La notte nell’isola (1952) di Pablo Neruda, poesia sul potere dell’amore vero

5 Luglio 2025

Scopri cosa significa amare veramente grazie ai versi de "La notte nell’isola" poesia di Pablo Neruda che definisce il significato originale dell'amore.

La notte nell'isola (1952) di Pablo Neruda, poesia sul potere dell'amore vero

La notte nell’isola di Pablo Neruda è una poesia che celebra la persona amata e lo stare insieme come l’esperienza più sublime. I versi del poeta cileno sono un inno all’amore, sono magia, mistero, desiderio. D’altronde questa dovrebbe essere una relazione amorosa, questo dovrebbe essere il rapporto che lega due persone, per sempre.

L’isola in cui s’immerge il pensiero dell’autore è la definizione più esplicita che si può dare all’amore vero. Uno spazio ideale in cui le emozioni prendono le forme della natura diventando la scenografia perfetta in cui i sensi possono esprimere desiderio, passione, libertà di poter amare senza nessun limite.

La notte nell’isola di Pablo Neruda fa parte della raccolta di poesie I versi del Capitano pubblicata in modo anonimo, grazie alla cura di Paolo Ricco, amico di Pablo Neruda, a Napoli nel 1952 e dedicata interamente all’amata Matilde Urrutia e al loro amore sbocciato durante il soggiorno dell’autore a Capri. L’anonimato della pubblicazione si dovette al fatto che l’autore non volle ferire pubblicamente la donna alla quale allora era ancora legato.

Pablo Neruda riconobbe la paternità dell’opera, con un’esplicita spiegazione contenuta nella prefazione della seconda edizione e firmata a Isla Negra nel novembre del 1963.

L’anonimato di questo libro è stato molto discusso. Quello che nel frattempo discutevo dentro di me era se toglierlo o meno dalla sua origine intima: rivelare la sua progenie significava mettere a nudo l’intimità della sua nascita. E non mi sembrava che un’azione del genere sarebbe stata fedele agli scoppi d’amore e di furore, al clima sconsolato e infuocato dell’esilio che lo aveva fatto nascere.

Leggiamo questa stupenda poesia d’amore di Pablo Neruda per viverne l’atmosfera e le immense emozioni..

La notte nell’isola di Pablo Neruda

Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.

Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.

Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.

Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.

Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.

La noche en la isla, Pablo Neruda

Toda la noche he dormido contigo
junto al mar, en la isla.
Salvaje y dulce eras entre el placer y el sueño,
entre el fuego y el agua.

Tal vez muy tarde
nuestros sueños se unieron
en lo alto o en el fondo,
arriba como ramas que un mismo viento mueve,
abajo como rojas raíces que se tocan.

Tal vez tu sueño
se separó del mío
y por el mar oscuro
me buscaba
como antes
cuando aún no existías,
cuando sin divisarte
navegué por tu lado,
y tus ojos buscaban
lo que ahora
—pan, vino, amor y cólera—
te doy a manos llenas
porque tú eres la copa
que esperaba los dones de mi vida.

He dormido contigo
toda la noche mientras
la oscura tierra gira
con vivos y con muertos,
y al despertar de pronto
en medio de la sombra
mi brazo rodeaba tu cintura.
Ni la noche, ni el sueño
pudieron separarnos.

He dormido contigo
y al despertar tu boca
salida de tu sueño
me dio el sabor de tierra,
de agua marina, de algas,
del fondo de tu vida,
y recibí tu beso
mojado por la aurora
como si me llegara
del mar que nos rodea.

L’amore vero non ha bisogno d’altro

“La notte nell’isola” è la poesia ci Pablo Neruda che celebra l’amore e il legame vero tra due esseri umani come un rituale sacro e terrestre, dove ogni elemento, il sonno, il mare, la bocca, le radici, i rami,  si fa metafora dell’unione profonda e primordiale. Non c’è più distinzione tra io e tu, tra sogno e realtà, tra il tempo e l’eterno.

D’altronde l’amore è istinto, il ritorno ad un primordiale esistere in cui le passioni prendono il sopravvento donando emozioni, sensazioni9, sentimenti infiniti. L’amore che solitamente non può trovare una definizione chiara e definita, in questa poesia rivela il fascino dell’assoluto lasciarsi andare, dove ad esistere sono solo due anime e intorno il mare che li accudisce, li coccola, dona loro la magia che chi ama merita.

In effetti, leggendo “La notte nell’isola”, ci accorgiamo di quanto potenti e passionali siano le immagini concepite da Pablo Neruda per raccontare l’amore e l’oggetto della sua devozione, Matilde Urrutia. I versi di Neruda ci fanno immergere in un universo in cui l’uomo, la donna e la natura si completano a vicenda ed, entrando in contatto, si fondono come fossero un’entità sola. In questo, la poesia ci ricorda un po’ il leitmotiv della dannunziana “Pioggia del pineto”, e ci fa scoprire quanto intimi e personali siano “I versi del Capitano”.

Nei versi di La notte nell’isola, il poeta cileno dà voce a un sentimento che travalica i confini del corpo e della veglia per diventare fusione esistenziale, respiro condiviso, esperienza cosmica. Non è solo l’incontro di due amanti, ma di due mondi interiori che si cercano, si sognano e si completano.

L’isola è l’eden che chi ama desidera

L’ambientazione della poesia, un’isola avvolta dal mare, non è un semplice sfondo romantico, ma uno spazio simbolico. L’isola rappresenta la sospensione dal tempo reale, il rifugio in cui l’amore può manifestarsi nella sua forma più autentica, lontano dalle convenzioni e dal rumore del mondo. Il mare è movimento, mistero, vita primordiale. Come i sogni e come l’amore, non ha confini precisi: avvolge, accoglie, inquieta.

