In una poesia incantevole, “Vedi come si gode il limone d’essere qui”, Mariangela Gualtieri ci regala un potente affresco naturale che costituisce al contempo un inno al qui e ora.
“Vedi come si gode il limone di essere qui” di Mariangela Gualtieri
Vedi come si gode
il limone d’essere qui
slanciato dentro il cielo
piantato nell’intimo
d’una voce
che accoglie e sprigiona
incantatorio fiato di foglie
e il giallo giallo del frutto
assolato.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Vedi come si gode il limone d’essere qui”
Appartiene all’ultima raccolta pubblicata dall’autrice “Vedi come il limone si gode d’essere qui”. Si intitola “Ruvido umano”, ed è uscita nelle librerie nell’aprile 2024 dopo quattro anni di gestazione.
La raccolta, che si articola in sei sezioni (Ruvido umano, Selvatico sacro, Felice te, Nove marzo 2020 e dintorni, Sermone al mio celeste pollaio e Inno), è una delle più potenti scritte da Mariangela Gualtieri. Dalla morte al dolore, dagli orrori del mondo alla contemplazione della natura, la poetessa esplora temi esistenziali concentrandosi sul potere della parola, che spesso si staglia isolata nel verso, pronta a esplodere di significato negli occhi di chi legge.
Il breve componimento che abbiamo appena letto è racchiuso nella terza sezione dell’opera, Felice te, a pagina 63.
Un affresco naturale
Gli uccelli che cinguettano, il cielo colorato di sfumature azzurre, trapunto di nuvole di cotone, una sinfonia di profumi freschi, di canti che parlano di ritorni e promesse al tempo stesso. Ci immaginiamo una scena carica di tepore e di quiete, leggendo questi versi di Mariangela Gualtieri. Nove righe da cui si sprigiona una potenza che incanta.
Il protagonista? Un albero di limoni, felicemente diviso fra lo slancio del cielo e il radicamento della terra. Con gli occhi pieni di sole, vivida visione gialla, il limone “gode d’esser qui”. E noi lettori siamo invitati a contemplarlo e non solo: con quel “vedi” che apre la poesia, l’autrice cesenate ci invita a prendere spunto dall’atteggiamento del limone, a godere della nostra vita, ad essere come lui.
Dalla natura al cuore
Sono molteplici, infatti, i piani che attraversano la poesia di Mariangela Gualtieri. Se da una parte la poetessa vuole descrivere l’eterna, immutabile, “incantatoria” bellezza della natura, dall’altra vuole indicare ai suoi lettori – e prima ancora a se stessa – la strada per ritrovare l’umanità perduta con il troppo orrore del mondo.
Dalla visione esterna si passa così a quella interna: la natura in tutte le sue sfaccettature, dal mondo animale a quello vegetale, ci insegna a vivere il “qui e ora”, a resistere alle difficoltà, a godere di ogni istante, ad attuare gentilezza, a prendere tutto il meglio che ci circonda.
Perché, come ha raccontato la stessa autrice nel corso di un’intervista alla testata giornalistica Ravennaedintorni.it, “bambini e animali ci sono maestri nel loro semplice accogliere la vita, maestri di gioia, chi ha un cucciolo in casa lo sa. Maestri di attenzione e di pienezza. E di tanto altro”.
Chi è Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è una poetessa e scrittrice italiana.
Laureata in architettura allo IUAV di Venezia, ha scoperto la vocazione poetica dopo il 1983, dopo aver fondato, insieme al regista e amico Cesare Ronconi, l’innovativa compagnia Teatro Valdoca.
L’opera di Mariangela Gualtieri spesso accentua l’inadeguatezza della parola alla comunicazione umana (“per il linguaggio che può simulare la sapienza”) ed il bisogno di ricerca di semplicità nel codice linguistico per poter narrare la bellezza del mondo.
Le sue poesie sono intrise di bellezza, di delicata armonia, di gratitudine nei confronti del mondo e delle lettere.