L’imperdibile romanzo di Gill Hornby e le lettere segrete di “Miss Austen” date alle fiamme

18 Ottobre 2025

"Miss Austen" censurata da Cassandra, raccontata da Gill Hornby in una biofiction intelligente. Una critica unanime: dal Guardian review al Times.

L'imperdibile romanzo di Gill Hornby e le lettere segrete di “Miss Austen” date alle fiamme

Con “Miss Austen”, Neri Pozza, porta in Italia uno dei più convincenti esempi di biofiction recente: a firmarlo è Gill Hornby che, intelligentemente, sposta l’asse narrativo dal classico spin-off su Jane Austen a un romanzo ambientato nel 1840, dove la protagonista non è propriamente Jane, ma sua sorella maggiore Cassandra Austen, esecutrice letteraria.

Un romanzo su ciò che resta (e su chi decide che cosa deve restare)

Nel romanzo, Cassandra si mette subito in viaggio per raggiunge il vicariato di Kintbury. Con lei, un obiettivo inconfessabile: recuperare e distruggere alcune lettere private spedite da Jane all’amica Eliza Fowle, prima che finiscano in mani indiscrete.

Hornby costruisce una narrazione plurivocale ma compatta, con una protagonista che non è la geniale sorella famosa bensì la donna che, bruciando le lettere, ha deciso il perimetro di ciò che possiamo sapere. È qui la prima mossa critica del libro: non giudicare Cassandra, bensì capirla. Ed è leggendo che sovvengono i dubbi: chi scrive la Storia quando gli scritti mancano, chi risponde delle lacune?

Gill Hornby e “Miss Austen”: lettere, lealtà, piccole rivoluzioni

Il romanzo alterna il presente narrativo — una Cassandra sessantenne, che setaccia cassetti, soffitte e memorie, nel 1840 — ai flashback della stagione in cui le due sorelle crescono tra Steventon e Chawton, nel mondo ristretto ma osservatissimo dei rettorati di campagna. La trama è “bassa voce”: niente colpi di scena ruggenti, ma svolte morali.

Scopriamo la promessa di matrimonio di Cassandra con Tom Fowle, la vedovanza anticipata, l’economia domestica, la rete di amicizie femminili che tiene in piedi famiglie e reputazioni. E intanto, sullo sfondo, si sente Jane che scrive: non appare quasi mai, eppure la sua intelligenza giudicante è ovunque.

Hornby pratica una drammaturgia del dettaglio: una fibbia, un profumo di cera, un vezzo linguistico bastano per cambiare luce a una scena.

Reggenza senza stucco

Hornby evita due trappole: l’imitazione calligrafica di Jane e la “serie tv su carta”. L’effetto ottenuto è quello di un libro di relazione in cui la suspense nasce dall’etica, più che dalla trama; quando serve, Hornby allunga la frase e scava — soprattutto attorno alle zone di cura: amicizie femminili, lutti, economie del quotidiano.

Che cosa dice la critica estera

L’accoglienza nel mondo anglosassone è stata ampia e sfumata — ed è utile per leggere l’edizione italiana.

  • The Guardian ha parlato di un “romanzo di grande gentilezza, spesso inaspettatamente commovente … tutto concentrato sul trionfo di piccoli atti di bontà; impossibile non pensare che Jane lo avrebbe approvato”.
  • The Times ha pubblicato due pezzi, sottolineando da un lato la forza dei legami femminili (“Hornby è al meglio nel descrivere i vincoli complessi tra le ‘excellent women’ della sua storia”), dall’altro il fatto che il libro porta “al centro scena” la “keeper of the flame”, cioè Cassandra, aiutante e compagna di tutta la vita.
  • Kirkus Reviews ha messo l’accento sull’operazione di riscatto narrativo di una figura spesso percepita come “l’austera sorella che spegne il mito”, rimarcando la qualità della ricostruzione storica.
  • La Washington Independent Review of Books ha parlato di un romanzo “caldo e affascinante che a tratti sembra scritto da Jane stessa”, a riprova di un equilibrio riuscito fra invenzione e filologia.
  • Nel 2025 l’uscita della miniserie BBC/PBS ha rilanciato il dibattito; Time ha letto l’adattamento come un rovesciamento del classico marriage plot, centrato su sorellanza e autosufficienza femminile.

In controluce, l’intervista della scrittrice al Guardian spiega il movente del progetto: nata a Kintbury, Hornby ha abitato i luoghi di Cassandra e difende la sua scelta di distruggere le lettere come un atto di protezione, non di vandalismo.

Jane Austen: la modernità della misura

Per capire la posta in gioco di Miss Austen serve ricordare chi è Jane nel canone: l’autrice che ha dato al romanzo il suo carattere moderno, lavorando su “gente comune nella vita di ogni giorno” e su una ironia strutturale che smaschera vanità e autoinganno. Quattro romanzi pubblicati in vita e due postumi: una semiosi perfetta di misura formale e lucidità etica.

Nei ritratti biografici, Jane emerge anche come autrice di famiglia, circondata da fratelli e cugini; la compagna d’ogni ora è Cassandra. “Se le avessero tagliato la testa, Jane l’avrebbe offerta a sua volta”, scrive la tradizione familiare: una formula iperbolica che rende bene la fondersi delle vite.

Cassandra Austen: esecutrice, pittrice, bersaglio

Chi era davvero Cassandra? Non solo la “custode” dei manoscritti, ma anche acquerellista (si devono a lei i ritratti più noti di Jane) e snodo archivistico della memoria di famiglia. Oggi una crescente attenzione museale ne sta rivalutando l’opera visiva: la mostra The Art of Cassandra a Jane Austen’s House ha riunito acquerelli e ritratti, segno di una figura meno ancillare di quanto si creda.

Resta però il nodo: le lettere bruciate. La storiografia documenta che nel 1843 Cassandra distrusse una parte ingente della corrispondenza con Jane, lasciandone circa 160 sopravvissute. Perché? Le ipotesi vanno dalla tutela della privacy (evitare pettegolezzi postumi) alla reazione alle asprezze critiche toccate, in quegli anni, alla pubblicazione di lettere altrui (il caso Burney). La discussione è viva: per alcuni è “vandalismo letterario”, per altri un atto d’amore.

Hornby sceglie la seconda via, senza assoluzioni facili: comprendere una scelta con le regole del suo tempo, non con il nostro voyeurismo d’archivio.

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