Per i contrasti di cui vive, questo sonetto di Charles Baudelaire intitolato “Il profumo” sembra quasi rievocare una scena sorrentiniana, in cui il sacro e il profano, l’etereo e il selvaggio, si mescolano indissolubilmente diventando una cosa sola.
“Il profumo” di Charles Baudelaire
Lettore, qualche volta hai respirato
con ebbrezza, lentamente assaporandolo,
il grano d’incenso che in una chiesa si spande
o da un sacchetto il muschio inveterato?Profondo, magico incanto con cui ci ubriaca
nel presente tornato intatto il passato!
Così l’amante sopra un corpo adorato
coglie il fiore squisito del ricordo.Dai suoi capelli elastici e pesanti, d’aromi
vivo sacchetto, incensiere dell’alcova,
un sentore, selvaggio e ferino, si levavae dai suoi abiti, mussola o velluto,
tutti impregnati di giovinezza pura,
di pelliccia si sprigionava un profumo.
“Le parfum”, la versione originale
Lecteur, as-tu quelquefois respiré
Avec ivresse et lente gourmandise
Ce grain d’encens qui remplit une église,
Ou d’un sachet le musc invétéré ?Charme profond, magique, dont nous grise
Dans le présent le passé restauré !
Ainsi l’amant sur un corps adoré
Du souvenir cueille la fleur exquise.De ses cheveux élastiques et lourds,
Vivant sachet, encensoir de l’alcôve,
Une senteur montait, sauvage et fauve,Et des habits, mousseline ou velours,
Tout imprégnés de sa jeunesse pure,
Se dégageait un parfum de fourrure.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Il profumo” di Charles Baudelaire
La poesia che abbiamo letto fa parte del capolavoro di Charles Baudelaire, “I fiori del male”. Il componimento fa parte della sezione intitolata Spleen e ideale. L’abbiamo letta nella versione tradotta da Luciana Frezza.
Una forma classica
I versi che compongono “Il profumo” sono degli endecasillabi con rime incrociate che si incastonano nella forma tradizionale del sonetto. Una poesia classica, quindi, quella di Baudelaire, che già ad una prima lettura – vi raccomandiamo di sperimentare e scoprire la versione originale in francese – infonde un’idea di armonia e sensualità.
La sinestesia
Ciò che colpisce della modalità attraverso cui Charles Baudelaire racconta la sensualità dell’amore nel suo componimento è l’uso di immagini altamente evocative, che stuzzicano i sensi del lettore in modo originale con associazioni potenti.
Così, dopo un primo verso in cui l’autore si rivolge direttamente, in modo tanto diretto da risultare quasi sfrontato, a chi legge, siamo catapultati in un ambiente sacro e aulico mediante il profumo del grano di incenso che, per la sua capacità di riempire l’atmosfera con il suo aroma inebria, quasi ubriaca.
Attraverso questi versi così “fisici”, che ci fanno sentire come se ora stesso fossimo anche noi immersi in una nube d’incenso, Baudelaire passa alla descrizione di ciò che è il vero soggetto della sua lirica: il momento d’amore con la donna amata, che si confonde fra il sacro della chiesa e il profano “selvaggio e ferino” dei versi successivi.
Il profumo
Come spesso accade nei componimenti baudelairiani, è la sensorialità, accostata all’uso della sinestesia, a diventare la cifra distintiva di una poesia potente e sensuale al tempo stesso. Qui, il profumo fa viaggiare l’io lirico dal presente al passato, conducendolo al ricordo dei momenti d’amore vissuti con la donna amata.
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire nacque a Parigi il 9 aprile 1821. Nonostante non avesse pubblicato ancora nessuna opera, già nel 1843 Baudelaire era conosciuto nei circoli letterari parigini come un dandy dedito a spese e lussi che spesso non poteva neppure permettersi, circondandosi di opere d’arte e libri. Il 1845 segna il suo esordio come poeta, con la pubblicazione di “A una signora creola”.
Padre dei simbolisti e idolo dei decadenti, Baudelaire ha ispirato tutti i suoi successori illustri, come Rimbaud, Breton, Mallarmé, ma anche Pascoli, D’Annunzio, Pirandello e Svevo. Sofferente, cerca nell’hashish, nell’oppio e nell’alcol il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo ucciderà a soli 46 anni.