“Un abbraccio ad occhi chiusi” (2022) di Franco Arminio, un inno al potere del contatto umano

15 Aprile 2025

Che potere ha un abbraccio… Ce lo racconta in modo semplice ma straordinariamente potente Franco Arminio, nella sua poesia “Un abbraccio ad occhi chiusi”.

“Un abbraccio ad occhi chiusi” (2022) di Franco Arminio, un inno al potere del contatto umano

Cosa succede quando abbracciamo la persona che amiamo? Ci apriamo a lei, ci mostriamo in ogni nostra sfaccettatura. Spesso, abbracciando qualcuno sveliamo la nostra vulnerabilità. In “Un abbraccio ad occhi chiusi”, il poeta paesologo Franco Arminio racconta con semplicità disarmante il potere che si racchiude dentro a un abbraccio.

“Un abbraccio ad occhi chiusi” di Franco Arminio

Un abbraccio ad occhi chiusi
non si sa quanto dura.
Dentro un abbraccio ad occhi chiusi
si fanno provviste,
si fa cantare il silenzio
nelle ossa piccole,
si fa da mangiare
per animali invisibili.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Un abbraccio ad occhi chiusi”

Nella raccolta Studi sull’amore (2022), Franco Arminio si muove tra versi come un viandante che raccoglie brandelli di intimità lasciati sul ciglio della strada.

Questo libro non è un trattato, ma un quaderno pieno di appunti amorosi: scarabocchi dell’anima, osservazioni delicate, frammenti di umanità sussurrati a bassa voce.

Qui l’amore si fa gesto quotidiano, sentimento spoglio, parola prossima alla vita. “Un abbraccio ad occhi chiusi” è una delle gemme più tenere della raccolta: breve, lieve, ma capace di aprire squarci profondi.

È una poesia che ci conduce nel cuore stesso del bisogno, dove l’amore non è spettacolo ma nutrimento, cura invisibile, sostegno silenzioso.

L’abbraccio, come Arminio lo intende, non è il punto finale di un sentimento, ma il suo inizio umile e potentissimo. Non sappiamo quanto dura, non importa: quel che conta è ciò che accade dentro, mentre le braccia si chiudono e gli occhi si spengono per lasciare parlare qualcos’altro.

La semplicità che incanta

Lo stile di Arminio, anche qui, segue la via della semplicità che incanta. La poesia si compone di pochi versi, costruiti con una struttura essenziale che lascia spazio all’eco delle parole.

L’anafora (“si fa”, “si fa”) dona ritmo e cadenza, come un mantra domestico che rassicura. La metafora si fa corpo: il silenzio che canta nelle ossa piccole è un’immagine struggente e concreta insieme, che suggerisce un canto interiore, quasi prenatale, una musica intima che solo l’abbraccio sa far risuonare.

E poi quella cucina segreta, “si fa da mangiare per animali invisibili”: è un verso di rara dolcezza, in cui l’amore si fa cura per le parti fragili e non dette di noi, per quelle creature interiori che nessuno vede, ma che hanno fame di contatto, di conforto.

Il linguaggio è limpido, quotidiano, e proprio per questo profondamente poetico. Niente orpelli, niente voli retorici: la poesia è costruita con le parole con cui ci si parla in casa, tra chi si vuole bene davvero.

Il potere di un abbraccio

Nel cuore di “Un abbraccio ad occhi chiusi” c’è il desiderio di protezione e la forza della fiducia. Chiudere gli occhi, mentre si abbraccia, è un atto di coraggio affettuoso: significa lasciare il controllo, affidarsi, permettere all’altro di avvicinarsi al nostro nucleo più vulnerabile.

In questo gesto sospeso, senza durata definita, accade qualcosa che non ha nome, ma che Arminio sa suggerire con immagini potenti. Si fanno provviste, ci si prepara alla vita, si custodisce un calore che servirà nei giorni freddi.

L’abbraccio, così, diventa uno spazio fuori dal tempo, un rifugio, una preghiera senza parole. In questa poesia, l’autore riesce a restituire la dimensione spirituale dell’affetto fisico, ricordandoci che i gesti semplici contengono una saggezza antica. Le parole sono vicine alla terra, ma parlano alle nostre profondità.

Non c’è nulla di eclatante: solo la verità disarmante di un bisogno umano universale. Arminio ci insegna che un abbraccio, se dato ad occhi chiusi, può essere la forma più pura di amore: quella che non pretende, non misura, non spiega, ma resta. E nutre.

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