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X agosto (1896), la poesia di Giovanni Pascoli sulle lacrime di stelle della notte di San Lorenzo

Il 10 agosto 1867 fu ucciso il padre di Giovanni Pascoli. In ricordo di quel giorno, il poeta scrisse la poesia “X agosto”
X agosto (10 agosto) Così Giovanni Pascoli chiudeva la sua poesia X agosto (10 agosto), data che coincide con la Notte di San Lorenzo, ovvero la notte in cui fu ucciso il padre del poeta e le stelle del cielo sembravano piangere per il doloroso accaduto.
 
Nato il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, Giovanni Pascoli fu insieme a Gabriele D’Annunzio il maggior poeta decadente italiano.
La sua opera è impossibile da comprendere se si prescinde dai dolorosi avvenimenti che sconvolsero la sua vita fin dall’infanzia, e che riplasmarono la sua visione del mondo.
 
X agosto fu composta nel 1896 e pubblicata sulla rivista “Marzocco”, la rivista fiorentina di letteratura e arte diretta da Enrico Corradini, il 9 agosto 1896 e poi inclusa nella quarta edizione (1897) di Myricae, la prima raccolta di poesia di Pascoli,  che appresenta in modo esauriente e completo tutta la poetica pascoliana.
 
X Agosto si trova nella sezione Elegie della prima importante raccolta poetica di Giovanni Pascoli.
 
Leggiamo questa famosa poesia per apprezzarne il contenuto e il significato.

X agosto di Giovanni Pascoli

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
 
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
 
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
 
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
 
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
 
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

Il 10 agosto le lacrime di San Lorenzo

X Agosto di Giovanni Pascoli è una poesia dal messaggio importante. Possiamo benissimo dire che segna la vita e diventa il manifesto poetico del poeta di San Mauro di Romagna.
 
L’accusa alla malvagità umana da parte di Pascoli si respira in tutti i versi del poema. La cattiveria degli uomini è così potente per il poeta da coinvolgere anche Dio.
 
Nella prima strofa della poesia Giovanni Pascoli afferma di sapere il motivo per cui il Cielo “piange” stelle cadenti. Andando avanti con la lettura, si scoprirà che, secondo il Pascoli, anche il Cielo, con la sua pioggia di stelle, piange la morte del padre del poeta.
 

Le stelle cadenti come lacrime

Le  “lacrime di San Lorenzo”, le stelle cadenti che rigano il volto del cielo sono la metafora del pianto divino. Gli uomini non hanno nessun rispetto per i loro simili e la natura. Sanno solo distruggere e manifestare i peggiori sentimenti.
 

La rondine, che viene uccisa diventa protagonista della poesia. Il nido della rondine uccisa simboleggia l’affievolirsi delle forze dei piccoli, i digiuni e, allo stesso tempo, l’inconsapevolezza di quei piccoli, che nonostante tutto sperano ancora nel ritorno della madre. Speranza che purtroppo svanirà per sempre.

Nella quarta e quinta strofa arriva l’altro protagonsita della poesia ovvero un uomo. Come la rondine quest’uomo sarà ucciso. L’uomo è il padre di Pascoli che stava portando a casa in dono alle sue figliole (le sorelle di Pascoli) due bambole.

Nell’ultima strofa Pascoli parla al Cielo, entità superiore che domina ogni cosa sulla Terra. E in risposta al male il cielo ciò che sta sotto di lui di una pioggia di stelle cadenti, che sembrano lacrime, come a significare la tristezza per ciò che è accaduto.

È chiaro che il destino dell’uomo e della rondine coincidono. Sono espressione del male e dell’ingiustizia subita da Pascoli e le creature innocenti della sua famiglia. La rondine e l’uomo hanno dovuto lasciare incustodito il loro nido e non avranno più la possibilità di proteggere i figli. 

Il 10 agosto 1867, l’assassinio del padre di Giovanni Pascoli

L’assassinio del padre ha per Giovanni Pascoli degli effetti devastanti. Ma, la rabbia del poeta è segnata dalla profonda ingiustizia subita.

La notte di San Lorenzo, , quando Pascoli aveva solo 11 anni, suo padre fu assassinato con un colpo di fucile mentre tornava a casa in calesse da Cesena.

Sulle circostanze del delitto non si fece mai chiarezza, nonostante si tennero tre processi e nonostante la famiglia nutrisse dei sospetti, come emerga da un’altra poesia di Pascoli, “La cavalla storna”.

Probabilmente il mandante del delitto fu Pietro Cacciaguerra, contrabbandiere che forse voleva prendere il posto di Ruggero Pascoli come amministratore della tenuta La Torre della famiglia dei principi Torlonia.

A questo tragico avvenimento, cui seguirono la morte della madre e quella di diversi fratelli e sorelle di Pascoli, fa riferimento la poesia X agosto.

Ma anche se la morte è il tema che domina il componimento, come sempre si avverte nei versi del poeta un’infinita dolcezza, la musica di nenie antiche che cullavano nell’infanzia.

Una melodia che affascina e commuove nel giorno dei desideri per eccellenza, il giorno di San Lorenzo. Tra i tanti che esprimeremo, ci sarà senz’altro quello che il poeta e suo padre possano essersi finalmente rincontrati.

X agosto letta da Vittorio Gassman

 
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