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“Versicoli quasi ecologici”, la poesia di Giorgio Caproni per la Terra

In occasione del 22 aprile, Giornata Mondiale della Terra, scopri la poesia "Versicoli quasi ecologici" di Giorgio Caproni per sollecitare l'attenzione per la tutela del Pianeta.

Versicoli quasi ecologici di Giorgio Caproni ci incita a non perdere più tempo nella difesa della nostra amata Terra.

Il 22 aprile ricorre la Giornata Mondiale della Terra e la poesia di Giorgio Caproni rappresenta una lunga e accorata invocazione agli uomini affinché si ricordino che anche loro sono parte della natura, e non possono farle violenza senza colpire se stessi.

Credendo di sfruttare le risorse dell’ambiente, di appropriarsi impunemente di ciò che serve loro, gli uomini non si accorgono di impoverirsi, distruggendo le basi della propria stessa vita.

La poesia Versicoli quasi ecologici di Giorgio Caproni  fu scritta nel 1972 e fa parte della raccolta Res amissa, pubblicata postuma nel 1991.

Res amissa rappresenta l’estrema espressione del rapporto del poeta con la propria creazione, la poesia, e con il mondo in cui la poesia stessa deve vivere.

Res amissa è un’espressione latina che letteralmente significa “cosa perduta”. Essa indica di volta in volta la nostra identità, il luogo che siamo chiamati a occupare nel mondo, la dimensione del sacro, la grazia e, infine, la poesia stessa, incapace di trovare cittadinanza in un mondo privato ormai di umanità.

Ma, leggiamo i versi della poesia di Giorgio Caproni per comprenderne il significato.

Versicoli quasi ecologici di Giorgio Caproni

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo.

E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro.

L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.

Versicoli quasi ecologici il significato del testo

“Versicoli quasi ecologici” si configura così come un estremo lamento sulla condizione dell’uomo moderno, in una società che non sembra più adatta all’individuo.

I versi oscillano tra la prosa lirica e il verso breve, in uno sforzo doloroso di dare forma a un senso che non può essere tradotto in parole perché, semplicemente, è anch’esso una “cosa perduta”.

Giorgio Caproni attraverso i suoi “Versicoli quasi ecologici” ammonisce gli uomini invitandoli a non devastare l’ambiente e a non esaltare chi per profitto non rispetta flora e fauna.

Il peggio infatti verrà anche qualora venissero a mancare la flora e fauna, elementi assoluti per la biodiversità naturale l’anello magico che è alla base della vita di tutte le specie presenti sulla Terra.

Nella poesia Caproni ammonisce gli uomini e allo stesso tempo sottolinea che la natura troverebbe il massimo splendore qualora l’uomo si estinguesse. 

Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra

In questa frase c’è l’essenza del potere distruttivo degli uomini riguardo a tutte le altre altre specie viventi. L’uomo sembra essere l’elemento debole della catena naturale, soprattutto nel rapporto con la biodiversità.

Le parole di Caproni contenute nella poesia sono un’aperta denuncia alle azioni dell’uomo che rovinano sempre di più il nostro paesaggio naturale solamente per egoismo e lucro. 

Per noi che siamo ottimisti l’uomo deve far parte del sistema e dare la propria parte. Certo è molto difficile, ma se si comprende che stiamo mettendo a rischio la nostra vita e quella delle future generazioni (i nostri figli) forse qualche stimolo ad impegnarci di più piuò sicuramente prendere forma e convinzione.

E’ giusto il progresso, è giusto cercare di vivere meglio e arrivare ad avere un certo benessere, ma ciò deve essere fatto nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.

Dobbiamo rispettare tutto ciò che fa parte del mondo naturale secondo quanto dice Caproni: dai pesci ai pini, dal lamantino al galagone. Ma ciò è un atteggiamento presuntuoso e irresponsabile, in quanto porterà anche alla fine della specie umana.

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