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“La crocifissione”, la poesia di Pier Paolo Pasolini sul peso della Croce

In occasione del Venerdì Santo, vi proponiamo l'analisi della poesia di Pasolini sulla crocifissione di Cristo scritta per scandalizzare le coscienze intorpidite, testimoniando un modo altro di essere uomini.

In occasione del giorno in cui si ricorda la Crocifissione e la Morte del Figlio di Dio, proponiamo l’emozionante poesia dal titolo “La crocifissione” scritta dal poeta del Novecento italiano, Pier Paolo Pasolini dal forte significato volto a scandalizzare le coscienze intorpidite, testimoniando un modo altro di essere uomini.

Pier Paolo Pasolini, nel corso dei difficili anni bellici trascorsi a Casarsa portando avanti la sua attività di docenza, lesse per la prima volta il Vangelo Secondo Matteo, da cui trasse ispirazione e dalla cui lettura nacque una raccolta di poesie pensate e scritte in italiano standard tra il 1943 e il 1949 che confluiscono in sette sezioni de L’Usignolo della Chiesa Cattolica, corrispondenti all’ordine cronologico.

L’Usignolo diventa simposio dell’esperienza poetica in cui Pier Paolo Pasolini si contrappone con l’Assente.

I versi della poesia La Crocifissione si trovano nella sezione Paolo e Baruch, in cui il poeta si serve della crocifissione, momento culminante e drammaticamente conclusivo della passione di Cristo, per rappresentare se stesso, esponendo idealmente il suo corpo, oggetto di scandalo.

Pasolini in questo modo rende il suo corpo materia poetica e politica.

La crocifissione, di Pier Paolo Pasolini

Ma noi predichiamo Cristo crocifisso: scandalo pe’ Giudei, stoltezza pe’ Gentili

Paolo, Lettera ai Corinti

Tutte le piaghe sono al sole
ed Egli muore sotto gli occhi
di tutti: perfino la madre
sotto il petto, il ventre, i ginocchi,
guarda il Suo corpo patire.
L’alba e il vespro Gli fanno luce
sulle braccia aperte e l’Aprile
intenerisce il Suo esibire
la morte a sguardi che Lo bruciano.

Perché Cristo fu ESPOSTO in Croce?
Oh scossa del cuore al nudo
corpo del giovinetto…atroce
offesa al suo pudore crudo…
Il sole e gli sguardi! La voce
estrema chiese a Dio perdono
con un singhiozzo di vergogna
rossa nel cielo senza suono,
tra pupille fresche e annoiate
di Lui: morte, sesso e gogna.

Bisogna esporsi (questo insegna
il povero Cristo inchiodato?),
la chiarezza del cuore è degna
di ogni scherno, di ogni peccato
di ogni più nuda passione
(questo vuol dire il Crocifisso?
sacrificare ogni giorno il dono
rinunciare ogni giorno al perdono
sporgersi ingenui sull’abisso.)

Noi staremo offerti sulla croce,
alla gogna, tra le pupille
limpide di gioia feroce,
scoprendo all’ironia le stille
del sangue dal petto ai ginocchi,
miti, ridicoli, tremando
d’intelletto e passione nel gioco
del cuore arso dal suo fuoco,
per testimoniare lo scandalo.

Il significato della poesia di Pier Paolo Pasolini

L’analisi della poesia “La crocifissione” è tratta dal libro “Pier Paolo Pasolini il coraggio di essere se stessi(Armando Editore).

Dopo una lunga e non poco sofferta arringa con il più temuto giudice, cercando di far emergere le contraddizioni connesse alla sentenza di condanna, Pier Paolo Pasolini si fa martire, accettando la sua condanna e portando sulle sue spalle il peso della Croce, dello scandalo.

Pasolini subisce, così, nudo e innocente l’esposizione pubblica, la profanazione dell’anima e della sua vulnerabilità come confessa nella poesia La crocifissione:

Tutte le piaghe sono al sole

ed Egli muore sotto gli occhi di tutti: perfino la madre sotto il petto, il ventre, i ginocchi, guarda il Suo corpo patire.

[…]

il Suo esibire la morte a sguardi che Lo bruciano.

“Non hanno saputo amare il loro Dio, se non crocifiggendo l’uomo”.

Come Cristo, Pasolini non può sottrarsi alla sua croce, non può sfuggire alla sua Passione.

Questa esposizione si rende allora necessaria perché finalizzata a scandalizzare le coscienze intorpidite da una morale che viene imposta dall’alto, testimoniando un modo altro di essere uomini.

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