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“Silentium amoris”, la forza che guida il mondo nella poesia di Oscar Wilde

Il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Per l’occasione, vi proponiamo “Silentium amoris”, una poesia di Oscar Wilde dedicata al sentimento totalizzante che muove il mondo.

Una poesia di Oscar Wilde su un sentimento che non conosce distinzioni di genere. per dire La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia è stata proposta dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l’Omofobia e la Transfobia e in seguito riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite. Ogni anno, dal 2004, il 17 maggio è dunque una giornata dedicata alla sensibilizzazione sul tema, con eventi e iniziative internazionali.

Nel corso dei secoli, le vittime dell’omo-bi-transfobia sono state innumerevoli, da donne e uomini sconosciuti a personaggi estremamente noti, artisti, intellettuali, personalità di spicco. Uno fra questi è senza ombra di dubbio Oscar Wilde, poeta e scrittore britannico che nell’era vittoriana ha subito diversi processi e la conseguente incarcerazione a causa del suo orientamento sessuale.

Oggi, vogliamo condividere con voi una delle poesie d’amore dell’autore britannico, emblema del Decadentismo e dell’Estetismo. “Silentium amoris”, che vi proponiamo prima in versione originale e poi in traduzione italiana, è un esempio di come Wilde concepisca questo forte sentimento, che si configura come un’energia totalizzante capace di alimentare il mondo e l’uomo. Leggiamo “Silentium amoris”.

“Silentium amoris” in versione originale

As often-times the too resplendent sun
Hurries the pallid and reluctant moon
Back to her sombre cave, ere she hath won
A single ballad from the nightingale,
So doth thy Beauty make my lips to fail,
And all my sweetest singing out of tune.

And as at dawn across the level mead
On wings impetuous, some wind will come,
And with its too harsh kisses break the reed
Which was its only instrument of song,
So my too stormy passions work me wrong,
And for excess of Love, my Love is dumb.

But surely unto Thee mine eyes did show
Why I am silent, and my lute unstrung;
Else it were better we should part, and go,
Thou to some lips of sweeter melody,
And I to nurse the barren memory
Of unkissed kisses, and songs never sung.

“Silentium amoris” in traduzione italiana

Come spesso il troppo chiaro sole ricaccia la pallida
riluttante luna nella sua caverna ancor prima ch’essa ottenga
dall’usignolo una sola ballata, così dinanzi alla
tua Bellezza le mie labbra vengono meno e discorde si
fa ogni mio dolce canto.

Come all’alba pei prati uguali giunge un vento impetuoso
e col suo aspro bacio spezza il giunco ch’era l’unico
strumento del suo canto, così a me fa male la tempesta
di passione e per eccesso d’Amore il mio Amore è
muto.

Ma certo a Te i miei occhi spiegarono perché io taccio
e lente sono le corde del mio liuto; altrimenti meglio
faremmo a separarci e andare, tu verso labbra più melodiose,
io a nutrire l’arida memoria di baci mai baciati e
canti mai cantati.

Oscar Wilde

Oscar Wilde nasce nel 1854, a Dublino, da una famiglia benestante ed eclettica. Sin dall’infanzia, si distingue per la sua indole solitaria e anticonformista e per la passione per i libri e la poesia. Sebbene a scuola non sia affatto popolare, con l’università tutto cambia: Oscar Wilde si circonda di amici che lo ammirano per il suo modo di essere e di fare.

Intanto, a Oxford il giovane ha l’occasione di conoscere Walter Pater e le sue teorie circa il fine ultimo dell’arte. Il fondatore dell’Estetismo esercita una grande influenza su Wilde e sulle sue opere. Da questo incontro, Oscar Wilde impara infatti a guardare alla scrittura come a un atto fine a se stesso, utile solo alla ricerca del Bello, e comincia a vivere in modo stravagante, inaugurando uno stile esibizionista ed estremamente curato.

Trasferitosi a Londra, l’uomo riceve numerosi inviti ed entra subito nelle grazie dell’alta società della capitale inglese, grazie al suo stile inconfondibile e alla sua arguzia. La madre gli consiglia di trovare un’ereditiera e sposarla per ottenere un valido sostentamento, ma lui rifiuta il consiglio e cerca invece di ottenere una borsa di studio e nel frattempo studia archeologia, senza avere molta fortuna. Per avere di che vivere per qualche tempo, decide di vendere delle case di proprietà della famiglia situate a Bray e nel 1879 riesce a trovare una dimora sul Tamigi per sé e per il suo amico Franck Miles.

Fra lavori saltuari e trasferimenti di casa in casa, Oscar Wilde riesce ad ottenere un lavoro alla Pall Mall Gazette, dove gestisce una rubrica di recensioni. È questo il periodo in cui l’autore riesce a pubblicare le sue prime opere, che non vengono accolte positivamente dalla critica britannica, ma vengono apprezzate negli Stati Uniti.

Wilde viaggia molto, recandosi in Italia, in Grecia e negli Stati Uniti, dove tiene un ciclo di conferenze sull’Estetismo e sui Preraffaelliti.
Tornato in patria, nel 1881 conosce Constance Lloyd e ne rimane affascinato tanto da decidere di sposarla. Dalla donna, Oscar Wilde avrà due figli, ma il matrimonio naufragherà presto, e l’autore, nel 1895, verrà condannato al carcere e ai lavori forzati a causa della relazione omosessuale intrattenuta con un giovane lord inglese.

Autore di numerose e variegate opere, fra cui “Il ritratto di Dorian Gray”, “Il fantasma di Canterville”, “Il principe felice e altri racconti”, “Salomé”, “Intenzioni” e “L’importanza di chiamarsi Ernest”, Oscar Wilde muore nel 1900 in Francia, dove si era trasferito dopo essere stato scarcerato. La sua tomba si trova al cimitero di Père Lachaise, nel 20° arrondissement di Parigi.

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