In questa notte d’autunno di Nazim Hikmet è una poesia sul valore e sul potere delle parole. Le parole che hanno una forza smisurata riescono a trasferire le più intime e profonde emozioni.
Nazim Hikmet in quella notte d’autunno del 1948, chiuso nel carcere di Bursa in Anatolia, dove era rinchiuso fin dal 1938, perché ritenuto sovversivo dal regime che seguì alla morte del leader turco Kemal Atatürk, scrisse questa meravigliosa poesia da inviare con una lettera alla sua amata Münevver Andaç, che diventò poi, uscito dal carcere nel 1950, la sua terza moglie.
Hikmet riusci ad uscire di prigione grazie all’amnistia dovuta all’intervento di una commissione internazionale della quale facevano parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Pablo Neruda, Jean-Paul Sartre.
La poesia la possiamo trovare nella sezione Lettere dal carcere a Munevvér della raccolta Poesie D’amore di Nazim Hikmet, pubblicata per la prima volta in Italia da Arnoldo Mondadori Editori nel 1963, con la traduzione di Joyce Lussu.
In questa notte d’autunno è diventata anche protagonista nel film Le fate ignoranti (2001) di Ferzan Özpetek, nel dialogo serale tra Margherita Buy e Stefano Accorsi.
Ma leggiamo questa stupenda poesia di Nazim Hikmet, per apprezzarne la magia del suo significato.
In questa notte d’autunno di Nazim Hikmet
In questa notte d’autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.
In questa notte d’autunno, il significato della poesia
In questa notte d’autunno è una poesia di Nazim Hikmet che lascia letteralmente senza fiato. Si avverte scorrendo i versi come nei momenti più bui dell’esistenza le parole possono diventare importanti, anzi essenziali.
Il contesto in cui scrive la poesia
Il poeta è nel carcere turco di Bursa in Anatolia già da 10 anni. Il suo unico modo per avere un contatto umano sono appunto le parole, quelle che lui scrive al suo amore Münevver Andaç, una traduttrice turca che traduceva in francese i testi di letteratura turca.
Munnever era prima cugina di Nazim Hikmet, l’anima gemella in quei duri mesi di prigionia, diventando amante di Nazim Hikmet. Lei lo andava a trovare in carcere e poi lo sposò nel 1950 dopo l’uscita di prigione. I due ebbero anche un figlio di nome Mehmet.
Le parole dell’amata sono la forza per sopravvivere alla prigionia
Le parole contenute In questa notte d’autunno, danno il senso della misura della loro forza e allo stesso tempo della fragilità del suo autore. Dieci anni di carcere duro non sono qualcosa che si riesce ad affronatre con tranquillità.
E l’arrivo dei quella donna nella sua vita diventa salvezza, speranza, vita. Quella donna è tutto per lui, è l’angelo che può aiutarlo a sconfiggere la sofferenza interiore e fisica.
Ma, quando sei rinchiuso in carcere, le parole riescono ad essere l’unica presenza che riempie l’esistenza.
Il poeta turco inizia la poesia contestualizzando il momento con “In questa notte d’autunno”. Il momento è quello in cui il freddo inizia a farsi sentire e le notti diventano più lunghe e sempre più terribili da trascorrere.
Ma, il poeta può aggrapparsi a qualcosa d’importante, le parole della sua amata. Le parole di Munnevere Andac sono capaci di restare impresse nella sua memoria e nel suo cuore. Queste parole hanno la luce delle stelle e un significato quasi sovrumano proprio perché riescono a donare la forza di poter resistere, sopravvivere, sperare.
Hikmet continua nella seconda strofa affermando che quelle parole riescono a trasmettere in modo omnicomprensivo la capacità dell’amata di potergli stare vicino e offrirgli il calore e la luce necessari per affrontare quel terribile momento buio.
Le parole hanno la magia di riuscire a rendere viva l’immagine impressa nel pensiero, di Munnever. Lei è al suo fianco, in quella cella, a donargli compagnia, sostegno, amore. Quelle parole sono in grado riescono a far volare Hikmet fuori dalla prigione e di viaggiare libero insieme a lei.
Munnever grazie alle sue potenti parole riesce ad essere tutto per lui: “madre”, “amore”, “amica”. Lei può proteggerlo come una madre, gli dona le emozioni più intime e sensuali dell’amore e gli offre la vicinanza e la comprensione della vera amicizia.
Le parole che arrivano a Nazim Hikmet dall’amata, riescono a trasferirgli tutte le emozioni universali che gli umani sono in grado di possedere. Di certo, portano tristezza e amarezza, ma sono in grado di saper offrire anche le più alte e positive motivazioni.
Il poeta chiude la poesia con “le tue parole erano uomini”, nel senso che contengono le virtù più late e positive dell’umanità.