Il sorriso (1803) di William Blake, poesia che svela il gesto autentico che dona felicità

11 Agosto 2025

Scopri "Il Sorriso" di William Blake, poesia intensa e visionaria che rivela l’unico gesto autentico capace di trasformare il dolore in felicità.

Il sorriso (1803) di William Blake, poesia che svela il gesto autentico che dona felicità

Il sorriso di William Blake è una poesia che rende evidente come la vita può essere fatta di luce e ombra, amore e inganno, odio e disprezzo. Ma, c’è qualcosa di più grande ed assoluto a cui si dovrebbe ambire, essere veri per raggiungere la grazia, la gioia, la felicità.

Blake parte dal riconoscimento della complessità della vita e dal peso del dolore, per approdare alla speranza che un’esperienza spirituale unica possa trasmutare e liberare. È una poesia che invita a guardare oltre l’apparenza, alla ricerca di quell’unico sorriso capace di cambiare tutto.

Il sorriso” è contenuta in The pickering Manuscript (Il Manoscritto di Pickering), una raccolta di poesie scritte a mano da William Blake e che risale al 1803.

Il manoscritto è considerato una “fair copy”, cioè una versione pulita e finale dei testi, non una bozza. Questo suggerisce che Blake considerava queste opere complete e forse le stava preparando per un potenziale mecenate o per la stampa. L’opera prende il nome dal suo proprietario, ovvero l’editore e libraio Basil Montagu Pickering, che lo acquistò nel 1866.

Leggiamo questa breve ma intensa poesia di William Blake per coglierne il profondo significato.

Il sorriso di William Blake

C’è un Sorriso d’Amore
E c’è un Sorriso di Inganno
E c’è un Sorriso dei Sorrisi
In cui questi due Sorrisi si incontrano

E c’è un Cipiglio d’Odio
E c’è un Cipiglio di disprezzo
E c’è un Cipiglio dei Cipigli
Che cerchi invano di dimenticare

Perché rimane impresso nel profondo del Cuore
E rimane impresso nel prodondo dell’Anima
E nessun Sorriso che sia mai stato sorriso
Ma solo un unico Sorriso

Che tra la Culla & la Tomba
Può essere sorriso solo una volta
Ma quando una volta è sorriso
C’è fine a tutta la Miseria

 

The smile, William Blake

There is a Smile of Love
And there is a Smile of Deceit
And there is a Smile of Smiles
In which these two Smiles meet
And there is a Frown of Hate
And there is a Frown of disdain
And there is a Frown of Frowns
Which you strive to forget in vain
For it sticks in the Hearts deep Core
And it sticks in the deep Back bone
And no Smile that ever was smild
But only one Smile alone
That betwixt the Cradle & Grave
It only once Smild can be
But when it once is Smild
Theres an end to all Misery.

Nella vita c’è un solo sorriso, quello autentico che dona amore

Il Sorriso (The Smile) è una delle poesie più intense e simboliche di William Blake. In pochi versi, il poeta inglese riesce a raccontare la doppia natura dell’esistenza: fatta di luce e ombra, amore e inganno, odio e disprezzo. Ma il vero nucleo del testo è la speranza di un momento di grazia assoluta, quell’unico sorriso capace di cancellare ogni sofferenza.

William Blake è uno di quei poeti che hanno indagato profondamente e a lungo la natura dell’uomo e della società. Questa poesia è la dimostrazione di quanto filosofica sia la ricerca e la poetica di Blake che, in sedici versi riesce a chiarire ciò che molti filosofi hanno fatto con libri molto più corposi e con grandi giri di parole.

Il poema vuole mostrare come l’esistenza umana abbia una duplice natura e come la dualità tra apparenza e realtà. Il sorriso può nascondere infatti un apparente significato, solo di facciata. Così come il sorriso dei sorrisi può essere d’amore o inganno a seconda del carattere del destinatario.

Quando un sorriso non è solo un sorriso

Il poeta inglese inizia la poesia ricordando che dietro un gesto apparentemente semplice come un sorriso possono nascondersi mondi opposti. Un gesto che svela quando ambigua sia la vita.

C’è un Sorriso d’Amore
E c’è un Sorriso di Inganno
E c’è un Sorriso dei Sorrisi
In cui questi due Sorrisi si incontrano

C’è il sorriso che nasce dall’amore sincero e quello che maschera l’inganno, e talvolta i due si fondono in un’espressione unica e ambigua. È il “Sorriso dei Sorrisi”, un gesto in cui luce e ombra si incontrano, rivelando tutta la complessità dei sentimenti umani.

