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Come si realizza un reportage fotografico

La fotografia di reportage è soprattutto il racconto di una storia, che può essere narrata in modi diversi. Ad esempio, posso raccontare una storia attraverso una serie di ritratti, oppure grazie a una serie di scatti statici...

La fotografia di reportage è soprattutto il racconto di una storia, che può essere narrata in modi diversi. Ad esempio, posso raccontare una storia attraverso una serie di ritratti, oppure grazie a una serie di scatti statici. L’accezione più comune collega il reportage al racconto di un fatto che sta avvenendo. Questo è il lavoro di molti fotogiornalisti. Avvenimenti che possono essere piccoli come quelli di cronaca, oppure storie non legati a delle news, ma a noi stessi o a qualcosa che ci interessa.

I fotoreporter contemporanei mettono in gioco il proprio essere, come ad esempio Nan Goldin, che ha raccontato tutta la sua vita e quella del gruppo di cui fa parte con immagini crude e dirette, che colpiscono proprio perché ci si mette in gioco. Tra i contemporanei italiani, ricordiamo Paolo Pellegrin dell’agenzia Magnum, il quale racconta ciò che accade nei posti caldi del mondo. Per quanto riguarda i maestri del reportage, ricordiamo Henry Cartier Bresson, considerato uno dei grandi maestri della storia delle fotografia di reportage, e Robert Capa, uno dei più grandi fotografi di guerra che ha raccontato la seconda guerra Mondiale e lo sbarco in Normandia con delle immagini straordinarie.

Come si realizza un reportage? Bisogna innanzi tutto capire cosa vogliamo raccontare: una cosa che deve essere sufficientemente conosciuta da poter essere affrontata con consapevolezza, ma allo stesso tempo con distacco, in modo da vedere la vita degli altri con un maggiore spirito critico.

Il reportage è fatto di tanti momenti: può durare una giornata, una settimana, oppure un percorso ancora più lungo. Raccontare una storia con la fotografia è esattamente come scrivere un libro o realizzare una sceneggiatura. Se voglio raccontare di una persona, cerco di coglierne le emozioni, il suo rapporto con gli altri, gli avvenimenti principali della sua esistenza, i luoghi principali della sua vita. Con la fotografia, cambia solo lo strumento.

Il reportage si può svolgere ovunque: in città, in uno spazio aperto, in casa, all’interno di un ambiente ristretto. Più è grande il luogo, maggiore sarà la necessità di cogliere questo ambiente con più foto, in modo tale da realizzare un lavoro esaustivo. Le foto di reportage contengono prevalentemente gente al loro interno, ma ciò non vuol dire che ci possano essere anche 2-3 foto senza nessun soggetto protagonista.  Anche l’ambiente permette di tracciare, seppur in maniera superficiale, l’ipotesi di un carattere.

Per quanto riguarda la scelta dell’obiettivo, per la realizzazione di un reportage viene scelto il grandangolare, ovvero un obiettivo capace di deve essere dentro la situazione, che te la fa vivere dentro, a poca distanza dai soggetti inseriti all’interno di un ambiente. Occorre stare attenti al fatto che il reportage non consiste in una serie di ritratti montati uno accanto all’altro. Dobbiamo narrare una storia attraverso delle immagini che raccontino un momento, e in cui i protagonisti non siano in posa, statici, che guardano l’obiettivo. Le immagini devono essere fatte quasi ad insaputa del soggetto. Il grandangolare, inoltre, permette di fotografare le persone inserite all’interno di un ambiente ben definito.

22 giugno 2013

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