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Una poesia di Mario Luzi, per condannare ogni forma di terrorismo

Per condannare l'attentato terroristico avvenuto a Mosca abbiamo scelto "Muore ignominiosamente la repubblica" poesia di Mario Luzi.

Muore ignominiosamente la repubblica di Mario Luzi è una poesia che proponiamo dopo l’ennesimo vile e barbaro attacco terroristico avvenuto a Mosca ai danni di civili inermi. 

Troviamo la poesia fortemente contemporanea. I contesti sono diversi, ma, la barbarie e la viltà sono uguali.

Mario Luzi scrive il poema durante gli anni di Piombo italiani, una pagina tragica della nostra storia contemporanea. 

Nel 1978, il poeta fiorentino, pubblicò per Garzanti la raccolta Al fuoco della controversia. Muore ignominiosamente la repubblica, fa parte di questo volume.

L’Ignominia, basta leggere qualsiasi dizionario è Il disprezzo o la vergogna nei riguardi di azioni disonorevoli. Il terrorismo quindi, per Mario Luzi, è ignominioso. 

Una barbarie che non può trovare giustificazioni

Il terrorismo va criticato sempre. Non si può in nessun modo giustificare la morte di persone che si riuniscono per godere un momento di gioia.

Il 22 marzo 2024 diventerà un’altra data indelebile nella storia dell’umanità. A Mosca un commando armato a sacrificato crudelmente poveri innocenti chestavano assistendo ad un concerto al Crocus City Hall di Mosca.

Se ci pensiamo il 7 ottobre 2023 l’attacco al Rave in Israele, il 13 novembre al Bataclan di Parigi (sempre un concerto) e possiamo continuare, la strategia dei terroristi è colpire la gioia, la felicità di persone che condividono un momento di evasione  insieme.

Il terrorismo è il male assoluto. Colpire gli innocenti è vigliaccheria pura. Il credo che va eliminato chi non fa parte della stessa religione, dello stesso credo politico, della stessa cultura, dello stesso colore delle pelle è pura follia. 

Il fondamentalismo di qualsiasi natura non va sostenuto e coloro che lo fanno finiscono per diventarne complici. 

Leggiamo la poesia di Mario Luzi. 

Muore ignominiosamente la repubblica di Mario Luzi

Muore ignominiosamente la repubblica.
Ignominiosamente la spiano
i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.
Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.
Tutto accade ignominiosamente, tutto
meno la morte medesima — cerco di farmi intendere
dinanzi a non so che tribunale
di che sognata equità. E l’udienza è tolta.

Il duro monito di Mario Luzi

Mario Luzi in questa poesia si riferisce agli anni di Piombo. Ma, riteniamo che il testo possa essere attuale e riferibile a tutto il terrorismo. 

Il poeta nato a Castello (Firenze) il 20 ottobre 1914, chiede giustizia riguardo alla viltà delle uccisioni del terrorismo. 

Con ossessiva insistenza Mario Luzi sottolinea il carattere ignominioso, vergognoso, del terrorismo. Ogni forma di terrorismo merita la pubblica condanna.

Ma iniziamo a scorrere il testo per coglierne il significato.

Muore ignominiosamente la repubblica.
Ignominiosamente la spiano
i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.

Il poeta mette in evidenza la profonda crisi valoriale e sociale provocata dal terrorismo. In realtà, c’è chi specula sul terrore, soggetti la cui unica realizzazione è creare il caos.

La repubblica fa riferimento alla nostra Italia, ma vogliamo allargare il significato della poesia all’intero ordine mondiale. Non c’è stato che può dichiararsi sicuro riguardo a questa minaccia.

Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.

In questa parte della poesia, Luzi fa riferimento proprio a chi specula sul caos. Sono persone che bramano il potere, gli esclusi dal comando che come sciacalli cercano con ignominia di ottenere il loro successo personale. 

Gli orfani del potere, sono da considerarsi esseri malvagi e degradati come i corvi, gli sciacalli. L’ignominia e la vergogna sono dovunque. La sete di potere è ignominia.

Gli approfittatori di ogni colore politico attendono che lo Stato democratico muoia, travolto dalla violenza degli estremismi, come i  corvi e gli sciacalli che si cibano di cadaveri.

Sperano di approfittare della morte della repubblica per favorire i propri piani politici.

Il senso è chiaro, è una lotta di potere continuo. La ricerca spasmodica del dominio porta ad azioni ignominiose.

In ogni parte del mondo, in ogni stato, in ogni repubblica sono gli avidi del potere a guidare la follia omicida dei terroristi.

Tutto accade ignominiosamente, tutto
meno la morte medesima — cerco di farmi intendere
dinanzi a non so che tribunale
di che sognata equità. E l’udienza è tolta.

Solo la morte non è ignominiosa, la morte è l’unica cosa seria in una simile situazione. La morte merita rispetto e va celebrata e ricordata per sempre. La morte merita giustizia.

Mario Luzi quindi si appella ad un tribunale ideale, immaginario. È il tribunale della vita, della storia. Il tribunale ideale in grado di poter assicurare la tanto desiderata pena per chi si muove con ignominia.

Un tribunale che dovrà condannare per sempre questi vigliacchi in nome di una giustizia universale.

Ci scusiamo apriori con Mario Luzi, ovunque egli sia, se abbiamo allargato il senso della poesia, ma l’ignominia del terrorismo non conosce epoca e non conosce quartiere. 

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