“La morte non è niente” (1910), vibrante poesia di Henry Scott Holland per ricordare chi non c’è più

2 Novembre 2024

Per il 2 novembre ecco la “La morte non è niente” è una dolce e intensa poesia di Henry Scott Holland dedicata a chi è volato via in cielo.

“La morte non è niente” (1910), vibrante poesia di Henry Scott Holland per ricordare chi non c'è più

La morte non è niente è una poesia di Henry Scott Holland che vogliamo dedicare a tutte le persone che hanno perso una persona cara. Il poeta britannico dona al lettore una poesia motivazionale offrendo le immaginario punto di vista di un defunto che cerca in tutti i modi di tranquillizzare i propri cari in vita.

La morte non è niente tocca il cuore, perché il defunto immaginario citato da Holland cerca di trasferire alle perone che lo hanno voluto bene, che di fatto la vita continua e lui sarà sempre vivo se sarà considerato come ancora “vivente”.

La poesia di fatto è la parte poetica di un sermone più completo che Henry Scott Holland pronunciò nel la domenica del 15 maggio 1910 nella Cattedrale di St Paul, per celebrare la morte del re Edoardo VII, intitolato Death the King of Terrors.

Una poesia che condividiamo per celebrare il 2 novembre ovvero la Giornata di Commemorazione dei Defunti, popolarmente nota come il “Giorno dei Morti”.

Ma, adesso leggiamo questa splendida poesia che dedichiamo a chi purtroppo soffre per la perdita.

La morte non è niente di Henry Scott Holland

La morte non è niente. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu
e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
Non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima,
C’è una continuità che non si spezza.
Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto.
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!

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Death is nothing at all, Henry Scott Holland

Death is nothing at all. It does not count.
I have only slipped away into the next room.
Nothing has happened.
Everything remains exactly as it was.
I am I, and you are you, and the old life that we lived so fondly together is untouched, unchanged.
Whatever we were to each other, that we are still.
Call me by the old familiar name.
Speak of me in the easy way which you always used.
Put no difference into your tone.
Wear no forced air of solemnity or sorrow.
Laugh as we always laughed at the little jokes that we enjoyed together.

Play, smile, think of me, pray for me.
Let my name be ever the household word that it always was.
Let it be spoken without an effort, without the ghost of a shadow upon it.
Life means all that it ever meant.
It is the same as it ever was.
There is absolute and unbroken continuity.
What is this death but a negligible accident?
Why should I be out of mind because I am out of sight?
I am but waiting for you, for an interval, somewhere very near, just round the corner. All is well.
Nothing is hurt; nothing is lost.
One brief moment and all will be as it was before.
How we shall laugh at the trouble of parting when we meet again!

“La morte non è niente” se chi muore ci vive sempre accanto

La morte non è niente è una poesia di Henry Scott Holland che tocca l’animo in maniera originale e nel profondo. Chi ci parla è chi non possiamo più vedere, la persona che abbiamo amato, che abbiamo pianto, che vorremmo riabbracciare. Un punto di vista diverso dal solito che, forse, ha anche una capacità consolatoria.

Una sorta di lettera neppure di addio, ma, di un semplice arrivederci. È chiaro che a parole sembra tutto scontato, ma lo scopo della poesie è offrire a chi resta in vita, la consolazione che il ricordo e l’amore per chi  è l’unica forma per tenere in vita

Certo sono parole facili da pronunciare le nostre. Ed era il compito di Henry Scott Holland cercare di donare al prossimo le parole giuste per affrontare il dolore e la sofferenza del lutto e della perdita.

Henry Scott Holland era Regius Professor of Divinity presso l’Università di Oxford. Era una professore, un teologo e un canonico della Chiesa di Cristo. Quindi, faceva parte del suo ruolo trovare le parole giuste per aiutare il prossimo a combattere il dolore.

Ma, le sue parole ci sembrano non scontate, non banali, di buonsenso. Si dovrebbe vivere in questo  modo la separazione e la morte.

Di certo, la poesia ci conferma che bisogna avere la forza di andare avanti, il dolore devasta tutto ciò che incontra e chi rimane non deve farsi distruggere due volte. Tutti coloro che abbiamo perso avrebbero voluto lasciarci questo messaggio, stringerci un’ultima volta e sussurrarci “il tuo sorriso è la mia pace”. L’amore è anche questo, continuare a vivere per chi ci ha amato, dare un senso a quella vita che non c’è più.

Per una volta vogliamo evitare di distogliere l’attenzione dalla poesia che merita invece di essere letta e fare proprie le parole direttamente da chi le ha pronunciate, per questo lasciamo al lettore la possibilità di poter vivere i versi di questa poesia in modo totalmente autonomo.

Da parte nostra un arrivederci a chi purtroppo non c’è più. Sarà sempre nel nostro cuore.

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