PERUGIA – Al Festival del Giornalismo di Perugia, edizione 2013, è tutto un susseguirsi di domande, dubbi, paure e speranze per il futuro dell’informazione, della stampa e del web. Ottimisti, pessimisti, studiosi e giornalisti, tweet-maniaci e autori di ogni sorta si trovano a dibattere pubblicamente di ciò che probabilmente sparirà o ha già perso importanza. Tutti tirano le somme. Se il giornalismo e l’editoria tradizionali piangono, le startup stanno a guardare? Per rispondere è bastato ascoltare i protagonisti e fondatori di due iniziative importanti per il futuro dell’informazione, che hanno partecipato alla panel discussion “Il ritorno digitale del longform”. Si tratta di Massimo Colasurdo, fondatore di inform-ant.it e di Johanna Vehkoo, direttrice del finlandese longplay.fi.
IL LONGFORM – Nella cornice della Sala del Dottorato, sede un po’ più timida della vicina Sala dei Notari o del sontuoso Hotel Brufani, ma altrettanto ricca di eventi interessanti, si è aperta una discussione sul cosiddetto “longform”: un testo in formato ebook, soprannominato “e-single” (la definizione è di Kindle), più lungo di un articolo di giornale ma non abbastanza lungo da essere considerato un libro. Un “nuovo” mezzo per fare giornalismo d’approfondimento.
L’ESPERIENZA IN ITALIA – Facciamo un po’ d’ordine. Massimo Colasurdo, partendo dal blog giornalsimonarrativo.wordpress.org, decide di portare in Italia il “long form journalism”, attraverso una nuova piattaforma. La particolarità del sito è il suo ruolo a metà tra editore e self-publishing: permette agli autori selezionati di pubblicare un saggio, uno storytelling o un pezzo di approfondimento, offrendo un buon forfait di ingaggio e prevedendo la vendita del testo in formato ebook, a un costo inferiore ai 3 euro. La vendita dell’e-single (che ha una lunghezza compresa tra i 5.000 e i 30.000 caratteri) viene attivata su tutti gli store italiani e internazionali, offrendo un’alternativa ai giornalisti freelance e un ottimo compromesso tra alta qualità narrativa e investimenti di tempo e costi bassi. I dati e le percentuali contenuti in due e-single (inform-ant.it ne ha pubblicati finora dieci) sono rappresentati sul sito attraverso “data visualization” e infografiche.
LA STARTUP FINLANDESE – Johanna Vehkoo racconta invece la storia della sua startup. Creata con soli 600 euro, ha visto trascorrere un anno prima della sua effettiva implementazione , proprio a causa della mancanza di finanziatori e del poco tempo a disposizione delle otto persone coinvolte, due delle quali hanno anche un’altra attività lavorativa a tempo pieno. Anche Longplay propone e-book dello stesso formato illustrato da Colasurdo, ma pubblicando con scadenza fissa un e-single al mese (la startup è attiva da gennaio 2013). I contenuti? Giornalismo investigativo e “feature writing”. La startup si autofinanzia con l’organizzazione di corsi, consulenze e feste, riducendo al minimo le spese di gestione per reinvestire ogni centesimo in ingresso e prevedendo un costo alla vendita di 3.90 euro per e-single. Il mercato degli e-book e l’area linguistica finlandesi sono minuscoli e Johanna ha in mente la traduzione degli e-single in svedese e inglese e la continua ricerca di finanziatori, per poter sviluppare il progetto con diverse forme di lettura del testo, sincronizzate tra mobile, tablet e web browser.
DALL’AMERICA ALL’EUROPA – Entrambi i relatori, cui si è aggiunta per un breve intervento Carola Fredriani (autrice di “Dentro Anonymous”, pubblicato su inform-ant.it) hanno evidenziato come il fenomeno del longform sia nato negli Usa da piccole startup, per poi contagiare le grandi redazioni americane e il Premio Pulitzer, fino ad arrivare a cascata in Europa, dove qualcosa si sta muovendo, ma il mercato rimane fortemente differenziato a seconda delle aree geografiche. In Italia le grandi redazioni hanno deciso di investire sulla produzione di e-book, composti da tanti piccoli contenuti aggregati e utilizzando per il lavoro risorse interne invece dei freelance.
NUOVE FORME DI GIORNALISMO – Due messaggi molto importanti emergono da dibattiti come questo: l’innovazione, ancora una volta, è arrivata dal basso e da società costruite a costo quasi zero. Inoltre, il giornalismo tradizionale si farà sempre più da parte per fare spazio a nuove forme di storytelling. Per rinnovare l’editoria, infatti, non basta un computer e la gestione delle pagine social. L’innovazione, e di questo ci renderemo conto presto, è dappertutto e il giornalismo, per andare avanti e non ricadere su se stesso, deve cogliere la splendida occasione di salire a bordo di un treno come questo.
Miriam Goi
27 aprile 2013
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