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“Mare” di Pascoli sulla purezza del paesaggio marino

Nella giornata mondiale degli Oceani, vogliamo proporvi la poesia di Giovanni Pascoli "Mare", per riscoprire la purezza del paesaggio marino.

Oggi, 8 Giugno 2021, è la giornata mondiale degli Oceani. Uno degli elementi più suggestivi e incredibili della natura, del nostro pianeta. Qualcosa che sa spaventarci e ispirarci allo stesso tempo.

Se pensiamo di sederci davanti ad un paesaggio marino, pensiamo anche alla grande ispirazione e sensazione che potrebbe regalarci. Perciò, con questa poesia di Giovanni Pascoli, intitolata “Mare”, vogliamo ricordarvi un po’ l’ebrezza di ciò che l’oceano, il mare, le onde, sono in grado di darci. 

Guardare la natura con stupore 

In questa poesia contenuta nella raccolta Myricae, Giovanni Pascoli ci parla e ci descrive di una suggestiva natura, caricandola di significati simbolici. Come quel fanciullino di cui la sua poetica parla, egli è in grado di sorprendersi e trovare la poesia anche negli oggetti più semplici, come il mare e il mondo naturale che lo circonda.

Il  componimento “mare” è semplice, lineare nella descrizione del paesaggio marino. Gli occhi del poeta che contemplano la vastità del panorama, ci guidano in ogni suo aspetto ed emozione. Pascoli dipinge, come molte altre sue poesie, l’immagine della finestra, dalla quale gli si è sporge come un bambino interessato. questa finestra rappresenta sia la curiosità fanciullesca sia la diffidenza nell’età adulta.le onde del mare, la brezza marina, sono gli elementi di una scena inizialmente quieta nell’ora serale.

Tutto sembra in armonia, finché l’immagine di un ponte si inserisce e spezza quell’unità tra il cielo il mare che sembrava appagare l’animo di Pascoli. questa scissione che c’è tra l’acqua e il cielo fa affiorare nella mente del poeta diversi interrogativi, sulla vita, sulla morte, sulla precarietà. 

 

La poesia di Giovanni Pascoli

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

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