Le donne del sud di Alda Merini è una poesia che dipinge un ritratto delicato e potente della donna meridionale. Un quadro complesso fatto di ombra e fiamma, di silenzio e passione. La poesia è un inno lirico e simbolico che intreccia elementi della cultura mediterranea, dell’archetipo, della spiritualità, della personalità femminili associate al nostro meridione d’Italia.
La poesia coincide con il periodo in cui la poetessa dei Navigli viveva a Taranto a casa del terzo marito Michele Pierri. I due si sposarono il 6 ottobre del 1984 e la loro relazione malgrado la notevole differenza di età, lui aveva 85, lei 53 anni, fu intensa e piena di passione, un legame profondo nato da una vera storia di amicizia e che dopo la morte di lui fece molto soffrire la poetessa.
Le donne del sud fa parte della sezione Versi Sparsi della raccolta di poesie La poesia luogo del nulla di Alda Merini, pubblicata da Piero Manni nel 1999.
Leggiamo la poesia di Alda Merini per scoprire la visione delle donne meridionali da parte della poetessa che aveva sicuramente un altro modo di vivere la femminilità.
Le donne del sud di Alda Merini
a Mimma Pierri
Le donne del Sud,
tenere come le ombre,
voraci come bei fiori,
le donne del Sud
che hanno il cospetto di ocra
e le mani di una domanda,
sanno essere silenziose e presenti
tu Penelope dolce
intessi una tela viola.
Ti ho vista alla finestra
abbarbicata e leggera
come l’edera folta
tu sei una donna del Sud.
Altera nella sapienza,
vedova nel tuo lavoro
tenera come il cristallo
amante di ciò che è vero.
Le donne del Sud
ardono dei loro mariti
perle che cadono fonde
in grembo alla gelosia.
Le donne del Sud
hanno il passo che lieve
scandisce le foglie fitte,
son novembrine e segrete
somigliano alle strane voglie
che prende l’ostensorio in mano
ad un misericordioso prete.
Un inno di Ald Merini alle donne del Sud: silenziose, forti e spirituali
Le donne del sud è una poesia di Alda Merini in cui la poetessa milanese descrive con la sua voce unica e ispirata la sua visione sulla donna meridionale, tracciando un ritratto poetico fatto di delicatezza e potenza. Sono donne radicate in una terra intensa e contraddittoria, capaci di ardere in silenzio, di tessere la vita come una tela in perenne attesa, ma in grado di custodire nel cuore i dolori e i desideri più profondi.
Nei versi della poesia si percepisce non solo l’eco dell’esperienza personale della poetessa, vissuta accanto al marito Michele Pierri nella Taranto della fine degli anni Ottanta del secolo scorso, ma anche la sua capacità di cogliere il modello antropologico femminile meridionale: altero e mite, misterioso e quotidiano.
Tenera e vorace, ecco l’essenza della donna del sud
Ma, proviamo ad entrare nel cuore della poesia per scoprire ogni sfumatura, ogni immagine, ogni simbolo che Alda Merini ha donato a questa intensa celebrazione della femminilità mediterranea.
Le donne del Sud,
tenere come le ombre,
voraci come bei fiori,
le donne del Sud
che hanno il cospetto di ocra
e le mani di una domanda,
sanno essere silenziose e presenti
tu Penelope dolce
intessi una tela viola.
Già nei primi versi della poesia la poetessa introduce sin da subito l’idea di una femminilità complessa e irriducibile a un solo volto: le donne del Sud sono tenerezza e istinto, accoglienza e desiderio, ombra e fiamma. È un ritratto che sfugge agli stereotipi, e che affonda le radici nella contraddizione fertile della terra meridionale: aspra e feconda, antica e ribollente di energia.
Alda Merini continua indicando che le donne del sud si caratterizzano per una bellezza autentica, “hanno il cospetto d’ocra”, e mani che non affermano, ma chiedono, non impongono, ma interrogano la vita, gli affetti, la fede. Sono mani aperte, curiose, capaci di attesa e di ascolto, come quelle di chi ha conosciuto il dolore e la pazienza.
Il silenzio non è assenza, ma forma profonda di presenza. Le donne del Sud abitano il silenzio come un luogo sacro, dove esprimono fedeltà, intuizione, rispetto. L’immagine di Penelope, archetipo dell’attesa amorosa e della resistenza femminile, si trasforma non più solo simbolo di fedeltà coniugale, ma donna che crea, che intesse il tempo e la memoria.
La tela viola aggiunge una sfumatura mistica. Il viola è colore della spiritualità, della metamorfosi, del sacrificio.
