scegliere non si è liberi”.

DOMANDE POSTE DAL PUBBLICO – Tante le domande poste dal pubblico, in particolare dai giovani presenti. Tra queste ricordiamo quella posta da una giovane insegnante e da un educatore, rimasta senza una risposta, che hanno chiesto quali siano gli aiuti che le istituzioni possono dare a quei giovani, figli di gente corrotta, che, grazie alla consapevolezza e all’educazione acquisita nella scuola, scelgono di seguire un percorso di legalità andando contro la propria famiglia di origine.

Francesca Bedini

18 novembre 2013

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