Sei qui: Home » Poesie » L’Odio, la poesia di Wislawa Szymborska per capire il problema

L’Odio, la poesia di Wislawa Szymborska per capire il problema

Perché esiste l'odio? La poesia di Wislawa Szymborska ci offre una definizione dettagliata della forza diabolica e distruttiva di questo sentimento.

L’Odio è una poesia di Wislawa Szymborska che ci offre una definizione dettagliata di un sentimento che sembra diffondersi con sembra maggior forza nella società contemporanea. 

L’umanità dimostra di non aver imparato niente dal passato. Sembra incapace di comprendere gli effetti devastanti dell’odio e le sue conseguenze nella stabilità della psiche e della società. 

“Guardate com’è sempre efficiente, come si mantiene in forma nel nostro secolo l’odio”. Parole dirette che nascono dal cuore e arrivano dritto al punto, quelle di Wislawa Szymborska. Le persone sembrano ammaliate dalla negatività, dal rifiuto dell’altro.

La poetessa polacca, che nel 1996 è stata insignita dal Premio Nobel per la letteratura, con la semplicità dei suoi versi liberi mette in guardia da questo pericoloso sentimento. 

La poesia fa parte della raccolta La fine e l’inizio (Libri Scheiwiller – 1993. Dovremmo leggere tutti la poesia di Wislawa Szymborska, insegnarla ai ragazzi a scuola. Ripeterla a memoria o leggerla nei ritagli di tempo. Il suo significato e la sua forza dovrebbe indicarci la via migliore da seguire.

L’Odio di Wislawa Szymborska

Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.

Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.

Religione o non religione –
purché ci si inginocchi per il via
Patria o no –
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.

Oh, quegli altri sentimenti –
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.

Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?

Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.

È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.

In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro.
– lui solo.

Il significato de L’odio

La poesia di Wislawa Szymborska offre una visione cruda e realistica di una delle emozioni più forti della coscienza umana. L’autrice spiega come, tra tutti i sentimenti che gli esseri umani provano nello spettro emotivo, l’odio sia il più potente e capace di influenzare la vita delle persone.

A differenza di altri sentimenti che rendono la vita degli individui più sopportabile e interessante, l’odio la opacizza e scatena la tristezza.

Wislawa Szymborska in modo all’apparenza ironico offre una definizione dell’odio come una cosa bella e apparentemente abile in ciò che realizza.

La sua forza rispetto all’amicizia e fratellanza è decisamente maggiore, sembra possedere un fascino unico.  

Di conseguenza, la fratellanza e la compassione, che dovrebbero essere fondamentali per il benessere umano, perdono terreno rispetto all’acredine, alla rabbia, all’aggressività, alla cattiveria. 

Le masse che vivono e popolano non solo le piazze e i social sono sedotte dall’entusiasmo che genera l’odio. 

L’odio è come un animale cacciatore in cerca della sua preda

Nella prima strofa, la poetessa personifica l’odio. Ha delle doti che lo rendono desiderabile. È antico come l’uomo, come un cacciatore che si mantiene in ottime condizioni e insegue gli esseri umani e li colpisce con brutale efficienza, superando tutte le difficoltà.

Evoca l’immagine di un animale feroce che si avventa sulla preda. A differenza di altre emozioni, si ricarica e si rinnova continuamente e quindi sembra non invecchiare mai.

Purtroppo, le persone non si accorgono di essere vittime di questo malefico arteficio e finiscono per incoraggiarlo in modo inconsapevole.

L’odio si alimenta dall’esterno. È un’emozione che non dorme mai sempre attenta ad autoalimentarsi. Gli individui cercano sempre nuovi motivi per odiare.

Esso ha la sua logica, e cresce di più instillando intolleranza religiosa e poca appartenenza. L’odio nasce molte volte come esigenza di giustizia, trasformandosi come il sentimento che guida ogni azione. L’appello all’odio ha un'”estasi erotica”, e l’odio cresce in modo smisurato.

È “Intelligente, capace, laborioso”. Un verso che rende esplicita l’ironia con cui la scrittrice parla dell’odio. Lo definisce usando termini piacevoli che nessuno di solito equiparerebbe all’odio. Mentre è chiaro che la volontà è quella di farà arrivare alò pubblico che invece l’odio è  un’emozione orribile e dannosa che causa morte e dolore ovunque vada.

La forza di questa emozione negativa è innegabilmente stupefacente e finisce per superare il potere di altri sentimenti come la serenità e la felicità. 

Nessun’altra emozione positiva ha più forza dell’odio

Nessun’altra emozione genera tanto brivido, risonanza, spinta e influenza quanto l’odio. È  triste che questo sentimento terribile ottenga più di quanto l’amore e la pace possano mai sperare, anche se i suoi successi hanno avuto un impatto sproporzionatamente dannoso.

Ha un’influenza fortissima, poiché fa appello alle emozioni e non alla ragione. Ha una naturale propensione a creare scompiglio.

Wislawa Szymborska è convinta che nessun altro sentimento sia capace di una tale forza, i sentimenti positivi sono deboli svogliati. Dopo aver distrutto gli individui e averli resi senza speranza, se ne va con la stessa velocità con cui è “piombato” sulle sue vittime, lasciandole senza soluzioni ai loro problemi.

L’assoluta mancanza di speranza per un futuro migliore è forse l’aspetto più agghiacciante della poesia. L’autrice ritiene che la guerra non possa essere altro che fredda e spietata. È l’arma dell’odio, con la visione acuta del cecchino e della sua infallibile mira.

L’odio “non si stanca mai” di essere un esecutore. È sempre pronto, anche se deve aspettare. L’amore e la fratellanza non hanno lo stesso passo della violenza, sono “lenti”.

Si autoalimenta nel senso che convalida la sua presenza, non si affida a nessun altro e non muore mai. Quando una persona si rende conto di ciò che gli ha creato questo male nella sua vita, potrebbe essere troppo tardi cambiare le cose. È peggio della droga.

© Riproduzione Riservata