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“L’arte di somiglia”, la campagna social per promuovere i musei

Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è impegnato in una capillare opera di promozione del suo patrimonio sul social media.

MILANO – I beni culturali e i luoghi di conservazione italiani diventano sempre più social. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è infatti impegnato in una capillare opera di promozione del suo patrimonio sul social media.

Tra ashtag dedicati a singole iniziative (come per la #domenicalmuseo) e altri riguardanti l’intero mese, il Ministero sta cercando di incentivare gli italiani a visitare i luoghi della cultura attraverso campagne mirate, volte a coinvolgere direttamente i visitatori. Sono lontani ormai i tempi in cui i musei vietavano qualsiasi tipo di riproduzione fotografica delle proprie opere, ora il pubblico è anzi spinto a fotografare e condividere l’esperienza di fruizione: su instagram, ogni mese un nuovo ashtag sfida i visitatori a scovare opere d’arte rispondenti al tema, dallo #zoodellemeraviglie, passando dall’eros al vino.

NOI E L’ARTE – Per il 2017 il MiBACT lancia un messaggio chiaro: l’arte ci somiglia. La comunicazione passa attraverso uno spot realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia con la regia di Paolo Santamaria che per ribadire il messaggio si affida ai due protagonisti essenziali del mondo culturale italiano: l’opera d’arte e i visitatori.

I visi degli italiani d’oggi affiancati a quanti vennero ritratti e scolpiti dagli artisti del passato: questa la struttura del semplice quanto efficacie messaggio lanciato dal video. Che ne imitino pose ed espressioni, che vi somiglino realmente o condividano con l’opera rughe, gote infantili o tratti marcati, i visitatori si fondono con le opere del nostro patrimonio fino a divenire una serie di ritratti al’interno della quale non è più distinguibile creazione artistica e corporeità umana. “L’Arte ti somiglia, È parte di te, È il tuo patrimonio” recita in chiusura lo spot.

Tra la ventina di opere scelte per raffigurare la somiglianza compaiono esempi antichi e moderni: dalla “Fanciulla in viola” di Amedeo Bocchi al particolare del volto dell’ostetrica nella “Natività della Vergine” di Francesco da Monreale, dal “Busto di Caracalla” del III secolo d.C al “Ritratto di Isa in abito nero” dipinto da Giorgio de Chirico nel 1935.

 

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