Il contrasto perenne di una donna di grande forza e leggerezza
Ti ho vista alla finestra
abbarbicata e leggera
come l’edera folta
tu sei una donna del Sud.
Altera nella sapienza,
vedova nel tuo lavoro
tenera come il cristallo
amante di ciò che è vero.
Alda Merini “vede” la donna e la mostra “alla finestra”, in un gesto silenzioso di apertura, forse di contemplazione. L’atto di stare alla finestra è tipico di una femminilità che non invade il mondo, ma lo osserva e lo filtra attraverso uno sguardo consapevole e paziente.
Questa immagine, semplice ma ricchissima di significati. La finestra non è solo un dettaglio domestico, è una soglia simbolica, un confine tra il mondo interno e quello esterno, tra intimità e esposizione, attesa e presenza.
La donna della poesia è “abbarbicata e leggera”, ha chiaro che le sue radici sono solide e non è disposta a staccarsi facilmente dal luogo, dalla casa, dalle persone, dalle proprie verità. Eppure allo stesso tempo è leggera, quasi aerea, sospesa, come un pensiero o un sogno.
Emerge chiaro il perenne contrasto e la complessità della “donna del sud”. legata e libera, radicata e poetica, presente e sfuggente. Come “l’edera” non chiede spazio, ma se lo prende con delicatezza, che si adatta e resiste. Non ha bisogno di grandi gesti: cresce nel tempo, in silenzio, con tenacia. “Tu sei una donna del Sud” è esplicitamente il riconoscimento identitario.
La donna del Sud, per Merini, è orgogliosa della sua intelligenza: una sapienza antica, maturata nella vita. È sola nel lavoro, ma non si lamenta: porta avanti tutto con dignità, anche senza un uomo accanto.
È delicata ma resistente, come il cristallo: trasparente, sensibile, ma capace di sopportare il peso della realtà. E soprattutto è fedele alla verità: ama ciò che è autentico, essenziale, concreto. Non recita ruoli, vive con coerenza e profondità.
Donne di passione, flessibili e un po’ gelose
Alda Merini continua definendo il rapporto delle donne del sud con i loro mariti.
Le donne del Sud
ardono dei loro mariti
perle che cadono fonde
in grembo alla gelosia.
La poetessa milanese tratteggia una femminilità che ardente, plasmabile, ma anche tormentata. Il legame con il marito non è passivo. È un fuoco che può generare metallo incandescente, consapevole del dolore, nutrito dal dolore, ma ancora vitale, una vulcanica energia meridionale che non si arrende. Questa visione rompe il cliché della donna sottomessa, ponendola al centro di un’energia emotiva irripetibile, sacra persino nella sofferenza.
Spirituali e terrene: le donne che custodiscono il non detto
Alda Merini conclude al sua poesia affermando che Le donne del Sud camminano leggere, quasi invisibili, ma lasciano il segno: ogni gesto ha peso, ogni passo è memoria. Sono intime, misteriose, come il mese di novembre, quando tutto è in attesa, quando la vita si ritrae ma pulsa sotto la superficie.
L’immagine finale, ovvero un oggetto sacro che prova desiderio nelle mani di un prete misericordioso, unisce il sacro e il profano, la carne e lo spirito. È un modo potente e poetico per dire che queste donne, pur discrete e silenziose, contengono passioni, desideri, intuizioni profonde, anche quando non lo mostrano. Sono poesia vivente, spiritualità incarnata, mistero e verità.
Una poesia che rende omaggio alla forza invisibele delle donne del sud
La poesia di Alda Merini ci dona un ritratto profondo e autentico della femminilità meridionale: intensa, silenziosa, radicata nella vita e nello spirito. Sono donne che non hanno bisogno di parole altisonanti per farsi sentire: parlano con gli sguardi, con i gesti, con la capacità di esserci sempre, anche nel silenzio.
Sono madri, amanti, lavoratrici, vedove dell’anima, ma anche creature spirituali che portano in grembo la memoria, la passione e il mistero. Donne capaci di ardere e custodire, di intessere la vita come una tela invisibile, con la sapienza che nasce dal sacrificio e con la tenerezza che resiste al tempo.
In questa meravigliosa poesia Alda Merini, come abbiamo potuto apprezzare non si limita a descrivere semplicemente una figura, un modello femminile. Fa qualcosa di più grande, eleva, consacra, chi troppo spesso resta ai margini ed è costretta a vivere una vita che non offre la dignità che merita. La poetessa ricorda che nel cuore del Sud, tra la terra e il cielo, tra il sacro e il profano, vive una forza femminile capace di trasformare il dolore in bellezza, e la presenza muta in energia vitale unica.