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“Pioggia d’aprile” (1890) di Luigi Pirandello, sublime poesia di un amore primaverile

Scopri i magici versi di "Pioggia d'aprile", la poesia che un giovane e romantico Luigi Pirandello dedica all'amata Jenny Schulz-Lander, ragazza tedesca conosciuta quando studiava a Bonn.

Pioggia d’aprile di Luigi Pirandello è una poesia che sembra una lettera, una dichiarazione d’amore, una dedica dolce, delicata, sensuale alla giovane donna di cui si è infatuato, osservata nella sua spontaneità.

Pirandello mette in versi un sentimento fatto di meraviglia, desiderio e pudore, ambientato in una giornata di pioggia primaverile che diventa metafora del risveglio amoroso.

Pioggia d’aprile, è il titolo che ormai viene associato alla poesia, fu scritta nel 1890 ed è il XIV componimento poetico della raccolta di poesie Pasqua di Gea di Luigi Pirandello, pubblicata per la prima volta  a Milano nel 1891. L’intera raccolta fu scritta dall’autore in Germania a Bonn tra il 1889 e il 1890. Le poesie sono dedicate ad una giovane tedesca, Jenny Schulz-Lander, di cui Pirandello era innamorato.

Leggiamo questa poesia di Luigi Pirandello per viverne l’ingenua sensualità e apprezzarne il significato.

Pioggia d’aprile di Luigi Pirandello

Attoniti, dai nidi
nuovi sui vecchi tetti
guardano gli augelletti,
mettendo acuti gridi,
cadere l’invocata
pioggia di mezzo aprile.
Tu dietro la vetrata
de la finestra bassa
come lor guardi e ridi.
È nuvola che passa,
giovinetta gentile:
la rosa imbalconata
metterà foglie nuove.
Su la tua bocca io tanti
baci vorrei contare,
o giovinetta, quanti
in questo punto sono
che dicon: “Guarda, piove!”
Sorpresa curiosa,
e curiosa voglia!
io prego che tu voglia
lasciarmela passare…
Via, te la prendi a male?
Io chieggoti perdono:
ma un bacio è dolce cosa,
un bacio non fa male.

Il magico racconto dell’ingenuo desiderio della donna che si ama

Pioggia d’aprile è una poesia di Luigi Pirandello che rivela un nuovo volto del grande genio della letteratura siciliano. Nei versi del poeta si percepisce una parte intima, tenera, giovanile dell’autore. Quando scrisse la poesia e l’intera raccolta lo scrittore aveva ventitré anni e si era infatuato di una giovane ragazza tedesca, che aveva conosciuto in Germania quando era studente.

Lei era Jenny Schulz-Lander e lo aveva ospitato come pensionante dai genitori. I due si erano legati, anche se Pirandello, per motivi di salute, dovette tornare in Italia e rinunciare al previsto matrimonio Aprendo le pagine iniziali della raccolta Pasqua di Gea, si può leggere la dedica proprio alla ragazza.

Pirandello mette in versi un sentimento fatto di meraviglia, desiderio e pudore, ambientato in una giornata di pioggia primaverile che diventa metafora del risveglio amoroso. Lo scrittore la immagina dietro una finestra bassa, che la separa dal mondo e insieme la mette in scena. Sorride, guarda la pioggia che scende, mentre fuori gli uccellini, novelli come lei, strillano stupiti. È una bellezza semplice, spontanea, che non sa nemmeno di essere tale. E proprio per questo, incanta.

È un’immagine eterea che appare come una “giovinetta gentile”, una nuvola che passa, un’apparizione che lascia il segno. La rosa sul balcone — pianta fragile e forte — è l’immagine perfetta per lei: promessa di una fioritura ancora da venire.

Ma il cuore della poesia è tutto nel desiderio dolce e impacciato che non riesce più a trattenere. Non c’è erotismo dichiarato, non c’è fuoco. C’è solo tenerezza, voglia di contatto, stupore per la vita che si risveglia. Una richiesta timida ma sincera: un semplice bacio. È così che Pirandello dedica a questa donna una delle sue poesie più umane e romantiche. Perché a volte basta un gesto non fatto, un bacio appena pensato, per restare per sempre in una poesia.

Andando più in profondità nei versi della poesia, possiamo apprezzare la meraviglia stilistica del Pirandello poeta.

Il contesto primaverile

Il poeta inizia la poesia dando vita alla sua osservazione.

Attoniti, dai nidi
nuovi sui vecchi tetti
guardano gli augelletti,
mettendo acuti gridi,
cadere l’invocata
pioggia di mezzo aprile.

La scena si apre lo sguardo sorpreso dei piccoli uccelli nel loro primo incontro con una pioggia primaverile. In loro c’è lo stupore della scoperta, il primo contatto con una forza oscura e nuova che arriva dal mondo esterno. La metafora è chiara ed è riferita al senso di innamoramento che vive Pirandello, che si trova a scoprire qualcosa di magico mai vissuto prima.