Quel cipiglio che svela che dietro il sorriso possa esserci l’odio

Nella seconda strofa William Blake avverte che alcune espressioni negative lasciano un segno indelebile.

E c’è un Cipiglio d’Odio
E c’è un Cipiglio di disprezzo
E c’è un Cipiglio dei Cipigli
Che cerchi invano di dimenticare

Blake sposta l’attenzione dal sorriso alla sua controparte oscura: il cipiglio, simbolo di chiusura, giudizio e rifiuto. Un Cipiglio d’Odio è un’esplosione diretta di ostilità, immediatamente percepibile. Un Cipiglio di Disprezzo è più sottile, ma altrettanto tagliente: è lo sguardo che svaluta, che giudica dall’alto, che umilia senza parole.

Quando questi due si fondono, nasce il Cipiglio dei Cipigli: un gesto che diventa esperienza traumatica, capace di imprimersi nella memoria emotiva con una forza superiore a qualsiasi espressione positiva. Blake ci dice che si può tentare di dimenticarlo, ma senza successo. È un marchio emotivo che resta “incollato” non solo alla mente, ma al cuore e persino – nella versione inglese – “alla spina dorsale”, come se fosse parte della nostra struttura.

Questi versi mettono in luce una verità psicologica ancora attuale: le ferite invisibili, causate da un’espressione di odio o disprezzo, possono radicarsi più a fondo e durare più a lungo di qualsiasi parola pronunciata o gesto gentile ricevuto. Blake non si limita a descrivere un sentimento: ne mostra l’effetto permanente sulla psiche e sull’anima.

Il ricordo che abita il cuore e l’anima

Blake prosegue spiegando perché il “Cipiglio dei Cipigli” è impossibile da dimenticare.

Perché rimane impresso nel profondo del Cuore
E rimane impresso nel prodondo dell’Anima
E nessun Sorriso che sia mai stato sorriso
Ma solo un unico Sorriso

Quel sorriso che svela l’odio penetra fino al nucleo del cuore e alle profondità dell’anima, diventando parte di ciò che siamo. Non è un ricordo passeggero, ma un’impronta emotiva che accompagna nel tempo, modellando la visione sul mondo, con le conseguenti ricadute nelle relazioni umane.

Ma subito dopo, il poeta compie una svolta sorprendente. Di tutti i sorrisi mai visti o ricevuti, ce n’è soltanto uno che conta davvero. Questa contrapposizione radicale, da un dolore che sembra eterno a un sorriso unico e assoluto, prepara il lettore al messaggio finale della poesia.

Non si tratta di un sorriso qualunque. È un gesto eccezionale, raro, capace di riscrivere la nostra esperienza interiore e forse di cancellare persino il segno lasciato da quel cipiglio indimenticabile.

William Blake sposta l’attenzione guidando il lettore verso un territorio nuovo, dove la memoria del dolore è reale, ma non definitiva. Esiste la possibilità di un riscatto, di un’illuminazione emotiva che supera qualsiasi ferita.

Il Sorriso vero che mette fine a ogni miseria

Nell’ultima strofa, Blake svela la natura dell’unico Sorriso, quello vero.

Che tra la Culla & la Tomba
Può essere sorriso solo una volta
Ma quando una volta è sorriso
C’è fine a tutta la Miseria

Non è un gesto quotidiano, né un’emozione ricorrente: appare una sola volta tra la culla e la tomba. Questa unicità lo rende un evento eccezionale nella vita umana, un momento che trascende il tempo e le circostanze.

Blake lo descrive come un sorriso che non appartiene solo al regno delle emozioni terrene, ma ha un’aura di trascendenza spirituale. È un dono, un’epifania che irrompe nell’esistenza per spezzare la catena della sofferenza.

Nel verso finale, “C’è fine a tutta la Miseria”, William Blake intende confidare che questo sorriso è capace di dissolvere completamente il dolore, come se fosse la manifestazione di una grazia divina o di una verità assoluta.

Una sorta di rivelazione spirituale in cui in un solo istante si crea la  connessione con il divino o con un senso profondo dell’esistenza. Questo è l’amore autentico, l’incontro con un affetto puro, libero da inganno e giudizio. L’attimo della pace interiore in cui si smette di essere prigionieri dei cipigli e dei dolori passati, trovando una serenità totale.

La chiusura ribalta il percorso della poesia. Dopo aver mostrato la complessità e la durezza della vita, William Blake dona una visione di speranza radicale. È come se dicesse che, per quanto lunga e difficile possa essere la strada, un singolo istante di verità e amore autentico può riscrivere tutta la storia interiore.

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