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“Madre al figlio” (1922) di Langston Hughes, la poesia che invita i giovani al coraggio

Scopri la bellissima poesia "Madre al figlio" di Langston Hughes, il dialogo in cui una mamma motiva il figlio a non aver paura delle insidie della vita

La vita per me non è stata una scala di cristallo, così inizia Madre al figlio, la splendida poesia di Langston Hughes che fu pubblicata per la prima volta nel dicembre del 1922 sulla rivista Crisis. Langston Hughes, è una delle voci più importanti della letteratura americana.

Questa poesia è un vero riconoscimento a tutte le mamme e una guida motivazionale per i giovani, e non solo, per affrontare la vita con il necessario.

Mother to Son, questo il titolo originale del poema, fa parte della raccolta di poesie The Weary Blues di Langston Hughes pubblicata nel 1926.

È una poesia che riesce a trasmettere le intense emozioni di una mamma che vuole aiutare il figlio ad affrontare la vita.

Certo, il contesto in cui la poesia fu scritta, ovvero le discriminazioni che i neri americani erano costretti a subire, rende ancora più intenso il testo della poesia. Le parole di Langston Hughes assumono un significato ancora più profondo.

Ma, qualsiasi sia il contesto, la vita delle donne e delle mamme è sempre un’esperienza impegnativa. Molte donne sono costrette ad integrare vita domestica e lavoro con immensi sacrifici e molte volte senza i dovuti riconoscimenti da parte del partner e della stessa società.

Noi vogliamo riconoscere questi sacrifici e vogliamo dedicare Madre al figlio a tutte le donne e mamme nessuna esclusa. Vogliamo indirizzare questa poesia anche a tutti i ragazzi e ai giovani, che molte volte si lasciano coinvolgere dalla sfiducia e dalla disperazione. La vita va affrontata con senza aver paura dei “chiodi e schegge ed assi sconnesse” che la vita può presentare.

La Madre al figlio di Langston Hughes

Bene, figlio, te lo dirò:
la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Ci furono chiodi
e schegge
ed assi sconnesse,
e tratti senza tappeti sul pavimento –
nudi.
Ma per tutto il tempo
seguitai a salire</em
e raggiunsi pianerottoli,
e voltai angoli
e qualche volta camminai nel buio
dove non c’era spiraglio di luce.
Così, ragazzo, non tornare indietro.
Non fermarti sui gradini
perché trovi ardua l’ascesa.
<Non cadere adesso
perché io vado avanti, amor mio,
continuo a salire
e la vita per me
non è stata una scala di cristallo.

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Mother to Son, Langston Hughes

Well, son, I’ll tell you:
Life for me ain’t been no crystal stair.
It’s had tacks in it,
And splinters,
And boards torn up,
And places with no carpet on the floor—
Bare.
But all the time
I’se been a-climbin’ on,
And reachin’ landin’s,
And turnin’ corners,
And sometimes goin’ in the dark
Where there ain’t been no light.
So boy, don’t you turn back.
Don’t you set down on the steps
’Cause you finds it’s kinder hard.
Don’t you fall now—
For I’se still goin’, honey,
I’se still climbin’,
And life for me ain’t been no crystal stair.

Madre al figlio il dialogo che dà

Madre al figlio è una poesia di Langston Hughes che descrive le difficoltà che i neri americani devono affrontare in una società razzista, alludendo ai numerosi ostacoli e pericoli che il razzismo pone sul loro cammino, ostacoli e pericoli che i bianchi non devono affrontare.

Allo stesso tempo, la poesia sostiene che i neri possono superare queste difficoltà attraverso la persistenza, la resistenza e il sostegno reciproco.

Mother to Son è un monologo drammatico sulla sopravvivenza di fronte al razzismo americano. Protagonista della poesia è una madre che dà al figlio consigli su come affrontare nel migliore dei modi possibili una società caratterizzata dal razzismo.

La madre utilizza una metafora per far capire quanto sia difficile la vita, assimilandola alla lunga salita di una serie di scale.

Mentre i bianchi possono salire su una “scala di cristallo”, loro godono di un’ascesa agevole e facile, i neri sono costretti a percorrere una scala pericolosa e buia.

In questo modo, la “madre” sostiene che il razzismo rende molto più difficile per i neri avere successo nella società, ma gli ostacoli si possono superare attraverso la perseveranza e il sostegno reciproco.

Il poeta, attraverso la voce di questa donna, distingue tra due diversi tipi di scale e, per estensione, tra due diversi tipi di percorsi di vita.

Da un lato, c’è la scala che lei ha dovuto salire, che è pericolosa e cade a pezzi, con chiodi allentati e schegge. A volte la scala è stata persino “buia”.

Dall’altro lato, c’è una “scala di cristallo”. I cristalli sono lisci, lucidi e belli; suggeriscono fascino e ricchezza. In altre parole, la “scala di cristallo” è sostanzialmente l’opposto della scala che la madre ha dovuto salire.

Dove la sua scala è in rovina, la scala di cristallo è bella e invitante. Dove lei ha dovuto lottare per migliorare la sua vita, le persone che salgono la “scala di cristallo” non hanno problemi ad arrivare dove vogliono.

Le due scale naturalmente sono la metafora delle disuguaglianze e delle discriminazioni che i neri devono affrontare nella società americana.

