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“Per il Santo Natale”, la canzonetta scritta da Giacomo Leopardi a 11 anni

Con oggi siamo entrati nella settimana di Natale. Per l’occasione, condividiamo con voi “Per il Santo Natale”, una canzonetta scritta da un giovanissimo Giacomo Leopardi, che già all’età di 11 anni si dilettava a comporre i suoi primi versi.

Giacomo Leopardi ha composto più di una poesia dedicata al Natale. In pochi, però, conoscono quella che vi proponiamo oggi, una canzonetta intitolata “Per il Santo Natale” che nasconde una caratteristica speciale: si tratta infatti di versi concepiti da un giovanissimo Leopardi, un ragazzetto di appena 11 anni che decide di augurare buon Natale ai suoi cari con questa poesia.

“Per il Santo Natale” è un inno gioioso con cui Leopardi canta l’arrivo di Gesù Cristo sulla terra. Il tono è, naturalmente, molto diverso rispetto a quello che siamo abituati ad associare al poeta recanatese. Si sente che si tratta di una poesia giovanile, un esperimento con cui il giovane si addentra nell’universo dei versi e delle rime in modo entusiastico.

Per il Santo Natale di Giacomo Leopardi

Tacciano i venti tutti,
del mar si arrestino le acque,
Gesù, Gesù già nacque,
già nacque il Redentor.

Il Sommo Nume Eterno
scese dall’alto cielo,
il misterioso velo
già ruppe il Salvator.

Nascesti alfin nascesti,
pacifico Signore,
al mondo apportatore
d’alma felicità.

L’empia, funesta colpa,
giacque da te fiaccata,
gioisci, o avventurata,
felice umanità.

Sorgi, e solleva il capo
dal sonno tuo profondo;
il Redentor del mondo
ormai ti liberò.

No, più non senti il giogo
di servitù pesante,
son le catene infrante
da lui che ti salvò.

Gloria sia dunque al sommo,
Onnipossente Iddio,
guerra per sempre al rio
d’Averno abitator.

Dia lode e Cielo, e Terra,
al Redentor divino,
al sommo Re Bambino
di pace alto Signor.

Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi nasce il 29 giugno 1798 a Recanati, da una delle più nobili famiglie del paese. Affidato sin dalla giovane età alle cure di un precettore, Giacomo si rivela un bambino prodigio: a dieci anni riesce a tradurre all’impronta testi classici greci e latini.

Il rapporto coi genitori, in particolare con il padre Monaldo, è conflittuale. Giacomo trascorre la sua gioventù chiuso nella biblioteca di famiglia, studiando tutto lo scibile contenuto da quei libri che ben presto diventano i suoi unici amici. Nel giro di pochi anni impara diverse lingue moderne, studia storia e filosofia e si accinge alla composizione di opere erudite.

È nel 1816 che Giacomo si appassiona finalmente alla poesia e invia i suoi primi versi a Pietro Giordani, che subito lo incoraggia a proseguire nell’attività. Da questo momento, Giacomo Leopardi compone moltissime opere, fra le più diverse: lo “Zibaldone di pensieri”, il diario che raccoglie le impressioni e gli appunti dell’autore sin dall’inizio della sua produzione, le “Operette morali”, le trentasei liriche inserite nella raccolta de “I Canti” …

Leopardi si serve della prosa e della poesia per riflettere su temi importanti quali il senso della vita e della morte, la deriva delle coscienze, il ruolo della natura e l’amore.

Nel corso della sua vita, Giacomo Leopardi ha sempre desiderato viaggiare e, più verosimilmente, allontanarsi da quella casa che è per lui nientemeno che una prigione: un tentativo di fuga sventato dal padre risale al 1819, anno in cui il poeta compone il suo capolavoro, “L’infinito”. Nel 1822 riesce ad ottenere il permesso di recarsi per un po’ dagli zii a Roma. Ritorna dopo qualche mese e nel 1825 ha inizio il pellegrinaggio che lo porta prima a Milano, dove lavora presso l’editore Stella, poi a Bologna, Firenze e Pisa.

Alla fine del 1828 Leopardi ritorna a Recanati, dove cade in depressione ma scrive alcuni fra i suoi componimenti più celebri, fra cui spiccano “Il sabato del villaggio” e “La quiete dopo la tempesta”. Nel 1830 Leopardi, aiutato da alcuni amici, lascia definitivamente il borgo natio e si trasferisce a Napoli in compagnia dell’amico Antonio Ranieri, dove scrive le liriche che costituiscono il piccolo testamento spirituale del poeta: “La ginestra” e “Il tramonto della luna”. Giacomo Leopardi muore il 14 giugno 1837.

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