Silentium amoris (1881) di Oscar Wilde, poesia sull’amore che non può essere dichiarato

26 Maggio 2025

Cosa si prova quando non si può dichiarare il proprio amore per i pregiudizi sociali?Scoprilo con Silentium amoris, poesia di Oscar Wilde.

Silentium amoris (1881) di Oscar Wilde, poesia sull'amore che non può essere dichiarato

Silentium amoris di Oscar Wilde è una poesia che esprime con tutta la sua forza il dolore, la sofferenza nel non poter esprimere apertamente il proprio amore. Una poesia intensa e malinconica che esplora il dolore dell’amore inespresso, soffocato non dall’indifferenza ma da un sentimento troppo forte per essere detto. Il titolo stesso, “Il silenzio dell’amore”, anticipa il tema centrale della poesia, ovvero la tensione struggente tra desiderio e impossibilità di pronunciare, di affermare, di vivere il proprio amore e di conseguenza il proprio stesso essere.

È chiaro che possono essere molte le cause che costringono a limitare i sentimenti, le convenzioni sociali diventano in moltissimi casi l’elemento principale che costringe a frenare gli impeti della passione. Conoscendo la vita di Oscar Wilde è ancora più evidente che le pressioni esterne sono l’elemento principale dei versi della poesia, ma i pregiudizi esterni non riguardano solo l’omosessualità, ma in genere tutte quelle relazioni che non possono avere vita a causa della pressione sociale.

Silentium amoris fa parte della raccolta di poesie Poems di Oscar Wilde pubblicata per la prima volta nel 1881.

Leggiamo questa meravigliosa e malinconica poesia di Oscar Wilde per coglierne il significato.

Silentium amoris di Oscar Wilde

Come spesso il sole troppo splendente
fa tornare la luna pallida e riluttante
alla sua cupa caverna, prima di aver ottenuto
una sola ballata dall’usignolo,
così dinanzi alla tua Bellezza le mie labbra vengono meno,
e tutti i miei canti più dolci stonano.

E come all’alba, attraverso la pianura
su ali impetuose, arriverà un vento
e con i suoi baci troppo aspri spezzerà il giunco
che era il suo unico strumento del canto,
così le mie passioni troppo tempestose mi fanno sbagliare,
e per eccesso di amore, il mio amore è muto.

Ma certamente a Te i miei occhi hanno mostrato
Perché sono silenzioso, e il mio liuto non accordato;
Altrimenti sarebbe meglio che ci separassimo, e andassimo,
Tu verso labbra di più dolce melodia,
e io a nutrire l’arido ricordo
di baci mai baciati, e di canzoni mai cantate.

(Traduzione Libreriamo)

 

Silentium amoris in versione originale

As often-times the too resplendent sun
Hurries the pallid and reluctant moon
Back to her sombre cave, ere she hath won
A single ballad from the nightingale,
So doth thy Beauty make my lips to fail,
And all my sweetest singing out of tune.

And as at dawn across the level mead
On wings impetuous, some wind will come,
And with its too harsh kisses break the reed
Which was its only instrument of song,
So my too stormy passions work me wrong,
And for excess of Love, my Love is dumb.

But surely unto Thee mine eyes did show
Why I am silent, and my lute unstrung;
Else it were better we should part, and go,
Thou to some lips of sweeter melody,
And I to nurse the barren memory
Of unkissed kisses, and songs never sung.

Quando l’amore è eccessivo per essere detto

Silentium amoris è una poesia di Oscar Wilde che esprime l’impossibilità di poter esprimere il proprio amore. In questi versi, il poeta inglese accompagna in un viaggio emotivo in cui l’amore non può trovare voce, perché troppo potente per essere detto. Malgrado, la passione travolgente non ci sono le condizioni per esprimere tutta la passione che si ha dentro. I limiti che la pubblica morale impone in moltissimi casi, e ripetiamo non solo per quanto riguarda l’omosessualità, non è questo a nostro avviso il vero senso della poesia, ma tutti quei grandi amori che non possono essere espressi perché osteggiati dalle dure convenzioni sociali.

“Il silenzio dell’amore” è una condizione che in ogni angolo del Pianeta trova espressione, proprio per questo la poesia di Oscar Wilde è così potente. È il manifesto esplicito contro la “repressione dell’amore”, ovvero quando il giudizio sociale impone che una relazione seppur basata su forti sentimenti, sull’amore, non può avere vita, non può essere accettata in nessun modo, pena il pregiudizio e la condanna sociale, che molte volte è peggio di qualsiasi coercizione imposta dalla legge scritta.

Silentium amoris è la storia di un sentimento che, invece di ispirare parole, genera silenzio. Non un silenzio vuoto, ma carico di emozione, di desiderio represso, di melodie mai nate. Il titolo latino è già di per sé un ossimoro affascinante. Come può l’amore, da sempre celebrato con canti, versi e lettere, diventare muto? Wilde ci risponde con immagini struggenti e una delicatezza fuori dal tempo.

Un amore che va compreso solo con gli occhi, non si può pronunciare

La poesia si apre con una metafora visiva e luminosa: la luna che si ritira davanti al sole troppo splendente. Questa immagine rappresenta il poeta, incapace di parlare all’amato/a perché la sua bellezza è abbagliante, paralizzante. Come la luna fugge via senza che l’usignolo riesca a cantare, così Wilde si sente disarmato, le sue labbra vengono meno, i suoi canti stonano.

Come si può evincere già nell’esordio della poesia, il tema è presentato come universale. Il poeta non sta parlando di una discriminazione imposta dagli altri, ma da un “timore” personale, soggettivo. L’amore, seppur esplosivo, proprio perché grande, è l’elemento che impone di non esprimere i propri sentimenti, le proprie passioni, al fine di proteggere che si ama.

