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“Ora che sale il giorno” (1942) di Salvatore Quasimodo, poesia sulla solitudine di chi vive lontano dalla sua terra

Quali emozioni vive chi ha dovuto lasciare la sua terra? Scoprilo nei versi di "Ora che sale il giorno" di Salvatore Quasimodo.

Ora che sale il giorno di Salvatore Quasimodo è una poesia che evidenzia la solitudine e i ricordi di chi vive la condizione di “esule”, lontano dagli affetti familiari, dagli amici d’infanzia e da tutto ciò che faceva parte della propria vita.

In molti, come Quasimodo, hanno dovuto lasciare la loro terra d’origine e questa poesia rende omaggio alle emozioni di chi vive questa esperienza.

Una poesia ideale per questo periodo, dove per tanti le vacanze “a casa” sono già finite e devono rientrare nelle loro nuove residenze dove ormai vivono la loro nuova vita per motivi di lavoro o di studio. E sono in tanti a vivere la “sindrome dell’esule”, ovvero quel senso di mancanza della propria terra d’origine che accompagna per tutta la vita.

Ora che sale il giorno fa parte della raccolta di poesie Ed è subito sera, pubblicata da Mondadori, Milano nel 1942.

Ma leggiamo subito il poema del grande autore siciliano per coglierne il profondo significato.

Ora che sale il giorno di Salvatore Quasimodo

Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.

E’ così vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
per restare solo a ricordarti.

Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!

Il significato di Ora che sale il giorno

Ora che sale il giorno di Salvatore Quasimodo è una poesia carica di nostalgia. Il tema della lontananza, della solitudine e dei ricordi sono molto forti in questo componimento.

Il poeta siciliano trasferito a Milano avverte con l’arrivo di settembre l’inquietudine, che solo chi vive la condizione emotiva  dell'”esilio” può immediatamente percepire.

Il paesaggio padano assume nella poesia una connotazione simbolica, facendosi espressione dello stato d’animo del poeta. Quell’atmosfera di settembre a Milano crea  una forte tensione emotiva nell’autore.

Il nuovo giorno che Salvatore Quasimodo vede nascere, in realtà viene identificato non dal sole che sorge, ma dal tramonto della luna. È immediatamente comprensibile che non c’è luce negli occhi del poeta siciliano. Quella città non riesce a trasferirgli la magia dei luoghi della sua nascita e della sua adolescenza.

Nella seconda strofa della poesia, Salvatore Quasimodo evidenzia il dinamismo della pianura padana, tutto è rigoglioso come fosse primavera al Sud.

Ma quel dinamismo esteriore del sua nuova esistenza, creano nel poeta l’effetto inverso e quella vita settembrina si trasforma in nostalgia. I ricordi iniziano a prendere forma e il poeta si rifugia volutamente nella sua nuova casa, per vivere la magica sensazione che si prova solo quando si pensa al proprio passato.

Non può essere definita sofferenza, la condizione che Salvatore Quasimodo trasferisce attraverso la poesia. Ma, pura goduria mentale. La sua terra prende le vesti della donna amata e con i suoi versi la sua Sicilia diventa la più bella di tutte le donne conosciute.

Nel suo cuore non c’è che lei, gli manca, solo chi è nato in quell’isola può capire bene cosa rappresenta quella terra per chi ha dovuto lasciarla.

È un desiderio costante che corrode l’anima e che non finisce mai di far sentire i suoi effetti nella parte più intima della propria personalità.

La propria terra è “più lontana della luna” e per Quasimodo diventa allo stesso tempo figura materna e donna dei desideri. Le emozioni che riesce a regalare il posto dove sei nato e cresciuto non è facilmente descrivibile.

È qualcosa di arcaico e profondo, pulsioni viscerali che non smettono mai di pizzicare il cuore e molte volte far scendere una lacrima.

Se poi sei un isolano questi effetti sono ancora più forti e devastanti. C’è sempre la voglia di “tornare” solo quella è la verra casa.

È per Salvatore Quasimodo è troppo lontana la sua “amata terra” e il giorno che prende vita, “sulle pietre batte il piede dei cavalli, nelle strade milanesi, rende la percezione di questa distanza ancora più evidente.

Troppo diversa è la città meneghina rispetto alle città siciliane in cui il poeta visse la propria giovinezza. Quei profumi, quei colori, quella luce, quei sapori siciliani rimangono attaccati all’anima per sempre.

In molti hanno interpretato come protagonista di Ora che sale il giorno una donna amata dal poeta in gioventù. Noi siamo più propensi a credere che la donna più amata da Salvatore Quasimodo sia stata la sua Sicilia.

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