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“Prima che il Tempo li sciupasse” di Konstantinos Kavafis, una poesia sul tempismo del destino

Tutto ha un inizio e una fine: è il ciclo della vita. Il tempismo con cui accadono certe cose, però, è poesia. Ce lo racconta Kavafis in "Prima che il Tempo li sciupasse".

A volte sono piccole coincidenze. A volte sono grandi accadimenti che ci sconvolgono per il tempismo con cui si verificano. “Prima che il Tempo li sciupasse” è una profonda poesia in cui il poeta greco più amato della contemporaneità, Konstantinos Kavafis, ci racconta proprio di questo.

I versi sono tratti dalla raccolta “Poesie d’amore. Kavafis“, edita da Passigli Poesia nel 2002. La traduzione è curata da Tino Sangiglio, docente universitario di poesia neogreca.

“Prima che il Tempo li sciupasse” di Konstantinos Kavafis

Fu causa di grande       dolore per loro separarsi.
A volerlo non furono loro       ma le circostanze.
Necessità della vita       costrinsero l’uno
a partire lontano –       New York o Canada.

Certo, non era più lo stesso       il loro amore:
gradualmente era scemata       l’attrazione,
si era affievolita di molto        l’attrazione.

Ma la separazione       non l’avevano voluta loro:
furono le circostanze.       – O forse il Destino
si è mostrato artista,       separandoli adesso
prima che l’amore morisse,       prima che il Tempo li sciupasse:
sarà l’uno per l’altro       come fosse sempre
il bel ragazzo       di ventiquattro anni.

Tempo e Destino

Eugenio Montale definiva Konstantinos Kavafis “un vero alessandrino, nello spirito e nella carne”. Colui che viene ricordato per essere il più antico dei poeti moderni si è servito della ricca tradizione di cui era figlio per fare immergere anche noi, suoi lettori a generazioni e secoli di distanza rispettivamente da lui e dai suoi modelli, nelle atmosfere della poesia classica.

“Prima che il Tempo li sciupasse” è una poesia stupefacente: già nella forma, che utilizza il verso alessandrino nella sua versione del settenario spezzato, mantenuta in traduzione italiana.

Il componimento parla di separazione. La rottura non è soltanto nel contenuto, così, ma anche nella forma.

Grande è il dolore nel doversi separare definitivamente. Non è una scelta dei due protagonisti del componimento, di cui non sappiamo veramente nulla, nemmeno dove sono diretti adesso – New York o Canada, chissà -. Soffrono all’idea di ciò che verrà, l’uno senza l’altro. I primi versi giocano tutti sul dolore della separazione.

Poi, arriva il commento, come una voce fuori campo: il loro amore non era più lo stesso. E infine, la poesia: Il Destino – personificato – ha agito per infrangere il loro legame. Forse provvidenzialmente, prima che il Tempo – altrettanto umanizzato – li sciupi in maniera irrimediabile.

Con questi versi, Kavafis ci fa dono di una storia che appartiene a molti di noi: destino e tempo danzano, plasmano le nostre vite in modi insospettabili. Solo dopo il dolore, la rabbia e il lutto, riusciamo a vedere chiaro, a scorgere la poesia anche nei momenti bui. Così, capita che degli amori finiscano improvvisamente, o non inizino mai, e si cristallizzino nel cuore come istanti di bellezza eterna, a cui ritornare ogni volta che si vuole.

Chi è Konstantinos Kavafis

Konstantinos Petrou Kavafis nasce ad Alessandria d’Egitto il 29 aprile 1863 da genitori greci originari di Istanbul. Il padre è un ricco commerciante che non fa mancare nulla alla famiglia ma, purtroppo, muore inaspettatamente nel 1870, quando Konstantinos è ancora solo un bambino.

A seguito dell’evento luttuoso, la famiglia è costretta a trasferirsi nel Regno Unito, prima a Liverpool e poi a Londra. L’ennesimo trasferimento avviene nel 1879, quando Konstantinos ritorna ad Alessandria d’Egitto. Pochi anni dopo, la famiglia è obbligata a lasciare Alessandria per rifugiarsi in un luogo più sicuro: le rivolte nazionaliste del 1885, infatti, infuriano e preoccupano tutti.

L’autore de “Prima che il Tempo li sciupasse” si trasferisce perciò per un breve periodo a Istanbul, ma ben presto rientra nella sua città natale, dove rimane per tutta la vita. Ad Alessandria, Konstantinos scrive ininterrottamente e sperimenta diverse professioni: fa il giornalista, poi diventa agente di Borsa, e infine ottiene un incarico al Ministero egiziano dei lavori pubblici, dove esercita la professione di interprete.

Fra il 1891 e il 1904, Konstantinos Kavafis scrive e pubblica molte poesie, che nell’immediato non lo rendono celebre, ma che concorreranno a farlo divenire uno fra i poeti greci più conosciuti e amati dal grande pubblico – greco e non – dopo la sua morte, avvenuta il 29 aprile 1933 – nel giorno esatto del suo settantesimo compleanno – a seguito di un tumore alla laringe.

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