Settembre è il mese in cui il tempo sembra fermarsi. Le giornate ancora calde rallentano, la luce diventa dorata e i ricordi si mescolano al presente con naturalezza. Nella poesia Ecco il giorno e l’aspetta settembre, Patrizia Cavalli, voce tra le più intense della poesia contemporanea, riesce a trasformare questo passaggio stagionale in un momento di rivelazione,
Nei suoi versi non c’è nostalgia struggente, ma un invito a guardare la vita con occhi attenti, a trovare bellezza nelle sfumature e nei dettagli. La sua scrittura fa di settembre una soglia luminosa, un punto di equilibrio tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà, dove il tempo diventa presenza e memoria.
Ecco il giorno e l’aspetta settembre fa parte del ciclo di Settembre della raccolta di poesie Vita Meravigliosa di Patrizia Cavalli pubblicata da Einaudi per la prima volta nel 2020.
Leggiamo la splendida poesia di Patrizia Cavalli per coglierne l’immenso significato.
Ecco il giorno e l’aspetta settembre di Patrizia Cavalli
Ecco il giorno e l’aspetta settembre,
il suo immobile ardore un po’ fiaccato,
la languida estiva sbavatura. Eccomi.Ai minuti, al facile perdono,
ai mercati scintillanti di materia,
all’invito innocente del mattino,
alla corsa, al gentile riposo.Nell’aria imbambolata
facce bellissime passano per strada,
perduti amici miei li riconosco.Il tempo senza tempo di settembre
si ripete, estate e infanzia
sono ancora insieme.
Settembre come stato di grazia. Il tempo che ci invita a godere di ciò che c’è
In Ecco il giorno e l’aspetta settembre, Patrizia Cavalli ci accompagna in una riflessione poetica che non ha nulla di malinconico. Al contrario, i suoi versi raccontano un benessere profondo, una pacificazione interiore. Settembre diventa il mese in cui il tempo rallenta e la coscienza si apre, accogliendo il mondo con sguardo lucido e grato.
La scrittura è limpida e intensa. Ogni parola è scelta con cura per descrivere il presente come spazio di grazia, dove azione e quiete, materia e spirito, passato e presente convivono armoniosamente. Non c’è sofferenza nel cambiamento, ma c’è un atto di fiducia, di disponibilità, espresso nel potente “Eccomi”.
La poesia di Patrizia Cavalli riesce a tradurre settembre in un’esperienza di pienezza. Non c’è nostalgia, c’è invece un senso di fiducia, di abbandono sereno al flusso delle stagioni. Il tempo non è percepito come una minaccia, ma come un cerchio che contiene passato e presente. Il concedersi alla vita diventa l’espressione naturale di questa disponibilità, un atto semplice, senza dramma, che rivela il coraggio di aprirsi al mondo.
Patrizia Cavalli trasforma il mese della malinconia in armonia e accoglienza
Settembre come dolce transizione
Ecco il giorno e l’aspetta settembre,
il suo immobile ardore un po’ fiaccato,
la languida estiva sbavatura. Eccomi.
La poesia si apre con un’immagine di settembre che non chiude ma accompagna: “l’ardore fiaccato” e la “sbavatura” raccontano una stagione che non svanisce, ma si trasforma. La scelta delle parole è delicata: non c’è malinconia, solo un tempo che rallenta.
Patrizia Cavalli presenta settembre come una presenza viva, quasi una persona che “attende il giorno”. Non è un mese che annuncia la fine dell’estate con malinconia, ma una stagione che respira: il caldo è “fiaccato”, non spento; la “sbavatura” suggerisce contorni che si sfumano, come in una pittura delicata.
L’“Eccomi” non è drammatico, ma atto di totale apertura. È un’affermazione di presenza e disponibilità ad accogliere il tempo così com’è. Non è resa, ma consapevolezza. il presente è degno di essere vissuto. È un atto di totale disponibilità al reale, un gesto di apertura verso ciò che accade, senza opporre resistenza.
Lasciarsi prendere dalle piccole cose
Ai minuti, al facile perdono,
ai mercati scintillanti di materia,
all’invito innocente del mattino,
alla corsa, al gentile riposo.
Questa strofa è una dichiarazione d’amore per la quotidianità. Patrizia Cavalli rivolge il suo sguardo a dettagli concreti. La vita è fatta da i minuti che scorrono, i mercati colmi di materia, i mattini, la corsa, il riposo. Tutto ha lo stesso valore poetico, non esiste gerarchia tra spirituale e materiale.
Il perdono è “facile”, il riposo è “gentile”. Questi due aggettivi rivelano un rapporto di armonia con il mondo. È un elogio di una vita semplice e luminosa, in cui ogni cosa trova il suo posto.
Il presente che contiene il passato, ed è già futuro
Nell’aria imbambolata
facce bellissime passano per strada,
perduti amici miei li riconosco.
Nella terza strofa della poesia il tempo sembra rallentare. “L’aria imbambolata” crea una dimensione sospesa. Nella calma del momento, i volti evocano amici lontani. Non c’è dolore, ma la consapevolezza che il passato è vivo e continua ad accompagnarci. È un modo di vivere il ricordo come compagnia, non come mancanza.
Tutto questo prepara ad affrontare il presente con la consapevolezza che il domani sarà migliore. Emerge un senso di ottimismo che offre a settembre una visione nuova, quasi come il periodo in cui si avverte un senso di rinascita.
Settembre il mese del tempo senza tempo
Il tempo senza tempo di settembre
si ripete, estate e infanzia
sono ancora insieme.
Il finale racchiude il significato più profondo: settembre diventa un tempo circolare, in cui i confini tra le età della vita svaniscono. Estate e infanzia si incontrano: la maturità e la pienezza dell’esperienza si intrecciano con l’innocenza delle origini.
È qui che nasce lo stato di grazia. Emerge dai versi di Patrizia Cavalli un presente così denso da contenere tutto, dove passato e futuro si dissolvono. La poetessa mostra che vivere così è possibile, basta fermarsi, osservare, e dire “Eccomi” al mondo.
Vivere la vita e il tempo con la giusta consapevolezza
La poesia di Patrizia Cavalli non è un semplice ritratto stagionale, ma una riflessione universale sulla nostra capacità di abitare il presente. Settembre diventa un simbolo: non il mese della malinconia o della fine, ma una soglia luminosa, un momento in cui la vita rallenta per insegnarci ad ascoltare.
In questi versi non c’è nostalgia struggente: c’è accettazione. Il tempo non è una linea che ci allontana da ciò che eravamo, ma uno spazio in cui il passato resta vivo, stratificato nel nostro sguardo. Le memorie non sono fantasmi, ma presenze che ci accompagnano.
L’“Eccomi” di Patrizia Cavalli non è un grido eroico, ma un gesto silenzioso di fiducia. È la dichiarazione di chi sceglie di aprirsi al mondo, senza resistenze, trovando bellezza anche nella semplicità dei gesti quotidiani.
Questo è lo stato di grazia che la poesia ci regala: la possibilità di vivere pienamente, senza temere il cambiamento, riconoscendo nel ritmo lento delle stagioni una promessa di equilibrio. Patrizia Cavalli ci invita a guardare con occhi nuovi la vita di tutti i giorni, scoprendo che anche in una mattina di settembre possiamo trovare pienezza, memoria e pace.