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“Signore, io amo”, la poesia di Tagore sulla bellezza e l’armonia della vita

"Signore, io amo", una poesia di Tagore che esprime riconoscenza verso la bellezza e l'armonia che la vita e la natura sanno donarci.

“Signore, io amo” è una poesia di Rabindranath Tagore, contenuta nel libro “Canti e poesie“. È una vera e propria preghiera per esprimere l’amore e la riconoscenza per i grandi e bellissimi doni della vita. Qui vengono affrontati i temi più cari al poeta: la presenza del divino sulla terra, l’amore, la pace, la bellezza della natura. Un modo, questo, per leggere e ricordare quanto l’esistenza sia in grado di darci dei doni indicibili. 

L’amore per la vita

Una preghiera commovente dove Rabindranath Tagore, celebre scrittore indiano Premio Nobel per la Letteratura del 1913, ringrazia e prega il signore di ciò che la vita gli ha dato. Come se fosse un colloquio tra l’umano e il divino, Tagore ci fa sentire la presenza di quest’ultimo negli spazi sconfinati, nelle luci, nei suoni, nell’incanto della natura che ci circonda. Natura che è mossa da un sentimento: l’amore. Una pulsione, una forza che si espande ovunque e ha come oggetto, l’altro tema fondamentale della poesia, ovvero la pace. Tutto nella vita, (l’orizzonte, la luce dell’azzurro, le rive del fiume..), è armonia, è traduzione di quella pace che riecheggia nella bellezza della natura.
Tutto questo però avrà una fine, una fine inevitabile davanti alla morte. L’uomo dovrà rinunciare nel momento della morte a tutta questa bellezza e così, Tagore, chiede a Dio la  forza di accettare con gioia il destino di sofferenza assegnato all’uomo. 

Le poesie più belle di Rabindranath Tagore

Le poesie più belle di Rabindranath Tagore

Le più belle poesie di Rabindranath Tagore, celebre scrittore indiano Premio Nobel per la Letteratura del 1913

Signore, io amo di Rabindranath Tagore

Signore, io amo 
la pace che abita nelle risaie,
estese fino al più lontano orizzonte, il suono echeggiante 
nella chiara luce dell’azzurro,
l’incanto che la gorgheggiante musica gioca
sulle solitarie rive del fiume.
La mia capanna è avvolta dal vento, dal cielo e dalla luce, in contentezza, gioia e felicità. 
Tuttavia quando il tuo Messaggero
giungerà con l’Invito, dammi la forza di gettare tutto via,
e accettare pieno di gioia il peso della tua opera, mediante la morte e la sofferenza. 

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