“Sii dolce con me. Sii gentile” (2010) di Mariangela Gualtieri, poesia sul potere della gentilezza

19 Ottobre 2025

Scopri il significato di "Sii dolce con me. Sii gentile" di Mariangela Gualtieri, una poesia che insegna la dolce forza rivoluzionaria della gentilezza.

"Sii dolce con me. Sii gentile" (2010) di Mariangela Gualtieri, poesia sul potere della gentilezza

Sii dolce con me. Sii gentile di Mariangela Gualtieri è un inno alla delicatezza come forma di grandezza e di saggezza. La gentilezza è il dono più grande da offrire e da ricevere, la cura più necessaria per sé stessi e per gli altri. In tempi come questi, i versi dell’autrice risuonano come una verità urgente: danno voce a tutti coloro che subiscono la violenza, verbale o fisica, e l’indifferenza di chi dovrebbe invece proteggere, custodire, amare.

È una poesia che ha il tono di una preghiera laica, un’invocazione d’amore e di consapevolezza. Ci ricorda quanto fragile e sacra sia la vita, quanto breve il tempo che abbiamo per essere qui, in questo corpo, accanto ad altri corpi. Non serve molto per essere gentili: a volte basta un grazie sincero, uno sguardo, un gesto di gratitudine verso chi ci è vicino e ci offre la sua grazia silenziosa.

Sii dolce con me. Sii gentile appartiene alla sezione “Mio vero” della raccolta Bestia di gioia, pubblicata da Einaudi nel 2010.

Leggere questa poesia di Mariangela Gualtieri significa riconnettersi con la propria parte più autentica e accogliere un messaggio che oggi è più necessario che mai. La gentilezza come forma di resistenza e di amore universale.

Sii dolce con me. Sii gentile di Mariangela Gualtieri

Sii dolce con me. Sii gentile.
È breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.

Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile, tiepido. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.

Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.

La gentilezza è la più grande cura alla fragilità dell’essere

Quanta bellezza emerge dai versi della poesia di Mariangela Gualtieri. Sii dolce con me. Sii gentile parla dell’amore come custodia, della vita come miracolo fragile, dell’umano come condizione sacra e imperfetta.
Mariangela Gualtieri costruisce un canto dedicato al corpo e alla materia, ma anche alla luce e allo spirito, mostrando come tutto sia connesso: il mondo vegetale, animale e umano, uniti dalla stessa necessità di essere trattati con attenzione.

La poetessa ricorda che la vera grandezza non risiede nella forza o nel dominio, ma nella capacità di toccare il mondo con leggerezza. La dolcezza diventa così una forma di intelligenza, un linguaggio dell’anima, un modo per appartenere al tutto senza ferirlo.

In questa prospettiva, il prendersi cura delle persone a cui si vuole bene assume un valore essenziale. Non basta dichiarare affetto o amore: occorre dimostrarlo attraverso la presenza, l’ascolto, la delicatezza dei gesti quotidiani. La gentilezza, nelle relazioni, è per Mariangela Gualtieri la prova più autentica dell’amore, quella che sa accogliere la fragilità dell’altro e lo protegge senza dominarlo.

La poesia è un appello accorato alla gentilezza, fondato sulla consapevolezza della nostra natura effimera. Mariangela Gualtieri, con il suo stile inconfondibile che unisce un linguaggio quasi colloquiale a una visione cosmica, invita a considerare il valore inestimabile del presente e del nostro essere “corpi”.

Una lezione sull’importanza di essere gentili di Mariangela Gualtieri

La poesia inizia con un appello semplice ma gravido di significato:

Sii dolce con me. Sii gentile.

Fin dall’apertura si dischiude la tematica centrale dell’opera, la gentilezza come modalità esistenziale, la dolcezza come competenza umana. Non si tratta solo di cortesia, ma di una scelta etica. Scegliere di essere gentili equivale a riconoscere l’altro nella sua fragilità e dignità.

Segue subito una constatazione:

È breve il tempo che resta.

Qui la poetessa introduce il principio assoluto dell’essere, ovvero la consapevolezza che la vita è destinata a finire e velocemente. La vita è limitata, e questa brevità non viene usata come leva di disperazione, ma come motivo di attenzione. Nel riconoscere che il tempo è poco, sorge l’urgenza di vivere “ora” con cura, di non rimandare i gesti che contano. Amare adesso “coltivare” la bellezza della vita in tutti i suoi aspetti e ogni cosa che esiste intorno, perché la vita è troppo veloce e come tale il tempo per godere di questa ricchezza è breve.

Poi
saremo scie luminosissime.

Con questa immagine Mariangela Gualtieri offre la dimensione successiva alla vita. Gli umani superata la fine diventeranno “polvere cosmica”, pura energia e i corpi che si abitavano non saranno più.

E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.

La poetessa tocca il vero senso dell’esistenza, il valore della vita che scorre tuti i giorni. Solo quando si arriva alla fine esploderà la nostalgia di qualcosa di davvero speciale. Bisogna prendere coscienza che la vita va vissuta e goduta, in tuttge le sue forme e nel rispetto massimo din tutto ciò che cin circonda.

Capita a tutti di vedere nella vita futura la via d’uscita alla vita che si vive tutti i giorni. È chiaro che il presente per tantissime persone non offre nessuna gioia. Serve quindi dare senso al valore del presente e fare in modo di cambiare il modo di porsi e di affrontare la vita, perché la gioia possa splendere.

È un invito a riconoscere la preziosità dell’essere in vita adesso, prima che si diventi materia.

Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.

Qui la poetessa focalizza l’attenzione sul corpo e sul gesto: la carezza, lo sfiorare la guancia. Quei gesti che oggi abbiamo a disposizione potrebbero mancare in un altro stato dell’essere, sicuramente non saranno come quelli in cui si abita un corpo. Ecco allora che la corporeità, l’“umano” concreto, è al centro della riflessione come luogo di esistenza e di memoria.

Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.

Questi versi uniscono l’immagine del corpo e della materia (“im­perfetto”) con un’immagine di luce (“fotoni lucenti”). La perfezione della luce non basta, se manca l’imperfezione del corpo che la porta. Gualtieri dice che l’im­perfetto ha valore in sé e che, forse, sarà ciò che rimpiangeremo.

In altre parole, gli umani idealizzano una vita ultraterrena in cui tutto diventa perfezione, il paradiso a cui tutti tendono, ma è in questa vita che si deve ambire ad essere migliori. “Del doman non v’è certezza”, recitava Lorenzo de’ Medici, è adesso che è importante dimostrare di essere migliori.

Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.

In questi versi la voce poetica si rivolge all’altro e a sé stessa: la cura non è solo verso l’altro, ma anche verso se stessi. I cristalli sono fragili, trasparenti, preziosi: la poetessa chiede che si tratti l’essere umano con la stessa delicatezza. È una responsabilità reciproca.

Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile, tiepido.

In questi versi viene asserita la dignità dell’essere umano: la fragilità non è difetto ma valore. L’essere umano è più prezioso di qualsiasi opera d’arte protetta o isolata. È affettivo, è fragile, è tiepido, vive nella relazione e nell’emozione.

La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo.

In questi versi c’è tutto il senso del messaggio di Mariangela Gualtieri, la vita vera è quella che viviamo tutti i giorni, quella che esiste nella sua diversità e come tale il rispetto, la dolcezza deve essere orientata a tutti nessuno escluso. La poetessa estende la gentilezza a tutto ciò che vive, riconoscendo il fondamento stesso dell’esistere.

Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie

Questo lungo elenco nomina tutte le manifestazioni della vita, gli esseri viventi nella loro totalità e invita alla cura per ciascuna. La dolcezza riguarda tutto ciò che circonda, solo così possiamo aver cura della vita di ogni individuo e pensare anche di garantire il miglior mondo possibile alle future generazioni.

Un concetto che viene ribadito nei versi successivi.

fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.

Ogni cosa presente sulla terra merita gentilezza, animale e vegetale, perché la vita stessa dipende dalla cura che è garantita alle piante, agli animali.

Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.

La conclusione apre un respiro di gratitudine. Non ogni giorno, ma “ogni tanto”, perché dimentichiamo , ma l’invito esiste. Essere corpo e essere scelto implica che ogni relazione è un privilegio, un “incastro” di compagni d’amore, non solo in senso romantico, ma nella comunione umana.

Ogni verso della poesia non è casuale ma un pezzo di un disegno che parla del tempo, del corpo, della dignità, della relazione e della cura. Mariangela Gualtieri non offre soluzioni banali, non promette la perfezione. Offre una visione composta, silenziosa, potente della gentilezza come modo di stare al mondo, come scelta e come responsabilità.

La gentilezza salverà il mondo

La società contemporanea appare sempre più scontrosa, attraversata da gesti di violenza visibile e invisibile, dove il linguaggio ferisce e la sopraffazione sembra essere diventata la norma. È un tempo in cui la dolcezza è diventata un atto controcorrente, un gesto di coraggio. Si confonde la forza con il dominio, la sicurezza con l’arroganza, la libertà con l’indifferenza.

In questo clima di fretta e distrazione, si smette di vedere davvero l’altro, di riconoscerlo come presenza viva. Ci si abitua a trattare chi sta accanto come un’estensione di sé, come qualcosa da controllare o da possedere, dimenticando che ogni essere umano è un dono, non una proprietà.

Mariangela Gualtieri, con la semplicità e la purezza di chi parla al cuore, ricorda che la vita non ci appartiene, ma ci attraversa. E che le persone che camminano accanto a noi non sono un diritto, ma una grazia da custodire. Ogni incontro, per quanto breve, è un’occasione per essere grati.

La poetessa invita a tornare a dire grazie, a restituire valore alle parole di cura, a rallentare lo sguardo per accarezzare la realtà invece di pretenderla. È un invito alla presenza, alla consapevolezza, alla responsabilità di chi sceglie di abitare il mondo con attenzione.

In un’epoca in cui tutto sembra urgente, la poesia di Gualtieri suggerisce un’urgenza diversa, più silenziosa ma più vera. È fondamentale proteggere ciò che è vivo e coltivare la gentilezza come forma di civiltà. Perché la violenza non abita soltanto nei conflitti, ma anche nei gesti minimi della distrazione, nelle parole taglienti, nelle assenze che feriscono, nella dimenticanza dell’altro.

La vera rivoluzione oggi consiste nel ringraziare. Nel riconoscere che chi resta vicino, chi ascolta, chi ama in silenzio, compie ogni giorno un atto straordinario.
Significa riscoprire il valore di ciò che è semplice e vitale: un abbraccio, una parola gentile, uno sguardo sincero. Ogni persona, ogni animale, ogni filo d’erba, ogni respiro merita rispetto e cura.

Essere dolci, come ricorda la poetessa, non è un segno di debolezza ma una scelta di forza interiore. È decidere di custodire invece di possedere, accogliere invece di giudicare, curare invece di ferire. È un modo diverso di stare nel mondo, fondato sull’empatia e sulla responsabilità affettiva.

In un tempo che ha smarrito la misura dell’amore, la voce di Mariangela Gualtieri riporta al suo centro più autentico. Ricorda che la vita è un bene fragile, che chi ci sta accanto è un dono, e che ogni giorno rappresenta un’occasione per tornare umani. Perché, alla fine, è davvero la gentilezza che salverà il mondo.

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