Mentre i bianchi hanno un percorso più facile e agevole verso la realizzazione dei loro sogni, i neri come la donna protagonista della poesia e suo figlio devono lottare e affrontare continue sfide difficili e pericolose per cercare di arrivare ad un risultato anche lontanamente simile.

La madre è realistica e diretta sulle difficoltà che il figlio dovrà affrontare. Non dice che il razzismo finirà e che domani sarà migliore. Non immagina che gli ostacoli e i pericoli finiranno. Ma è anche tenace, persino trionfante.

Nonostante tutto, afferma con soddisfazione “Sono andata avanti”. La madre offre al figlio il trasferendo la fiducia che si può affrontare la vita con successo e soddisfazione, nonostante gli ostacoli enormi presenti sul loro cammino.

E offre la poesia al figlio come incoraggiamento, vuole che lui segua il suo esempio, che sia tenace e determinato come lo è stata lei.

Madre al figlio una poesia che lega le società e le generazioni

In questa poesia il lettore di ogni estrazione, origine, età può mettersi nei panni del figlio o della madre, se si vuole anche di entrambi i genitori.

Il razzismo è una delle cose peggiori possa esistere. Vivere in una società che crea discriminazione è l’esperienza peggiore che si possa affrontare.

Le disparità esistono in tutte le società

Ma dobbiamo avere chiaro che le discriminazioni, le disparità, le difficoltà sono presenti in tutte le società nessuna esclusa. Non tutti hanno le stesse possibilità.

Oggi il viaggio dei giovani nella nostra società non è facile. A dire il vero non lo è mai stato, ma i ragazzi non hanno molte volte gli strumenti per districarsi nei pericoli che la società offre.

La mancanza del dialogo genitori figli e l’eterno conflitto generazionale finisce per rendere ancora più difficile il loro cammino.

Le preoccupazioni della “Madre” (ovvero dei genitori) diventano evidenti, continue, finiscono per diventare un continuo pensiero fisso e una paura che accompagna ogni secondo della vita.

Il dialogo è fondamentale per aiutare il cammino dei figli

Diciamolo chiaro, oggi la disillusione dei ragazzi e la mancanza di quella forza necessaria per affrontare le difficoltà che la vita contiene sono uno dei problemi più rilevanti del nostro contesto.

Ecco perché i versi di Langston Hughes sono attuali e utili. La poesia dovrebbe diventare uno strumento per trovare quel dialogo con il “figlio” (ovvero i figli) che purtroppo manca.

Le “scale sconnesse” rappresentano la vita con i “diavoli” che pone davanti. Sono le cattive compagnie, la droga, il bullismo, il mondo oscuro di internet e dei social, la mancanza di un’idea di futuro, la violenza generalizzata, e si potrebbe continuare.

Il monito della “madre al figlio” è fondamentale per indirizzare le giovani generazioni a scoprire che la vita se affrontata nel giusto modo può dare i risultati sperati. Magari non si diventerà ricchi e famosi, ma si potrà vivere con soddisfazione e rispetto.

Madre al figlio non ha tempo. E’ una poesia che vale sempre. La vita è una scala che tutti dobbiamo affrontare e durante la salita si possono avere momenti bui, duri, difficili e subito dopo vivere tutta la meraviglia che la vita può e sa regalare.

Non bisogna mai fermarsi, qualsiasi sia l’esperienza che si vive. Andare avanti è l’unica strada possibile, affrontando le mille insidie che la vita pone a tutti noi.

Magari, utilizziamo questa poesia per creare quel dialogo con i figli, i ragazzi, i giovani, per offrire loro non la soluzione per un futuro migliore, ma, almeno, quel e quel pizzico di saggezza necessari per vivere il presente in modo più sicuro e raggiungere domani i risultati sperati.

Langston Hughes il poeta del Rinascimento Harlem

Langston Hughes (1 febbraio 1901, Joplin, Missouri, Stati Uniti –22 maggio 1967, Stuyvesant Polyclinic) è stato un importante poeta e scrittore afroamericano.

Langston Hughes è stato uno dei più famosi scrittori del Rinascimento Harlem. La poetica di Hughes è strettamente connessa al jazz. Possiamo attribuirgli lo sviluppo di quella che sarà chiamata jazz poetry, stile poetico in cui il ritmo dei componimenti, pronunciati ad alta voce, riflette quello del musica afroamericana e dell’improvvisazione.

A differenza dei principali intellettuali neri del suo tempo, Hughes non tentò di rimodellare la sua lingua o temi per adattarsi a un pubblico bianco. Il suo lavoro riflette l’influenza pesante dell’esperienza nera ordinaria così come la cultura jazz di spicco della sua epoca.

Hughes cercava di rappresentare l’uomo comune, oltrepassando la sua identità personale per dare voce alle esperienze di tanti. La sua lingua e i suoi temi erano semplici e accessibili.

Hughes ha scritto romanzi, drammi, racconti ma, oggi, rimane meglio conosciuto da molti per la sua poesia impressionante. Influenzato da poeti come Paul Laurence Dunbar, Carl Sandburg e Walt Whitman.

Hughes contribuì a legittimare il jazz come forma d’arte. Come jazz usò canzoni per raccontare le varie emozioni della vita, così Hughes usava la parola scritta per catturare i complessi sentimenti comuni di amore, dolore, sogni, ingiustizie, rabbia e altro ancora.

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