L’apertura della poesia è concreta e visionaria insieme. Un uomo e una donna giacciono insieme in un luogo simbolico: l’isola, spazio separato dal mondo, dove il tempo è sospeso. Il mare è elemento primordiale, che evoca vita, mistero, infinito. Il tono è intimo, naturale, come un diario del corpo e dell’anima.

Pablo Neruda dipinge la sua Matilde come “selvaggia e dolce”, situata tra il piacere e il sonno, tra il fuoco e l’acqua. Sono opposti che si incontrano e si fondono. La relazione è fatta di passione e tenerezza, di desiderio e quiete, di materia e spirito.

L’amata è duplice, contraddittoria: istinto e tenerezza, impulso e quiete. Il contrasto fuoco/acqua rappresenta i poli dell’esperienza amorosa: eros e quiete, passione e pace.

Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.

L’unione tra i due non è solo fisica, ma onirica e spirituale. Neruda crea una delle sue immagini più belle: radici e rami, che rappresentano profondità e slancio, terra e cielo. L’amore è totalizzante: lega i corpi, ma anche i sogni.

L’amore si manifesta anche nei sogni. L’io e il tu si cercano nell’alto e nel profondo. Le radici (profondità, inconscio, passato) e i rami (slancio, futuro, vita) sono due modi per dire che gli amanti si appartengono in ogni dimensione.

Un amore che esisteva da sempre

Tra i passaggi più toccanti c’è la rivelazione che l’amore esisteva già da prima, come una navigazione parallela, inconsapevole ma necessaria. È la visione romantica e spirituale dell’amore come compimento di qualcosa definito dal Creato. L’altro è sempre stato lì, invisibile ma presente, come un destino scritto nell’anima:

navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene

L’amore non è solo emozione, ma dono totale di sé, con tutte le sue luci e le sue ombre. L’amore si fa dono totale di sé, senza riserve. L’amata è la coppa: immagine sacra e sensuale insieme. L’amore vero è accogliere tutto: nutrimento e tormento, dolcezza e ira. È una relazione piena, viva, imperfetta e assoluta.

L’appartenenza che non può essere mai spezzata

Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.

Questa strofa porta l’intimità a un livello cosmico. Mentre gli amanti dormono insieme, la terra ruota, la vita va avanti, e loro sono uniti nel flusso del tempo e dell’essere. È l’eternità dell’amore dentro la finitezza della vita. La notta diventa il plasma che avvolge i due amanti offrendo loro la magia di essere per sempre l’uno parte dell’altro.

Il risveglio è ancora dentro l’oscurità. Il gesto è semplice, quotidiano, ma pieno di significato: il corpo dell’altro è ancora lì, vicino, reale. È la conferma che il sogno e la vita si sono fusi.

L’amore vero dona magia

La strofa che chiude la poesia non può che essere stupenda, meravigliosa. Versi che definiscono cosa si vive quando si ama, come ci si sente, come la vita diventi pura magia.

Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.

Il sapore dell’amata è un’esperienza totale, primitiva. È la natura stessa che si manifesta attraverso di lei. Neruda la descrive come un essere nato dal mare e dalla terra: viva, autentica, essenziale. Il bacio finale è epifania, rivelazione. È come se l’intera natura partecipasse a quell’istante. L’amore non è più solo umano: è universale, mitico, circolare.

L’ultimo bacio, “bagnato dall’aurora”, è atto sacro, rinascita, riconciliazione tra corpo e cosmo. È come se ogni elemento naturale si fondesse per formare l’essenza dell’altro. In quell’istante, amore e poesia coincidono. Il bacio non è solo un gesto, ma una consegna simbolica: dell’anima, del tempo, del desiderio, della parola.

Quando si ama veramente, non esiste nient’altro

Quando l’amore è autentico, totalizzante, assoluto, non lascia spazio a nient’altro. Non esiste il mondo esterno, non esistono le paure, non esiste il tempo. Esistono solo due esseri che si riconoscono, che si cercano anche nel sogno, che si completano nel silenzio, nel respiro, nel gesto più semplice.

Pablo Neruda ci ricorda che l’amore vero è una terra separata, un’isola sacra in cui tutto ciò che conta è la presenza dell’altro. Dormire accanto a chi si ama  significa accettare di scomparire nel “noi”, di farsi radice e ramo, ombra e luce, sogno e carne. In quell’istante, il resto del mondo può attendere. Perché l’amore è il centro, e tutto ciò che non è amore, smette semplicemente di esistere.

Un amore che oggi può trovare critiche

Pablo Neruda ci regala l’immagine di un amore assoluto, capace di annullare tutto ciò che è esterno: il tempo, la realtà, il dolore. È una visione potentissima e poetica, ma forse oggi questa idea di amore4 assoluto, potrebbe trovare critiche ed essere ritenuto eccessivo.

In un’epoca che celebra l’identità, l’autonomia, l’equilibrio tra sé e l’altro, pensare che nell’amore “non esista nient’altro” può apparire rischioso. L’idea di farsi “radice e ramo” dell’altro, di annullarsi in un “noi” totalizzante, evoca la bellezza della fusione amorosa ma può sfiorare la dipendenza, il dissolvimento del sé.

Eppure, questa visione estrema è anche il cuore della poesia: l’amore, per Neruda, è ciò che dà senso al mondo, e in quell’isola simbolica che ospita i due amanti, ogni cosa trova la sua ragione. Forse, allora, la sfida non è negare questa intensità, ma saperla vivere senza perdersi.

Perché amare davvero non significa cancellare il resto, ma riempirlo di significato attraverso la presenza dell’altro.

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