“Lasciano il tempo” (2004), l’emozionante poesia di Mario Benedetti sulla precarietà della vita

20 Gennaio 2025

Cosa siamo, se non il nostro presente? In “Lasciano il tempo”, Mario Benedetti racconta la fragile e precaria natura della vita con sguardo disincantato.

“Lasciano il tempo” (2004), l’emozionante poesia di Mario Benedetti sulla precarietà della vita

Non siamo il nostro passato, né tanto meno il nostro futuro. Siamo qui, ora. E mentre siamo, il tempo scorre decomponendoci, frammentandoci. Nella struggente poesia “Lasciano il tempo”, un Mario Benedetti profondo e disincantato ci racconta la sua visione della vita.

“Lasciano il tempo” di Mario Benedetti

Lasciano il tempo e li guardiamo morire,
si decompongono e il cielo e la terra li disperdono.

Non abbiamo creduto che fosse così:
ogni cosa e il suo posto,
le alopecie sui crani, l’assottigliarsi, avere male,
sempre un posto da vivi.

Ma questo dissolversi no, e lascia dolore
su ogni cosa guardata, toccata.

Qui durano i libri.
Qui ho lo sguardo che ama il qualunque viso,
le erbe, i mari, le città.
Solo qui sono, nel tempo mostrato, per disperdermi.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Lasciano il tempo”
“Lasciano il tempo” è una poesia che tocca corde profonde. Il componimento, breve e frammentato, è tratto da una raccolta di versi pubblicata nel 2004 da Mondadori, intitolata “Umana gloria”.
La raccolta, che consacra Benedetti fra i maggiori poeti della contemporaneità, riunisce in sé alcuni dei temi più cari all’autore con armonia profonda e potente: il tempo che passa, il dolore, il ricordo e il corpo che si disgregano, i luoghi della memoria, il ritorno…
“Umana gloria”, ormai non disponibile come volume a sé stante, si può ritrovare agevolmente nel volume che raccoglie l’intera produzione poetica dell’autore. Si intitola “Benedetti. Tutte le poesie” ed è edito da Garzanti.
Una poesia che interpreta la precarietà degli esseri umani
Versi tendenzialmente lunghi, dall’andamento quasi prosastico, ma caratterizzati da una sensibile precarietà, dal discorso frammentato e a tratti reticente.
Emoziona per questo, la poesia di Mario Benedetti. È come se desse voce ai nostri pensieri, alle nostre paure; come se riuscisse a intercettare le zone d’ombra del nostro cuore.
Così, con un linguaggio e uno stile personalissimi, in “Lasciano il tempo” riesce a raccontare, insieme, la constatazione del tempo che passa, disintegrandoci, e del nostro essere nient’altro che presente, solo presente.
È emozionante vedere accostate immagini di disgregazione fisica come quella delle “alopecie sui crani” e dell’“avere male” con l’eternità naturale delle erbe, dei mari e delle città.
Così come fanno effetto le immagini del dolore create all’interno dei versi. La poesia di Mario Benedetti è permeata dalla sofferenza e dall’idea di fragilità: l’autore ha sempre sofferto di una forma di sclerosi multipla che lo ha costretto a fare i conti con il dolore e con la gracilità.
I suoi versi, intimi, frammentati, dolorosi e contemplativi somigliano a lui. Così, alla fine del componimento, una chiusa cosciente, a metà fra il sereno e il rassegnato, recita: io sono qui, in mezzo a questo mondo eterno. E sono soltanto qui, in questo attimo presente che già fugge, disperdendo parti di me, disgregando la mia presenza.

Mario Benedetti

L’autore di “Lasciano il tempo” nasce in quel di Udine, per la precisione a Nimis, nel 1955. Qui rimane nell’infanzia e nell’adolescenza, per poi trasferirsi a Padova per proseguire gli studi.
Si laurea in Lettere, perfeziona la sua formazione con un corso di specializzazione in Estetica, e dà il via alla carriera di docente scolastico negli istituti secondari di secondo grado, insegnando prima a Padova, poi a Milano, città in cui si trasferisce e dove vive fino al 2018, anno in cui è costretto a ricoverarsi in una clinica di Cremona a causa delle complicazioni della malattia.
Infatti, Benedetti è sin da piccolo affetto da una forma di sclerosi multipla che lo affligge sempre di più con il passare del tempo. La sua vita si concluda nel marzo 2020, a causa delle complicazioni originate dal Covid.
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