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I versi di Roberto Vecchioni sulla potente sofferenza di ogni addio

Quante volte ti è capitato di perdere le persone che ami o a cui vuoi bene? Alcuni stupendi versi di Roberto Vecchioni ci spiegano cosa si prova.

La vita riserva numerose perdite, amori che finiscono, amici che partono, persone care costrette a lasciare la vita terrena. Alcuni meravigliosi versi di Roberto Vecchioni riescono ad esplicitare la sofferenza che provoca ogni addio, dà espressione allo stato d’animo che si vive quando qualcuno che amiamo o vogliamo bene finisce per non far più parte della nostra quotidiana esistenza.

Un’esperienza che riguarda, che tocca tantissime persone, a cui il professor Vecchioni con la sua immensa sensibilità riesce a dare voce e a trasferire cosa si prova.

I versi di Roberto Vecchioni introducono il libro Tra il silenzio e il tuono, edito da Einaudi e pubblicato per la prima volta il 14 agosto 2024.

Leggiamo questi stupendi versi di Roberto Vecchioni per scoprirne il significato.

I versi di Roberto Vecchioni sulla sofferenza che genera l’addio

Vivo
tra un addio che viene
e un altro addio che va
rumorando parole nell’attesa,
tra un precipizio e il cielo
dentro il filo spinato dell’amore,
sanguinosa dolcezza
tra il silenzio e il tuono.

Vivere con la consapevolezza che la vita è fatta di dolorose separazioni

Ciò che propone Roberto Vecchioni in poche ma intense parole è una vera poesia. I suoi sono versi sono un monumento alla sensibilità umana, capaci di dare evidenza a ciò che si scatena nell’anima quando le persone che vogliamo bene finiscono per non esserci più nel nostro quotidiano.

I versi di Roberto Vecchioni ci donano la consapevolezza di comprendere che la vita prevede l”addio” e prenderne coscienza significa preparasi ad affrontare le sofferenze che purtroppo scatenano.

Vecchioni non racconta una storia, ma una condizione interiore. È il ritratto emotivo di chi ama ancora anche mentre sta perdendo. Una condizione che finisce per far fluttuare le emozioni in un turbine generato dalla continua ricerca di una mancanza che non si vuole rimuovere.

L’amore, il bene finiscono inevitabilmente per farci soffrire ancora di più, in un ambiguo gioco che rende dipendenti. È facile dire il tempo aggiusta tutto, ma l’animo di chi ama tenta inconsciamente di non spegnere il ricordo di chi non c’è più, in un “dolce” soffrire, a cui non si può rinunciare.

Non è qualcosa di razionale, ma è qualcosa di incontrollabile, di istintivo, di profondo. È qualcosa che vive nel profondo dell’anima che non si può estirpare.

Osservando più in profondità i versi di Roberto Vecchioni, il cantautore milanese esordisce con un “Vivo” che dà il senso dell’esperienza vissuta, in cui la vita continua a proporre incontri che iniziano e finiscono, “un addio che viene e un altro addio che va”.

È in questo periodico andirivieni le parole finiscono per essere inutili, un semplice rumore di fondo privo di un reale contenuto. È l’anima che invece continua a farsi sentire, incapace di trasferire all’esterno ciò che realmente si prova.

Si finisce per vivere sospesi “tra un precipizio e il cielo”, continuamente in bilico su un invisibile filo che ci fa sentire di toccare il cielo e allo stesso tempo di poter sprofondare nel “precipizio” da un momento all’altro.

Quell’amore che ci spinge a stimolare i ricordi di chi non c’è più nella nostra vita, non è un rifugio, ma una gabbia circondata di filo spinato, che finisce inevitabilmente per provocare delle profonde ferite. D’altronde però è grazie a questa “sanguinosa dolcezza”, questo amore che ci fa stare male, che si continua a vivere quelle emozioni che se non ci fossero la vita finirebbe per essere banale, priva di significato.

Roberto Vecchioni chiude la poesia con “tra il silenzio e il tuono”, una sospensione tra due opposti, in cui il Il silenzio può essere vuoto o pace, il tuono può essere minaccia o risveglio.

Ma, non c’è la possibilità o meglio la volontà di poter scegliere, si finisce per preferire questa condizione intermedia, l’unica in grado di poterci far sentire ancora vivi.

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