C’è un bel contrasto visivo e simbolico, nei versi “nidi nuovi” sui “vecchi tetti”. È la giovinezza che si appoggia sull’esperienza, la vita che si rinnova nella continuità del tempo. È la chiara rinascita che avviene in primavera, dove le cose che sembrano passate diventano testimoni della nuova vita. Un legame indispensabile per la riproduzione della vita in tutti i suoi aspetti.

La pioggia non è solo un evento atmosferico, è quasi una figura mitica“invocata”, desiderata, eppure misteriosa. Questo attribuisce alla natura un carattere partecipe, quasi umano. Siamo in un mondo vivo, che sente e risponde. Gli “acuti gridi” degli uccellini sono un coro ingenuo, che esprime sorpresa e vitalità.

Aprile è il mese della rinascita, della fioritura, ma anche della transizione. “Mezzo aprile” suggerisce un momento intermedio, sospeso, quell’attimo in cui la primavera inizia a far sentire i suoi effetti, ma ancora si porta dietro qualche strascico dell’inverno, seppur ormai lontano. La pioggia qui simboleggia un risveglio dolce e fertile, un’apertura emotiva. Ricordiamoci che l’acqua esprime energia vitale.

L’ingresso in scena dell’amata 

Tu dietro la vetrata
de la finestra bassa
come lor guardi e ridi.
È nuvola che passa,
giovinetta gentile:
la rosa imbalconata
metterà foglie nuove.
Su la tua bocca io tanti
baci vorrei contare,
o giovinetta, quanti
in questo punto sono
che dicon: “Guarda, piove!”

Come se fosse in un film in questa parte della poesia entra in scena l’amata Jenny Schulz-Lander, anche se non è mai citata esplicitamente. Lei è la donna che appare all’autore come i piccoli uccellini. Anch’ella osserva la pioggia e sorride.

La finestra è “bassa”, vicina, intima. Ma c’è un vetro tra il poeta e la donna. Simbolicamente, una barriera sottile tra il desiderio e la desiderata. Il sorriso della ragazza è tenero, ingenuo. L’associazione agli uccellini ne amplifica la freschezza e la purezza.

La ragazza appare all’autore come “una nuvola che passa”. C’è l’idea della leggerezza, della fugacità, della grazia. Ma anche un senso di malinconia, è una presenza che appare nell’anima, difficile da tenere ferma,  potrebbe svanire da un momento all’altro. “Giovinetta gentile” è un’espressione poetica e affettuosa, che evoca dolcezza e rispetto. L’aggettivo “gentile” rievoca anche l’antica poesia d’amore stilnovista.

La rosa è simbolo per eccellenza della femminilità, della bellezza e del desiderio amoroso. Qui è “imbalconata”, ovvero fuori dal contesto naturale e immersa nell’urbanità. Non è la rosa da giardino, ma quella che cresce in città, come lei. Ciò offre un parallelo ancora più forte alla bellezza della ragazza, perché è come la rosa portata via dalla campagna per abbellire il balcone cittadino.

“Metterà foglie nuove” è una promessa di rinascita, di apertura. La ragazza, come la rosa, è in procinto di fiorire. È la sensualità che sboccia, l’età dei primi turbamenti amorosi.

Il desiderio amoroso si fa più esplicito, ma sempre filtrato da una tenerezza disarmante. Pirandello non parla di un bacio, ma di tanti. Vorrebbe contarli, uno a uno, come se fossero gocce di pioggia. C’è una dolce ironia nella chiusura del verso: “quanti in questo punto sono / che dicon: Guarda, piove!”. È un modo originale per dire che ogni persona intenta ad osservare la pioggia mi fa pensare a te. Il mondo intero è complice del mio amore.

La rispettosa richiesta della voglia di un bacio

Sorpresa curiosa,
e curiosa voglia!
io prego che tu voglia
lasciarmela passare…
Via, te la prendi a male?
Io chieggoti perdono:
ma un bacio è dolce cosa,
un bacio non fa male.

Negli ultimi versi emerge tutta l’ingenuità dell’amore. Il desiderio di un semplice bacio diventa qualcosa di molto importante, qualcosa che sembra violare la tenera figura della donna amata. Si evince la timidezza nel chiedere qualcosa all’apparenza innocente, che finisce per rivelare il desiderio del giovane Pirandello nei confronti della ragazza.

Luigi Pirandello osserva nella ragazza una doppia curiosità, quella per la pioggia e quella forse per il sentimento che si sta manifestando. La richiesta è sottile: “lasciarmela passare…”. Non dice esattamente cosa, ma lo si intuisce. È la tensione tra il desiderio e il rispetto. Il poeta chiede, non prende.

Nel finale cerca una giustificazione, sottolineando che dietro la sua richiesta c’è solo tutto il suo amore.

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