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Bologna, cosa vedere nella città delle torri

Bologna è una delle città più belle ed antiche d'Italia. Scopriamo le attrazioni e i luoghi da non perdere e le mostre da visitare nel fine settimana!

Vi trovate a Bologna per il fine settimana? Siete fortunati: state passeggiando per le strade di una delle città più belle d’Italia. In questo articolo andiamo a scoprire le attrazioni più iconiche e le mostre da visitare nella città delle torri questo weekend!

La città delle torri

Se si ha l’occasione di ammirare Bologna dall’alto, ci si accorge subito di una peculiarità che la rende speciale: la città si estende in altezza, con diverse torri che si innalzano fra un palazzo e l’altro, come a voler raccontare le vicissitudini di una storia ormai lontana, remota come gli abitanti che hanno costruito il centro storico come lo conosciamo oggi. In passato, fra l’altro, le torri erano ancor più numerose.

Ci sono diverse ipotesi circa la presenza di queste costruzioni a Bologna. La più accreditata sembra essere quella secondo cui i signorotti che abitavano la città costruivano a fianco delle loro abitazioni le torri per mostrare il loro potere e difendersi durante il periodo delle investiture filo-imperiali e filo-papali.

Fine settimana a Bologna, cosa visitare

Bologna è una città tutta da scoprire, con i suoi edifici monumentali e il cibo apprezzato in tutto il mondo. Tappe imprescindibili sono senza ombra di dubbio le due torri, quella degli Asinelli e la Torre Garisenda, tracce della storia medievale della città, ma anche la splendida Basilica di San Petronio e l’antico quartiere storico del Quadrilatero.

A Bologna si trova inoltre la piazza più antica d’Europa, la bellissima Piazza Maggiore, che non potete non andare a vedere. E se vi trovate in zona, dovreste approfittare per recarvi al suggestivo Santuario di San Luca e per ammirare “la Finestrella” di Bologna, un’attrazione in pieno centro storico che mostra l’antico canale del Navilerisalente al XII secolo e riaperto nel 1928.

Due mostre da non perdere questo fine settimana a Bologna

Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente“, a Palazzo Albergati

Fino al 7 maggio 2023, Palazzo Albergati di Bologna accoglie le opere più provocatorie, anticonformiste e rivoluzionarie del nostro tempo: la mostra “Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente” propone un percorso espositivo che ruota intorno ai tre artisti che hanno fatto più discutere negli ultimi anni.

Un evento che racconta alcune delle storie più estreme e trasgressive della public art italiana ed internazionale, attraverso il dialogo tra il misterioso artista inglese e i più influenti artisti italiani del momento, ma anche presentando quelli che sono con lavori che sono i nuovi orizzonti della cultura figurativa.

“Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente” si presenta, appunto, come una tripla monografica che mostra le opere più significative di ognuno di loro: dalla Girl with Baloon Bomb Love di Banksy; Apparato circolatorio Memoria di sé di Jago; la serie dei baci e quella degli eroi di TvBoy, oltre a pezzi iconici dell’artista come la coppia “modernizzata” che ha dato vita alla enorme opera che dà il benvenuto all’aeroporto di Roma Fiumicino oppure il Gino Strada con il cartello “stop war” comparso una notte di qualche mese fa sui muri di Milano.

De Chirico e oltre“, a Palazzo Pallavicini

Se vi trovate a Bologna questo fine settimana, non potete non visitare la grande mostra di Palazzo Pallavicini dedicato a Giorgio De Chirico, “De Chirico e oltre”.

La mostra dal titolo “De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)” a cura di Elena Pontiggia e Francesca Bogliolo, è prodotta e organizzata da Pallavicini Srl di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e raccoglie un prestigioso corpus di oltre settanta opere del pittore tra i più influenti e riconosciuti del Novecento italiano.

La prima sezione della mostra di si sviluppa dal 1938 al 1968, quando de Chirico (che nel 1939 lascia Parigi e torna in Italia, dividendosi fra Milano e Firenze, prima di trasferirsi definitivamente a Roma) si ispira a Rubens e ai grandi maestri del calibro di Dürer, Raffaello e Delacroix. Le sue opere, che non sono realiste, vogliono creare un mondo ideale e irreale, una finzione più vera del vero: “noi amiamo il non vero”, e ancora “la realtà non può esistere nella pittura perché in generale non esiste sulla terra”, scrive lo stesso de Chirico.

Il percorso espositivo continua con la stagione neometafisica relativa al decennio 1968-78, in cui de Chirico ritorna a dipingere gli emblematici manichini, le Piazze d’Italia e altri enigmi, con nuove elaborazioni e invenzioni. È evidente un mutamento di motivi e di significato rispetto alla visione nichilista degli anni Dieci.

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