Godimento di Giuseppe Ungaretti è una poesia che mette in scena il piacere di vivere la vita con vera gioia. Capita dopo momenti in cui la vita ci fa conoscere il peggio di sé stessa di svegliarsi una mattina e sentire che forse le cose stanno cambiando e un senso di felicità che parte dall’anima coinvolge tutti i nostri sensi.
Tutto diventa magico in alcuni giorni della vita, complice il sole che splende donando calore, l’ambiente che sprigiona naturalità in ogni sua forma, con i suoi colori e suoi profumi. Più semplicemente il sentirsi felici, magari perché la notte ci ha donato un bel sogno o si avverte qualcosa di bello.
Ungaretti ci invita ad imparare la lezione che la vita è bella per ciò che è, la natura che ci circonda ci offre tutte le sue meraviglie e se vogliamo ci inonda l’esistenza di felicità.
Godimento fu scritta il 18 febbraio del 1917, fa parte della raccolta Allegria di Naufragi di Giuseppe Ungaretti, pubblicata per la prima volta nel 1919 e poi con il titolo definitivo L’Allegria nel 1931, che ha una sezione Naufragi, in cui troviamo la nostra poesia.
Leggiamo questa meravigliosa poesia di Giuseppe Ungaretti per viverne le emozioni e coglierne il significato.
Godimento di Giuseppe Ungaretti
Versa, 18 Febbraio 1917
Mi sento la febbre
di questa
piena di luceAccolgo questa
giornata come
il frutto che si addolcisceAvrò
stanotte
un rimorso come un
latrato
perso nel
deserto
Quando la felicità arriva non bisogna lasciarsela scappare
Godimento è una poesia di Giuseppe Ungaretti che mette in evidenza tutto l’amore, il pacere e la gioia per la vita. Il poeta nato ad Alessandria d’Egitto, il 18 febbraio del 1917 si trovava a Versa, una frazione nordoccidentale del comune di Romans d’Isonzo in provincia di Gorizia, che all’epoca attendeva di essere liberata dal controllo austriaco.
La guerra, è comprensibile, riesce a generare i peggiori sentimenti in chi la vive ed evidentemente basta anche una semplice giornata di sole per riscaldare il cuore, l’anima e donare un momento di sana felicità.
Ungaretti nella poesia ci racconta proprio questo. Nelle tre strofe del poema possiamo immergerci nelle emozioni del poeta durante tre fasi del giorno.
Le tre fasi del “godimento”
Nella prima strofa il poeta inizia la giornata in piena euforia, “mi sento la febbre”, per la giornata di sole che gli si è presentata davanti. Siamo nella seconda metà di febbraio e la guerra e l’inverno hanno lasciato il segno.
Basta il calore e la luce dei raggi da sole mattutini per sprigionargli un’allegria inaspettata. Possiamo denotare la prima strofa come la fase della scoperta, o meglio della riscoperta del piacere.
La seconda strofa è la fase della consapevolezza della gioia, Giuseppe Ungaretti accoglie quel senso di gioia e di felicità come qualcosa che attende da tempo, e che proprio quel giorno prende forma ed evidenza.
La terza strofa definisce la fase del rimpianto, la fine del giorno fa scattare nel poeta il rimorso di non aver goduto appieno ciò che gli è stato donato. Scatta un tormento che paragona a quello dei cani del deserto, che da bambino e ragazzo il poeta sentiva quando ancora viveva in Egitto.
Una lezione che dovremmo fare nostra
Giuseppe Ungaretti con la sua Godimento ci dona una lezione di vita importantissima. Lui ha conosciuto una delle guerre più terribili di sempre, la Prima Guerra Mondiale, e le atrocità a cui il giovane Ungaretti dovette assistere.
Non solo, il freddo in quelle zone e in quel periodo dell’anno è durissimo e l’arrivo di una giornata in cui il sole inizia a far sentire che la primavera può essere vicina, genera inevitabilmente nel poeta un salutare buonumore.
Ma, quella gioia inaspettata che arriva e il successivo rimorso per non aver “goduto” fino in fondo tutto ciò che la vita riesce a regalare, sembra suggerire che quanto la felicità ti viene incontro, non bisogna mai prenderla tutta, viverla in pieno hic et nunc, qui ed ora, senza lasciare niente indietro.
La luce è gioia, è piacere e felicità, il più grande dei doni che possiamo ricevere. Bisogna saper cogliere dalla vita quelle piccole cose, come la bellezza di ciò che ci circonda godendone appieno.
Perdere le proprie energie alla ricerca delle cose complesse, quando basterebbe accontentarsi di ciò che la natura riesce ad offrire, sicuramente sarebbe un’ottima scelta.
Rincorrere le chimere e vivere tormentandosi tutta la vita non è sicuramente la scelta sensata. La luce esiste ed è intorno a noi, basta saperla cogliere.
Non dimentichiamo che c’è troppo odio, molta violenza, eccessivo dolore in giro per perdersi anche un solo piccolo attimo di vita. Questa è già breve per rinunciare al piacere di viverla in pieno.
Purtroppo, ci accorgiamo di questa banale lezione solo quando la notte ci circonda e quel piccolo attimo di luce che entra nella nostra vita ci sembra la felicità più grande.