Nella seconda strofa, Wilde paragona le proprie passioni a un vento impetuoso che, pur volendo suonare il giunco, finisce per spezzarlo. Il giunco rappresenta l’anima del poeta, fragile e pronta a cantare. Ma il bacio troppo aspro dell’amore rovina tutto.

Per eccesso di amore, il mio amore è muto.

Il cuore della poesia si rivela in modo esplicito proprio in questo verso. Non l’assenza, ma l’eccesso di amore rende impossibile esprimerlo. Le conseguenze rischierebbero di distruggere tutto, ottenendo l’effetto totalmente contrario.

Nell’ultima parte, Oscar Wilde lascia un’ultima speranza alla comunicazione del suo amore, affidandosi agli occhi, che da sempre sono ritenuti lo specchio dell’anima. Se l’amato/a ha saputo leggere quello sguardo, allora ha capito tutto. Altrimenti, è meglio che ciascuno vada per la sua strada: l’amato/a verso amori più armoniosi, chi ama verso una solitudine piena di ricordi mai vissuti.

Quando l’amore non può trovare vita per i pregiudizi

Ci sono amori che non nascono mai. Amori che esistono nell’ombra, in un sorriso trattenuto, in uno sguardo che scivola via troppo presto. Amori che non trovano spazio, non per mancanza di sentimento, ma perché il mondo intorno li nega, li sminuisce, li censura. Oscar Wilde, con la sua Silentium Amoris, ha dato voce a questo dolore antico e purtroppo ancora attuale: quello di chi ama senza poter amare davvero.

L’amore, che dovrebbe essere il più libero dei sentimenti, è spesso prigioniero delle convenzioni sociali. E non si tratta soltanto dell’amore omosessuale, per cui Oscar Wilde pagò con il carcere e l’umiliazione. Ci sono mille altri amori che la società limita, giudica o condanna.

Gli amori impossibili che non possono essere espressi

La storia, la letteratura, la vita ci insegna che molti amori non possono trovare espressione. Pronunciare esplicitamente la propria passione amorosa potrebbe essere un problema per sé stessi e per cho ama, che poi diventa inevitabilmente la persona più importante. L’amore non si esprime non per codardia, ma per paura di fare male alla persona che si desidera. Ci si limita per altruismo, per proteggere, per evitare le conseguenza che possono generarsi quando l’amore è “condannabile”.

Allora, si cerca in tutti i modi una complicità che possa essere raccolta senza doversi pronunciare. Si lascia all’altro/a la possibilità di scelta, affidandosi totalmente alla sensibilità altri, allo sguardo dice nella poesia Oscar Wilde.

Ricordiamo che nella società sono molti i “mondi opposti” che si guardano con sospetto, che possono manifestare la propria censura riguardo alla nascita di una relazione d’amore. Pensiamo a  quando l’amore unisce due persone che provengono da realtà economiche, culturali o sociali troppo distanti. Sorgono barriere invisibili, fatte di imbarazzi, giudizi familiari, aspettative non dette. E così, anche qui, si tace. Si finisce per non rivelarsi per non sfidare il sistema.

In molte parti del mondo, e sempre più anche accanto a noi, esistono codici culturali o religiosi che impongono chi si può o non si può amare. Chi ha una fede diversa, chi appartiene a un’altra etnia, chi è cresciuto con una visione del mondo non compatibile. L’amore, in questi casi, diventa una forma di resistenza. Ma non tutti hanno la forza di sfidare il proprio contesto, e molti rinunciano, in silenzio, al loro sentimento.

Ci sono amori che arrivano troppo presto o troppo tardi. Quando si è impegnati con altri, quando la vita ha già preso una direzione. Amori che restano sospesi, impronunciabili per rispetto, per dovere, per paura. Eppure esistono, vibrano sotto la superficie. Oscar Wilde lo sapeva bene: “Per eccesso di amore, il mio amore è muto.”

Non sempre i limiti sono scritti nelle leggi. A volte sono solo nei giudizi altrui. Come può una donna più grande di un uomo amare liberamente? Come può un insegnante innamorarsi di uno studente adulto, senza essere travolta da insinuazioni? Come può un amore nato tra colleghi superare le dinamiche di potere? Come può un amore essere accettato quando si è già sposati? Ogni volta che una relazione rompe uno schema socialmente accettato, viene vissuta sotto una lente deformante. E allora ci si protegge, si tace, si finge che le passioni non esistano.

No. Ma è un amore più triste. Perché l’amore ha bisogno di spazio, voce, carne e tempo. Quando resta solo nella testa o nel cuore, si ammala di nostalgia, si veste di malinconia. È quello che Wilde ci racconta: “Io a nutrire l’arido ricordo / di baci mai baciati, e di canzoni mai cantate.”
L’amore negato non è meno intenso, ma è più fragile. Più soggetto alla frustrazione. Più incline a trasformarsi in dolore.

Parlare di questi amori oggi è fondamentale. Non solo per celebrare Oscar Wilde o la bellezza dei suoi versi, ma per dare dignità a tutte le storie che non hanno potuto esistere alla luce del sole. Perché ogni volta che una persona si sente sbagliata per ciò che prova, ogni volta che il mondo la costringe a rinunciare, perde qualcosa anche la collettività.

Solo una società che non impone un’unica forma d’amore è una società davvero libera. E Wilde, con la sua poesia, ci ha indicato questa strada: quella di un amore che, anche nel silenzio, resta autentico. Ma che merita, oggi più che mai, di trovare finalmente la sua voce.

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